Franco Volpi

(Vicenza 1952- 2009) 


Vita e opere

Volpi è stato allievo al Liceo Pifagetta di Vicenza di Giuseppe Faggin e all’università di Padova di Enrico Berti e del maestro di questi, Marino Gentile. Nell'Ateneo padovano sarebbe poi diventato docente di storia della filosofia. Fu inoltre professore ospite in numerose università straniere e insegnò a lungo anche nell'Università tedesca di Witten/Herdecke.

Volpi dedica buona parte dei suoi studi filologici e saggi filosofici, come traduttore e come critico, principalmente al pensiero di Schopenhauer, Nietzsche e, soprattutto, di Martin Heidegger. Discute nel 1975 la sua tesi di laurea su Heidegger e Brentano (sottotitolo L’aristotelismo e il problema dell’univocità dell’essere nella formazione del giovane Martin Heidegger, pubblicata nel 1976) sotto la guida del professor Berti. Nella sua tesi Volpi mostra in che modo l’opera di Brentano abbia influito sul giovane Heidegger e sulla sua personale interpretazione dell’essere aristotelico: è Brentano, infatti, a indurre l’autore di Sein und Zeit a considerare l’essere quale termine tendenzialmente univoco (cfr. Berti 2012, pp. 27-29). Nel 1984 esce il secondo studio sul filosofo tedesco dal titolo Heidegger e Aristotele, (Volpi 1984, seconda edizione: Volpi 2010), dove egli ritorna sulla tesi sostenuta fino ad allora, conseguendo un duplice esito: da una parte, ritrova una sorta di alleanza speculativa tra Heidegger e Aristotele, accomunati dalla ricerca di un essere "multivoco" e, dall’altra, avverte in che modo il filosofo tedesco consideri lo Stagirita come una sorta di "rivale", con il quale continuare a confrontarsi sulla questione dell’essere. In particolare, Volpi spiega come sia possibile declinare le categorie della filosofia pratica aristoteliche con quelle presenti in Sein und Zeit, ad esempio: l’orexis dà luogo alla cura (Sorge), la prohairesis diventa la risolutezza (Entschlossenheit), la phronesis aristotelica si traduce nella coscienza heideggeriana (Gewissen), e così via…(cfr. Berti 2010, p. X).

L’indagine di Volpi ha il merito di mostrare la presenza “pervasiva” di Aristotele nel pensiero heideggeriano; l’opera aristotelica, infatti, non è “circoscrivibile al saggio sulla physis, né si manifesta soltanto nella forma di un’interpretazione nel senso stretto del termine”, ma "pervade tutta l’opera di Heidegger” la quale si configura «nella forma di un confronto mirante a un’appropriazione e a un’assimilazione radicali del patrimonio dell’ontologia aristotelica" (Volpi 2010, p. 4).

Secondo Volpi bisogna riconoscere al filosofo tedesco la capacità di aver recuperato e reso attuali i problemi filosofici messi per la prima volta in luce da Aristotele, “riproponendo al nostro secolo quelle questioni fondamentali che i Greci hanno posto per la prima volta e che il nostro secolo, l’età della tecnica, sembra aver rimosso” (Volpi 2010, pp. 4-5). In questo modo è possibile distinguere per il Volpi almeno tre periodi della riflessione speculativa del filosofo tedesco: lo Heidegger "cattolico" e influenzato dalla Scolastica, lo Heidegger del periodo fenomenologico e allievo di Husserl e, infine, lo Heidegger che coglie in modo più personale l’essere come potenza e atto, cioè nella sua dinamicità, fino a configurare l’essere come "evento" (Ereignis). Afferma Volpi nel suo saggio "L’immagine di Heidegger esistenzialista, prima, e in parte anche quella più recente di Heidegger come oltrepassatore della metafisica – specialmente dove l’oltrepassamento diventa la parola d’ordine che dispensa dal fare i conti con la tradizione – non hanno certo contribuito a far sì che la profondità radicale del confronto di Heidegger con la metafisica, in particolare con i Greci, venisse colta e vagliata nel suo significato autentico" (Volpi 2010, p. 5).

