Enrico Castelli Gattinara di Zubiena

Torino, 1900 – Roma, 1977


Vita e opere

 

Nasce a Torino nel 1900, da una famiglia di origini nobili. Allievo a Roma di Bernardino Varisco, si forma aderendo ai principi del volontarismo e della filosofia dell'azione di autori quali Maurice Blondel, Lucien Laberthonnière, Gabriel Marcel. Nel 1931 fonda a Roma la rivista «Archivio di Filosofia», che avrebbe diretto sino alla morte, mentre al 1939 risale la costituzione dell'Istituto di Studi Filosofici, oggi a lui dedicato. A partire dal 1940 tiene la cattedra di Filosofia della Religione all'Università di Roma.

La sua è una prospettiva esistenzialistica, in effetti piuttosto sui generis, improntata a una lettura teologica della storia e dell'essere umano. L'obiettivo che ne anima la riflessione è quello di superare il solipsismo del soggetto derivato dalle principali filosofie del tempo, il neoidealismo su tutte, per guadagnare un 'senso comune', un terreno fertile all'incontro con gli altri e con il divino. A partire dai primi anni Sessanta, si fa promotore a Roma di un ciclo di convegni internazionali – o meglio «Colloqui», come ama chiamarli – dedicati al tema della demitizzazione. A questi convegni prendono parte alcuni dei volti più noti del panorama filosofico italiano e internazionale dell'epoca: Paul Ricoeur, Hans-Georg Gadamer, Umberto Eco, Emmanuel Levinas, Ugo Spirito, Gershom Scholem, Guido Calogero, Yves Congar, Jean Daniélou, Gaston Fessard, solo per menzionarne alcuni.

Tra le sue opere principali, danno conto di questi temi già nel titolo: Filosofia della vita (1924); Idealismo e solipsismo (1933); L'esperienza comune (1942); Existentialisme théologique (1948); I paradossi del senso comune (1970), La critica della demitizzazione (1972).

Se volessimo condensarne l'intera filosofia in una formula, potremmo forse definirla un pensiero militante contro il solipsismo. 'Militante', soprattutto, perché trova piena espressione come pratica di pensiero, piuttosto che come sistema teorico. E questo a vari livelli: dalla scelta narrativa, tipica degli anni Quaranta, di privilegiare lo stile diaristico all'argomentazione del saggio filosofico, all'approfondimento di tematiche e categorie che, dal suo punto di vista, possono consentire una qualche rottura nel pensiero unico o, perlomeno, denunciarne gli esiti più radicali; sino ad arrivare, dai primi anni Sessanta, alla realizzazione dei Colloqui, che probabilmente rappresentano la massima espressione performativa di tutta la sua 'opera' filosofica: la trattazione del problema della demitizzazione (nella scelta della sede convegnistica, degli interlocutori, nelle tematiche via via fatte reagire in questo plesso di prospettive) incarna allora pienamente quell'istanza antisolipsistica che da sempre rappresenta il principale motivo ispiratore di tutta la sua riflessione.

 

Il pensiero filosofico-religioso

 

Sebbene marcatamente organico, il pensiero di Castelli è facilmente ripartibile in quattro momenti specifici.

La fase giovanile è quella che più direttamente risente dell'influenza del maestro Bernardino Varisco e delle letture volontaristiche. Condensano le riflessioni di questi anni Filosofia della vita (1924), Laberthonnière (1927), Filosofia e apologetica (1929) e Idealismo e solipsismo (1933). Sin da ora siamo di fronte a un pensiero pratico, profondamente orientato in senso confessionale, che fa propria la speculazione e il rigore dell'argomentazione razionale quali strumenti che, però, acquistano senso solamente 'a partire da', e non 'in vista della' fede. Molto forte in questi anni il tratto anti-teoreticistico, nel quale Castelli fa confluire una marcata presa di distanza dall'eredità neoidealistica, dalle filosofie del soggetto assoluto e dalle loro derive solipsistiche.

Della seconda stagione ci dà conto prevalentemente lo stile, che elegge la diaristica a via privilegiata di divulgazione filosofica e luogo d'incontro tra specialismo e senso comune. Sono editi in questo periodo alcuni testi in cui, un po' provocatoriamente, Castelli appare sotto pseudonimo: pubblicati fittiziamente con i nomi di Henry Glower o Dario Reiter troviamo Introduzione alla vita normale (1935), Introduzione alla vita delle parole (1938), Commentario al senso comune (1940) e Preludio alla vita di un uomo qualunque (1941). Ancora a questo periodo risalgono L'esperienza comune e Pensieri e giornate (1945), nei quali Castelli torna a firmarsi con il proprio nome. La «vita normale», l'«uomo qualunque», l'«esperienza comune» non sono che le molteplici sfumature attraverso cui si staglia il senso comune, la sola alternativa possibile al solipsismo. L'apertura dell'intersoggettività non passa per le parole, ma si coglie nell'attimalità opaca del sentimento. Il che ha immediatamente risvolti teologici: solo guadagnando un terreno comune si potrà recuperare uno spazio per l'esperienza religiosa, piegata dalla crisi di valori seguita alla seconda guerra mondiale e, soprattutto, dalla crescita esponenziale dei mezzi tecnici messi a disposizione dalla scienza.

Possiamo far risalire la terza fase, quella propriamente esistenzialistica, alla pubblicazione de Il tempo esaurito (1947) ed Existentialisme théologique (1948). I temi della crisi dell'esperienza religiosa e del senso comune vengono inseriti all'interno di una specifica interpretazione della storia e dell'esistenza. Quello di Castelli è un esistenzialismo cristiano, che legge la vicenda umana attraverso categorie eminentemente teologiche. La storia non rappresenta un processo di perfezionamento teleologicamente orientato, né una totalità organica e in sé sensata, bensì un percorso che muove da una caduta iniziale a una redenzione finale, il cui significato ultimo non viene svelato alla fine dei tempi ma si manifesta, in modo velato, in ogni attimo: proprio l'errore, la follia, il male aprono a ogni piè sospinto un orizzonte di senso ulteriore rispetto alla sola datità fattuale. Questa teologia della storia poggia su dei presupposti di fede: è perché un significato si dona, che in controluce all'evento si può leggere il suo «eventuale». Principale perno di confronto sono gli incontri annuali tra filosofi cristiani che si tengono a Gallarate dal 1945, ai quali Castelli partecipa piuttosto assiduamente e dei quali non tarda a dichiararsi insoddisfatto: improntati alla neoscolastica, adottano a suo avviso un approccio troppo astratto per avere davvero qualcosa da dire sul presente. Il testo che risente in modo più diretto di questi dibattiti è I presupposti di una teologia della storia (1952).

Possiamo definire 'ermeneutica' l'ultima stagione, perché immediatamente identificabile con la promozione e lo svolgimento a Roma del ciclo di convegni sulla demitizzazione. Proprio in questo contesto particolare, ovvero nell'incontro tra prospettive e orientamenti diversi, Castelli elabora una propria proposta, sebbene l'impronta sia del tutto sui generis e ricondubicile soprattutto alle riflessioni degli anni precedenti. Sarebbe molto complesso, in questa sede, restituire lo svolgimento dei Colloqui, i temi sollevati, e dar conto della rosa poliedrica dei relatori chiamati a intervenirvi. Una ricognizione utile la offrono gli Atti conservati nei volumi dell'«Archivio di Filosofia» e La critica della demitizzazione (1972), un testo che raccoglie gli interventi tenuti da Castelli ai primi dodici convegni. A grandi linee si può dire che la demitizzazione, per Castelli, è un problema storico, o meglio il «problema [stesso] della storia» (E. Castelli, Introduzione, in Il problema della demitizzazione, p. 9), c'est-à-dire un'esigenza tipicamente contemporanea, debitrice delle conquiste scientifiche e tecniche attuali, che rendono possibile un certo lavoro sulla Scrittura; e a monte debitrice del mutamento di visione del mondo dell'età odierna: «il tempo della Rivelazione non è un tempo qualunque» (ivi, p. 11), e il primo mito da sfatare – qui il perno polemico è Rudolf Bultmann – è proprio l'idea che il kerygma sia costitutivamente attuale e, quindi, possa parlare a tutti in qualunque epoca. Per questo, il problema della demitizzazione si situa nell'incontro tra «storia del sacro» e «storia sacra». È possibile, e necessario al giorno d'oggi, leggere il testo sacro con sguardo critico e rigoroso, ma non è a questo livello che è dato cogliere il senso autentico del messaggio cristiano: neanche la ricostruzione più fedele della vita di Gesù ci potrà dire qualcosa della sua messianicità, perché «la sacralità non è inerente all'evento in sé e per sé» (Id., Filosofia profana e storia sacra, in Metafisica ed esperienza religiosa, p. 9). Il discrimine è semmai l'investimento di senso che se ne opera, la possibilità che quell'evento, al di là della sua tenuta testuale, significhi qualcosa per la vita di fede dell'interprete. L'orizzonte di giustificazione della demitizzazione, come operazione ermeneutica, è allora quello di una «storia sacra», vale a dire una storia cristiana del sacro: il senso del testo non si guadagna sul piano esegetico, ma è donato ab origine. Proprio per ciò, tuttavia, la demitizzazione non può volgersi al cuore del proprio compito. Il «presupposto» non può essere a sua volta interpretato, ma rappresenta un «notturno» indisponibile (ma allo stesso tempo essenziale) dell'ermeneutica: «Il senso della trascendenza è l'orizzonte del senso, e per ciò stesso non può essere a sua volta oggetto di interpretazione e storicizzazione» (Id., Introduzione, in Demitizzazione e immagine, p. 9.). Laddove coglie il suo nucleo di senso, la demitizzazione deve arrestarsi. È precisamente ciò che potremmo definire il suo 'paradosso', e che potremmo formulare in questi termini: le condizioni di possibilità della demitizzazione sono anche, per ciò stesso, le sue condizioni di impossibilità.