Il merito che il filosofo italiano riconosce ad Heidegger è quello di aver saputo ripensare il problema filosofico della questione dei fondamenti del pensiero, non soltanto andando oltre Hegel, ma addirittura ritrovando nella filosofia dei Greci l’origine e la tensione speculativa necessaria per ripensare il compito stesso della filosofia. Heidegger ha saputo "decostruire" il linguaggio dei grandi filosofi greci, restituendolo allo stesso tempo al pensiero dei suoi contemporanei con una nuova pregnanza. Heidegger è l’ermeneuta che rimette in gioco i capisaldi della filosofia occidentale facendosi egli stesso interprete di quelle categorie aristoteliche che avevano assunto nel corso della storia della filosofia occidentale una certa rigidità di contenuto e univocità di significato. Quello di Heidegger, afferma il Volpi, è un pensiero che “non vuole più essere filosofia, ma radicale messa in questione della filosofia, e che prende forma nei modi di un 'pensiero memorativo' e 'pensiero poetante'” (Volpi 2010, p. 146).

Heidegger, insieme a Nietzsche, è al centro della discussione anche nella monografia del 1996, in cui Volpi si interroga sulla pervasità della crisi nichilista nel mondo contemporaneo, nonché, non senza posizioni critiche sugli stessi Nietzsche e Heidegger, sulle condizioni per una terapia e per una prospettiva “oltre il nichilismo” (Volpi 1996).

Molto attivo anche nelle pagine culturali di quotidiani come “Repubblica”, oltre che nella redazione di riviste scientifiche, Volpi morì a cinquantasette anni per i postumi di un incidente stradale, essendo stato investito da un'auto mentre era in sella della sua bicicletta.

Il pensiero filosofico-religioso

Per quanto riguarda l’interesse che Volpi mostra per temi di filosofia della religione, bisogna constatare che egli non ha lasciato nessuna trattazione esplicita a riguardo. Tuttavia, possiamo avanzare tre ipotesi. La prima riguarda il modo con il quale Volpi ritorna con appassionato interesse a studiare la realtà storica della metafisica aristotelica, intesa però con Heidegger come l’ultima forma di vera metafisica e, al tempo stesso, come quella metaphysica perennis. (cfr. Berti 2010, p. XIV). Si tratta, cioè, di una metafisica che rende possibile “un domandare tutto che è tutto domandare”, che si apre al tema dell’ignoto e che si avvicina al socratico “sapere di non sapere”. Ciò potrebbe significare, secondo Berti, un ritorno alla scuola di Marino Gentile, senza per forza abbandonare l’Heidegger di Sein und Zeit ma diffidando dagli esiti della successiva Kehre heideggeriana.

In secondo luogo, ci possiamo riferire allo studio del tutto originale e all’impresa di far conoscere meglio anche in Europa e in Italia il filosofo colombiano Nicolás Gómez Dávila (1913-1994), autore di aforismi e definito da Volpi come "un Nietzsche colombiano" (Volpi 2001, p. 159). Afferma Berti come di Gómez Dávila, Volpi, oltre ad apprezzarne l’umiltà, il riserbo e la sobrietà, “ne sottolinea la fede in Dio, 'verità di tutte le illusioni', non dimostrato ma 'postulato senza ambagi', senza di cui è impossibile fare filosofia, un Dio che è il Dio del cristianesimo, ma non della Chiesa, soprattutto non della Chiesa cattolica post-conciliare, la quale 'pensando di aprire le braccia al mondo moderno, ha finito con l’aprirgli le gambe' (sono parole di Gómez Dávila)” (Berti 2012, p. 39; cfr. Volpi 2001, pp, 179-180). Il pensiero conservatore dell’autore colombiano, la sua “metafisica sensuale”, hanno significato per Volpi la possibilità di accedere all’irrazionale del pensiero che aveva avuto modo di apprezzare anche in Schopenhauer e in Nietzsche. Il suo approccio al pensatore colombiano, secondo il Berti, avrebbe influenzato anche il suo mutamento di opinione su Heidegger che verrà definito in L’ultimo sciamano (2006) sia come l’“uomo di scienza e di rigore del concetto” sia come il “seduttore che incanta con la musica e la parola” (cfr. Berti 2012, pp. 41-42).