Castelli è, da più punti di vista, un autore che merita attenzione. È suo il merito di aver portato in Italia, e negli ambienti cattolici, il dibattito sulla demitizzazione, così come di aver intessuto, attraverso i Colloqui, una rete di dialogo tra diverse correnti, e tra l'ambiente filosofico laico e quello ecclesiale negli anni del secondo Concilio Vaticano (1962-1965). Grazie a lui, inoltre, l'Università di Roma rappresenta, ormai da più di cinquant'anni, un polo di riflessione di primo piano per la filosofia della religione. Per tutto questo, Enrico Castelli rappresenta senza dubbio una pagina significativa di storia della filosofia italiana e internazionale.

 

Federica Pazzelli

 


Biblio-sitografia

 

Opere principali dell'autore

L'intera bibliografia di Castelli è consultabile in: F. Ghiacci, Bibliografia di Enrico Castelli, in Esistenza, Mito, Ermeneutica. Scritti per Enrico Castelli, «Archivio di Filosofia», II, 1980, pp. 453-502. Tra le opere principali si segnalano:

  • Filosofia della vita. Saggio di una critica dell'attualismo e di una teoria della pratica, A. Signorelli, Roma 1924.
  • Laberthonnière, Athena, Milano 1927.
  • Filosofia e apologetica. Saggi critici di filosofia della religione, A. Signorelli, Roma 1929.
  • Idealismo e solipsismo, e saggi critici, A. Signorelli, Roma 1933.
  • H. Glower (pseudonimo), Introduzione alla vita normale. Dialoghi, Anonima Romana Editoriale, Roma 1935.
  • D. Reiter (pseudonimo), Introduzione alla vita delle parole. Frammenti di un diario, Fratelli Bocca, Milano 1938.
  • D Reiter (pseudonimo), Commentario al senso comune, Fratelli Bocca, Milano 1940.
  • D. Reiter (pseudonimo), Preludio alla vita di un uomo qualunque, Fratelli Bocca, Milano 1941.
  • Impressioni di viaggio, Vallecchi, Firenze 1941.
  • L'esperienza comune, Fratelli Bocca, Milano 1942.
  • Pensieri e giornate. Diario intimo, Edizioni Leonardo, Roma 1945.
  • Il tempo esaurito, Edizioni della Bussola, Roma 1947; 2° ed. Fratelli Bocca, Milano-Roma 1954.
  • Existentialisme théologique, Hermann, Paris 1948; 2° ed. a cura di E. Valenziani, Esistenzialismo teologico, ABETE, Roma 1966.
  • Introduzione ad una fenomenologia della nostra epoca, Fussi, Firenze 1948.
  • Filosofia e dramma, Fussi, Firenze 1949.
  • I presupposti di una teologia della storia, Fratelli Bocca, Milano 1952; 2° ed. CEDAM, Padova 1968.
  • Il demoniaco nell'arte. Il significato filosofico del demoniaco nell'arte, Electa, Milano-Firenze 1952; ultima ed. Bollati Boringhieri, Milano 2007.
  • Filosofia profana e storia sacra, in «Archivio di Filosofia», 1, 1956, pp. 7-12.
  • L'indagine quotidiana, Fratelli Bocca, Roma 1956.
  • I paradossi del senso comune, CEDAM, Padova 1970.
  • L'avventura filosofica italiana: l'«Archivio di Filosofia», Edizioni di Filosofia, Torino 1970.
  • La critica della demitizzazione. Ambiguità e fede, CEDAM, Padova 1972.
  • Il tempo inqualificabile. Contributi all'ermeneutica della secolarizzazione, CEDAM, Padova 1975.
  • Diari, a cura di Enrico Castelli Gattinara jr., 4 voll., CEDAM, Padova 1997-1998.