Infine, nella monografia sul nichilismo (Volpi 1996), troviamo un Volpi non solo più critico con Heidegger, ma anche più incline alla riflessione etico-religiosa (cfr. Duque 2012), motivata dall’interesse per la filosofia pratica di Aristotele e dal tentativo di venire a capo della crisi nichilista del mondo contemporaneo, crisi che, a suo parere, comprende tutti gli ambiti del sapere, anche la teologia. Afferma Volpi: "Il nichilismo ha corroso le verità e indebolito le religioni; ma anche dissolto i dogmatismi e fatto cadere le ideologie, insegnandoci così a mantenere quella ragionevole prudenza del pensiero, quel paradigma di pensiero obliquo e prudente, che ci rende capaci di navigare a vista tra gli scogli del mare della precarietà, nella traversata del divenire, nella transizione da una cultura all’atra, nella negoziazione tra un gruppo di interessi e un altro. Dopo la caduta delle trascendenze e l’entrata nel mondo moderno della tecnica e delle masse, dopo la corruzione del regno della legittimità e il passaggio a quello della convenzione, la sola condotta raccomandabile è operare con le convenzioni senza credervi troppo, il solo atteggiamento non ingenuo è la rinuncia a una sovradeterminanzione ideologica e morale dei nostri comportamenti. La nostra è una filosofia di Penelope che disfà (analýei) incessantemente la sua tela perché non sa se Ulisse ritornerà" (Volpi 1996, p. 117). Sul tema della crisi nichilista che ha toccato anche la teologia, un’altra interessante testimonianza ci proviene da uno scritto pubblicato postumo di Volpi in dialogo con l’amico Antonio Gnoli quando afferma che il logos divino è andato sempre più configurandosi nel significato di "volontà di Dio" anziché di "intelletto" o di "parola". Afferma Volpi: "Dopo la trasformazione volontaristica della teologia e la conseguente trasformazione dell’antropologia, l’uomo diventa un soggetto dotato di volontà, cioè un portatore di interessi, ed è quindi un individuo che mira in primo luogo a imporre e affermare se stesso. Cioè la propria volontà di potenza. La volontà di potenza è l’ultima conseguenza della trasformazione volontaristica della teologia" (Volpi-Gnoli 2010, pp. 207-208)

Salvatore Rindone


 

BIBLIOGRAFIA

 

Opere principali

Monografie:

  • Heidegger e Brentano. L’aristotelismo e il problema dell’univocità dell’essere nella formazione del giovane Martin Heidegger, CEDAM, Padova 1976

  • Heidegger e Aristotele, Daphne, Padova 1984; Laterza, Roma-Bari, 20102

  • Il nichilismo, Laterza, Roma-Bari 1996, 20042, 20093

Libri in collaborazione con altri autori:

  • La memoria e l’intelligenza: letteratura e filosofia nel Veneto che cambia, con A. Arslan, Il poligrafo, Venezia 1989

  • I prossimi Titani. Conversazioni con Ernst Jünger, con A. Gnoli, Adelphi, Milano 1997

  • Il Dio degli acidi. Conversazioni con Albert Hofmann, con A. Gnoli, Bompiani, Milano 2003

  • L’ultimo sciamano. Conversazioni con Heidegger, con A. Gnoli, Bompiani, Milano 2006

  • I filosofi e la vita, con A. Gnoli, Bompiani, Milano 2010 (postumo).

  • La selvaggia chiarezza: scritti su Heidegger, con A. Gnoli, ed., Adelphi , Milano 2011 (postumo).

Saggi e articoli in rivista o volumi collettivi:

  • «Ontologia, teologia e antropologia in alcune recenti pubblicazioni su Heidegger» in Bollettino filosofico, 1976, pp. 17-21

  • «Quello che Heidegger non ha detto», Bollettino filosofico, 1976, pp. 97-99

  • «Hegel e i greci», Quaderni di verifiche, 1977, pp. 93-111

  • «Heidegger e la “legittimità filosofica” della Seinsfrage», Bollettino filosofico, 1979, pp. 49-55

  • «La rinascita della filosofia pratica in Germania», in Filosofia pratica e scienza politica, C. Pacchiani ed., Francisci, Abano 1980, pp. 11-97

  • «Interpretare Heidegger. Rassegna di studi sulla vita, l’opera e l’incidenza», Fenomenologia e società, 1981, pp. 359-396

  • «Heidegger e i greci», Ars Maieutica, Studi in onore di Giuseppe Fagin, ed. F. Volpi, Neri Pozza, Vicenza, 1985, pp. 223-248

  • «Intervista a Franco Volpi: Heidegger e il mondo moderno», Enciclopedia Multimediale delle Scienze, 13 dicembre 1994 (disponibile in rete)

  • «Un angelo prigioniero del tempo», in N. Gómez Dávila, In margine e un testo implicito, Adelphi, Milano 2001, pp. 157-183

  • «Heidegger», in Enciclopedia filosofica, Bompiani, Milano 2006

  • «Introduzione», in N. Gómez Dávila, Tra poche parole, Adelphi, Milano 2007, pp. 9-27

  • «E alle fine dico: “Good-by Heidegger”», Il Sole 24ore, 19 aprile 2009, p. 32 (postumo)

  • Sapienza, saggezza, cura: la filosofia di fronte alla pratica, ed. M. Di Bella, testi di Maria Bettetini, Pier Luigi Celli, Neri Pollastri, Pier Aldo Rovatti, Carlo Augusto Viano, Vincenzo Vitiello, Franco Volpi, IPOC, Milano 2014 (postumo).

Curatele di raccolte di saggi:

  • Ansia per l’uomo: riflessioni sul pensiero di Romano Guardini, ed. Franco Volpi, Gualandi, Vicenza 1987

  • Ars majeutica: studi in onore di Giuseppe Faggin, ed. F. Volpi, Neri Pozza, Vicenza 1985

  • Dizionario delle opere filosofiche, con G. Boffi, Mondadori, Milano 2000

  • Guida a Heidegger, Ermeneutica, Fenomenologia, Esistenzialismo, Ontologia, Teologia, Estetica, Etica, Tecnica, Nichilismo, Laterza, Bari 1997, 20082

Curatele e/o prefazioni o postfazioni di testi: (indichiamo solo la prima edizione di ogni testo)

  • Brague, R., Il futuro dell’Occidente: nel modello romano la salvezza dell’Europa, Introduzione di Antonio Gnoli e Franco Volpi, Bompiani, Milano 2005, 20162

  • Eckhart Meister, La nascita eterna: antologia delle opere latine e tedesche, ed. G. Faggin, presentazione di Franco Volpi, N. Pozza, Vicenza 1996

  • Evola, J., Saggi sull’idealismo magico, Saggio introduttivo di Franco Volpi, Edizioni Mediterranee, Roma 2006

  • Faggin, G., Sillabario, Introduzione di Franco Volpi, Galla Libreria, Vicenza 2008

  • Feinmann, J. P., L’ombra di Heidegger, con una postfazione di Antonio Gnoli e Franco Volpi, Neri Pozza, Vicenza 2007, 20152