Principali fascicoli di riferimento dell'«Archivio di Filosofia» per gli Atti dei Colloqui

  • AA.VV., Il problema della demitizzazione, «Archivio di Filosofia», 1-2, 1961.
  • AA.VV., Demitizzazione e immagine, «Archivio di Filosofia», 1-2, 1962.
  • AA.VV., Ermeneutica e tradizione, «Archivio di Filosofia», 1-2, 1963.
  • AA.VV., Tecnica e casistica, «Archivio di Filosofia», 1-2, 1964.
  • AA.VV., Demitizzazione e morale, «Archivio di Filosofia», 1-2, 1965.
  • AA.VV., Mito e fede, «Archivio di Filosofia», 2-3, 1966.
  • AA.VV., Il mito della pena, «Archivio di Filosofia», 2-3, 1967.
  • AA.VV., L'ermeneutica della libertà religiosa, «Archivio di Filosofia», 2-3, 1968.
  • AA.VV., L'analisi del linguaggio teologico: il nome di Dio, «Archivio di Filosofia», 2-3, 1969.
  • AA.VV., Dibattiti sul linguaggio teologico, «Archivio di Filosofia», 2-3, 1969.
  • AA.VV., L'infallibilità: l'aspetto filosofico e teologico, «Archivio di Filosofia», 2-3, 1970.
  • AA.VV., La teologia della storia - Ermeneutica e escatologia, «Archivio di Filosofia», 1, 1971.
  • AA.VV., La teologia della storia - Rivelazione e storia, «Archivio di Filosofia», 2, 1971.
  • AA.VV., La testimonianza, «Archivio di Filosofia», 1-2, 1972.
  • AA.VV., Informazione e testimonianza, «Archivio di Filosofia», 3, 1972.