  • Freud S., Il nostro cuore volge al sud: lettere di viaggio. Soprattutto dall’Italia (1895-1923), Presentazione di Antonio Gnoli e Franco Volpi, Bompiani, Milano 2003

  • Gadamer, H.-G., Elogio della teoria: discorsi e saggi, a cura di Franco Volpi, Guerini e associati, Milano 1989

  • Gómez Dávila, N., In margine a un testo implicito, F. Volpi ed., Adelphi, Milano 2001

  • Gómez Dávila, N., Tra poche parole, a cura di Franco Volpi, Adelphi, Milano 2007

  • Grossner, C., I filosofi tedeschi contemporanei: tra neomarxismo, ermeneutica e razionalismo critico, Presentazione di Franco Volpi, Città nuova, Roma 1980

  • Günther A., ed., Su Heidegger: cinque voci ebraiche, Introduzione di Franco Volpi, Pubblicazione Roma Donzelli, Roma 1998

  • Gurisatti, G., Caratterologia, metafisica e saggezza: lettura fisiognomica di Schopenhauer, Presentazione di Franco Volpi, Il poligrafo, Padova 2002

  • Heidegger M., Hegel e i Greci, Verifiche, Trento 1977

  • Heidegger, M., Che cos’è metafisica?, a cura di Franco Volpi, Adelphi, Milano 2001

  • Heidegger, M., Conferenze di Brema e Friburgo, a cura di Petra Jaeger, edizione italiana a cura di Franco Volpi; traduzione di Giovanni Gurisatti, Adelphi, Milano 2002

  • Heidegger, M., Contributi alla filosofia (dall’evento), a cura di Friedrich-Wilhelm von Herrmann; edizione italiana a cura di Franco Volpi, Adelphi, Milano 2007

  • Heidegger, M., Essere e tempo, Nuova ed. italiana a cura di Franco Volpi sulla versione di Pietro Chiodi con le glosse a margine dell’autore, Longanesi, Milano 2005.

  • Heidegger, M., Fenomenologia della vita religiosa, a cura di Matthias Jung, Thomas Regehly e Claudius Strube, edizione italiana a cura di Franco Volpi, traduzione di Giovanni Gurisatti, Adelphi, Milano 2003

  • Heidegger, M., I concetti fondamentali della filosofia antica, a cura di Franz-Karl Blust, edizione italiana a cura di Franco Volpi; traduzione di Giovanni Gurisatti, Adelphi, Milano 2000

  • Heidegger, M., Il concetto di tempo, a cura di Franco Volpi, Gallio, Ferrara 1989 (stampa 1990)

  • Heidegger, M., Il principio di ragione, a cura di Franco Volpi, traduzione di Giovanni Gurisatti e Franco Volpi, Adelphi, Milano 1991

  • Heidegger, M., Lettera sull’umanismo, a cura di Franco Volpi, Adelphi, Milano 1995

  • Heidegger, M., L’essenza della verità: sul mito della caverna e sul Teeteto di Platone, a cura di Hermann Mörchen, edizione italiana a cura di Franco Volpi, Adelphi, Milano 1997

  • Heidegger, M., Nietzsche, a cura di Franco Volpi, Adelphi, Milano 1994

  • Heidegger, M., Parmenide, a cura di Manfred S. Frings, edizione italiana a cura di Franco Volpi, traduzione di Giovanni Gurisatti, Adelphi, Milano 1999

  • Heidegger, M., Segnavia, a cura di Friedrich-Wilhelm von Herrmann, edizione italiana a cura di Franco Volpi, Adelphi, Milano 1987

  • Heidegger, M., Seminari, a cura di Franco Volpi, traduzione di Massimo Bonola, Adelphi, Milano 1992

  • Jünger, E., Oltre la linea, a cura di Franco Volpi, Adelphi, Milano 1989

  • Kant, I., Che cosa significa orientarsi nel pensiero, a cura di Franco Volpi, traduzione di Petra Dal Santo, Adelphi, Milano 1996

  • Schmitt, C., Il nomos della terra: nel diritto internazionale dello Jus publicum Europæum, traduzione e postfazione di Emanuele Castrucci, cura editoriale di Franco Volpi, Adelphi, Milano 1991

  • Schmitt, C., La tirannia dei valori: riflessioni di un giurista sulla filosofia dei valori, a cura di Giovanni Gurisatti, con un saggio di Franco Volpi, Adelphi, Milano 2008

  • Schmitt, C., Teoria del partigiano: integrazione al concetto del politico, traduzione di Antonio De Martinis, con un saggio di Franco Volpi, Adelphi, Milano 2005

  • Schmitt, C., Terra e mare: una riflessione sulla storia del mondo, traduzione di Giovanni Gurisatti, con un saggio di Franco Volpi, Adelphi, Milano 2002

  • Schopenhauer, A., I manoscritti giovanili, 1804-1818, Scritti postumi di Arthur Schopenhauer, vol. 1, edizione italiana diretta da Franco Volpi, a cura di Sandro Barbera, Adelphi, Milano 1996

  • Schopenhauer, A., I manoscritti berlinesi, 1818-1830, Scritti postumi di Arthur Schopenhauer,  vol. 3, edizione italiana diretta da Franco Volpi, a cura di Giovanni Gurisatti, Adelphi, Milano 2004

  • Schopenhauer, A., L’arte di conoscere se stessi, ovvero Eis heautón, a cura e con un saggio di Franco Volpi, Adelphi, Milano 2003

  • Schopenhauer, A., L’arte di essere felici: esposta in 50 massime, a cura e con un saggio di Franco Volpi, traduzione di Giovanni Gurisatti, Adelphi, Milano 1997

  • Schopenhauer, A., L’arte di farsi rispettare esposta in 14 massime ovvero trattato sull’onore, a cura e con un saggio di Franco Volpi, traduzione di Giovanni Gurisatti, Adelphi, Milano 2007

  • Schopenhauer, A., L’arte di insultare, a cura e con un saggio di Franco Volpi, Adelphi, Milano 1999

  • Schopenhauer, A., L’arte di invecchiare, ovvero Senilia, cura e con un saggio di Franco Volpi, traduzione di Giovanni Gurisatti, Adelphi, Milano 2006

  • Schopenhauer, A., L’arte di ottenere ragione esposta in 38 stratagemmi, a cura e con un saggio di Franco Volpi, Adelphi, Milano 1991

  • Schopenhauer, A., L’arte di trattare le donne, a cura e con un saggio di Franco Volpi, Adelphi, Milano 2000

  • Schopenhauer, A., Sul mestiere dello scrittore e sullo stile, con una nota di Franco Volpi, Adelphi, Milano 1993

  • Wehr, G., Novecento occulto: i grandi maestri dell’esoterismo contemporaneo, a cura di Franco Volpi, N. Pozza, Vicenza 2002

 

Scritti sull'autore

  • E. Berti, Introduzione, in F. Volpi, Heidegger e Aristotele, 20102, cit.

  • G. Piaia, F. Todescan, edd., Franco Volpi interprete del pensiero contemporaneo, Atti dell’Incontro internazionale di studio (Padova, 19 novembre 2009), Accademia Olimpica, Vicenza 2012

  • E. Berti, Il “sentiero interrotto” di Franco Volpi, in G. Piaia, F. Todescan, cit.

  • F. Duque, Etica dopo il nichilismo, in G. Piaia, F. Todescan, cit., 89-112

  • Comune di Lavarone (a cura di), Ricordando Franco Volpi. Filosofo 04.10.1952-14.04.2009, Atti dell’incontro internazionale del 24 aprile 2010, Lavarone, Centro Congressi, Publistampa ed., Pergine Valsugana (TN) 2017.