Scritti sull'autore e il suo pensiero religioso

  • AA.VV., Cinquant'anni di Colloqui Castelli, «Archivio di Filosofia», 2, 2011.
  • AA.VV., Esistenza, mito, ermeneutica. Scritti per Enrico Castelli, «Archivio di Filosofia», 1, 1980.
  • Cesa C., I nemici di Giovanni Gentile (1929-1941), in «Giornale critico della filosofia italiana», 2004, pp. 1-18
  • Dell'Anna T., Il male e il peccato nella riflessione filosofica di Enrico Castelli, Milella, Lecce 1996.
  • Ghiacci F., Bibliografia di Enrico Castelli, in «Archivio di Filosofia», 2, 1980, pp. 453-502.
  • Giustozzi G., Enrico Castelli. Filosofia della vita ed ermeneutica della tecnica, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 2002.
  • Giustozzi G., Per una ermeneutica teologica della tecnica: Enrico Castelli e il problema della demitizzazione, in «Firmana», 24, 2000, pp. 49-93.
  • Giustozzi G., Tra teoria e cronaca: elementi per una ricostruzione della genesi dei “Colloqui–Castelli” sulla demitizzazione e l’ermeneutica, in «Firmana», 27, 2001, pp. 103-121.
  • Mathieu V., Commemorazione di Enrico Castelli, in «Archivio di filosofia», 1, 1978, pp. 11-16.
  • Meoli A., Enrico Castelli: il maestro, in Marco Maria Olivetti. Un filosofo della religione, «Archivio di Filosofia», 3, 2008, pp. 259-265.
  • Olivetti M. M., Enrico Castelli (1900-1977), in Christliche Philosophie im katholischen Denken des 19. und 20. Jahrhunderts, hrsg. von Emerich Coreth, Walter M. und Georg Pfligersdorsser, Band 3: Moderne Strömungen im 20. Jahrhundert, Graz-Wien-Köln 1989, pp. 564-575; ripubblicato, in versione leggermente ampliata, in L'argomento ontologico (a cura di M. M. Olivetti), «Archivio di Filosofia», LVIII, 1-3, 1990, pp. 765-778; di recente riedito in Saggi. Marco Maria Olivetti (a cura di S. Semplici), «Archivio di Filosofia», MMXIII, 1, 2013, pp. 145-154.
  • Olivetti M. M. Enrico Castelli: un Maestro, in «Archivio di Filosofia», 1, 1977, pp. XIII-XVI.
  • Olivetti M. M., Gli influssi della tematica teologica, dell'esistenzialismo e della ermeneutica sul pensiero cristiano, in Il pensiero cristiano nella filosofia del Novecento (a cura di E. Agazzi), Milella, Lecce 1980, pp. 119-147.
  • Olivetti M. M., I convegni romani sulla demitizzazione e l'ermeneutica (1961-77), in Indice degli atti dei convegni romani sulla demitizzazione e l'ermeneutica (a cura di E. Valenziani), in «Archivio di filosofia», 1, 1979, pp. vii-xxx.
  • Olivetti M. M., Il senso comune tra colloquio e paradosso. Linee per una interpretazione del pensiero e dell'opera di Enrico Castelli, in «Archivio di Filosofia», 1, 1978, pp. 17-24.
  • Olivetti M. M., La philosophie de la religion et le developpement de la philosophie italienne, in «Les Etudes Philosophiques», 26 (1971), pp. 191-208.
  • Pazzelli F., Il paradosso della demitizzazione. Enrico Castelli lettore di Rudolf Bultmann, in «Leussein», 3, 2013, pp. 155-162.
  • Pettenuzzo R., Enrico Castelli. Senso comune e demitizzazione, Vol. 2, Leonardo da Vinci, Roma 2002.
  • Pettenuzzo R., Enrico Castelli. Senso comune e filosofia dell'esistenza, Vol. 1, Leonardo da Vinci, Roma 2001.
  • Pettenuzzo R., Perdita e ritorno della testimonianza. Excursus teoretico su Enrico Castelli, Vol. 3, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2011.
  • Portale M., L'«Archivio di Filosofia», organo della Società Filosofica Italiana, in Idealismo e anti-idealismo nella filosofia italiana del Novecento (a cura di P. Di Giovanni), F. Angeli, Milano 2005, pp. 211-215.
  • Prini P., L’esistenzialismo teologico di Enrico Castelli, in P. Prini, La filosofia cattolica italiana del Novecento, Laterza, Roma-Bari 1997, pp. 187-192.
  • Tommasi F.V., La demitizzazione dell’impossibile e l’impossibilità della demitizzazione. La critica di Enrico Castelli a Rudolf Bultmann, in «Archivio di Filosofia», 1, 2010, pp. 355-365.
  • Valentini T., Enrico Castelli: dall’«esistenzialismo teologico» alla «critica della demitizzazione», in T. Valentini, Filosofia e cristianesimo nell’Italia del Novecento, Drengo Edizioni, Roma 2012, pp. 292-302.
  • Valenza P., «Archivio di Filosofia». L'internazionalizzazione di una rivista italiana, in La cultura filosofica italiana attraverso le riviste (1945-2000) (a cura di P. Di Giovanni), F. Angeli, Milano 2006, pp. 229-247.
  • Valenza P., La philosophie internationale et les Colloques Castelli, in «Archivio di Filosofia», 2, 2012, pp. 33-45.
Siti

Istituto di Studi Filosofici "Enrico Castelli": https://web.uniroma1.it/dip_filosofia/node/5589

Archivio di Filosofia: http://www.libraweb.net/riviste.php?chiave=85