Umberto Eco

Alessandria 1932 - Milano 2016

 

Vita e opere

Svolge i primi studi nella natia Alessandria, dove il padre è impiegato nelle Ferrovie. Si laurea a Torino con L. Pareyson sull’estetica di Tommaso d’Aquino. Dell’estetica pareysoniana Eco sviluppa presto gli aspetti più in contrasto con quella di B. Croce: se quest’ultimo aveva identificato l’arte e la poesia nell’intuizione e espressione lirica, svalutando tutti gli elementi operativi della costruzione comunicativa - ad es. l’uso dei generi letterari - che servivano a suo avviso solo come supporto, come “struttura”, per la pura espressione e intuizione estetica, per Eco, invece, radicalizzando Pareyson, la “struttura” formale-poietica, operativa, dell’arte e della poesia assorbe completamente in sé l’aspetto lirico-espressivo, facendo venire meno la distinzione, in Croce dialetticamente fondamentale, tra “letteratura” e “poesia”. 

Non solo diviene così esteticamente determinante la specifica costruzione formale e operativa della comunicazione di ogni artista ai propri destinatari, ma altrettanto importanti sono l’interpretazione attiva di tale comunicazione da parte dei destinatari stessi, nonché i mezzi, i contesti e i codici più o meno generali (come i “generi” o i “sottogeneri” letterari) attraverso cui essa avviene. In una serie di scritti che ebbero subito vasta attenzione, anche fuori di Italia, Eco svolge questo tipo di analisi testuale rispetto a opere molto complesse della cultura primonovecentesca e contemporanea (Joyce, le avanguardie musicali post-weberiane, l’arte informale), ma pure rispetto a opere della letteratura di massa - come i “gialli”, la fantascienza, i fumetti - e dei nuovi mezzi di comunicazione quali la TV (cfr. Opera aperta, 1962; Diario minimo, 1963; Apocalittici e integrati, 1964; La struttura assente, 1968; Il Superuomo di massa, 1976). 

Rispetto ai critici radicali della società contemporanea, e della sua cultura comunicativa, da lui definiti “apocalittici”, Eco considera velleitario uno sdegnoso giudizio globale completamente dall’alto o dall’esterno di codici che sono permeati ormai ovunque; d’altro lato, rispetto a coloro che egli chiama gli “integrati” e che ritengono sia impossibile e inutile “dissentire” sulle modalità comunicative sociali contemporanee di massa, proprio perché si è sempre al loro interno, Eco fa valere invece il principio della pluralità dei codici che si intrecciano e si valutano a vicenda, permettendo un giudizio se non globale, dall’esterno e dall’alto di tutti, quantomeno parziale e critico gli uni degli altri.

Molto attivo fin da giovane nell’ambito editoriale e nei nuovi mezzi di comunicazione come la TV, Eco giunge più tardi all’insegnamento accademico stabile, fra l’altro in una disciplina di giovane statuto epistemologico, come la semiotica, di cui scrive un trattato generale (1975) e di cui diviene ordinario a Bologna. L’opera che lo fa diventare un autore di fama mondiale è però il romanzo Il nome della rosa (1980), in cui le modalità comunicative di vari generi e sottogeneri - il romanzo “storico”, il “giallo di investigazione”, il “thriller”, il romanzo “saggistico-filosofico”… - sono parodiate e mescolate in una costruzione stratificata che rifrange i movimentati linguaggi contemporanei nella presunta immobilità della metafisica medioevale. Seguono altri romanzi, in cui diverse questioni teoriche o storiche sono indagate o criticate attraverso trame articolate, scomposizioni, diffrazioni (si vedano, per esempio, il tema dell’intreccio tra memoria e identità personale e di massa in La misteriosa fiamma della regina Loana, 2004, o il tema dell’antisemismo in Il cimitero di Praga, 2010). 

Accanto alla produzione più propriamente letterario-romanzesca, Eco prosegue fino all’ultimo la sua intensa attività di intervento culturale e civile, ai più disparati livelli, in Italia e nel mondo. Tra i temi affrontati negli ultimi decenni c’è quello dei Limiti dell’interpretazione (1990), per cui, di fronte agli estremismi “decostruzionistici”, Eco sottolinea che l’interazione sempre presente tra produttori e destinatari di testi non significa affatto la loro indistinzione, e analizzare e rimarcare i contesti di comunicazione vuol dire tutt’altro che confonderne, senza distinzioni, le loro modalità di funzionamento. Ampia attenzione internazionale ha suscitato anche la sua analisi dei codici dei “fascismi” vecchi e nuovi, che condividono specifiche perniciose componenti - ad es. la sindrome del “complotto”, l’antimodernità, la denigrazione del debole, il culto della morte e della guerra (Ur Fascism, 1995).

 

Il pensiero sulla religione

Nello scambio di epistole aperte in tema di religione con l’Arcivescovo ambrosiano C.M. Martini, Eco ricorda di aver “ricevuto una forte impronta cattolica sino (per segnare il momento di una incrinatura) ai ventidue anni” (Eco, in Eco/Martini, In cosa crede chi non crede, 1996, p. 69), e non a caso i suoi primi studi vertono sulla scolastica bassomedioevale, per la quale rimarrà fino alla fine un profondo interesse intellettuale (“temprato alla scuola del vecchio Aquinate” è una citazione di Joyce che ha usato nel suo saggio sullo scrittore irlandese).

Pure abbandonata, in proprio, la fede in “una divinità personale e previdente”, il mondo scolastico e tardo medievale in genere continua, infatti, ad apparire ad Eco come un interessantissimo palinsesto di codici che hanno inciso profondamente anche in quelli successivi, seppure in modi sempre nuovi e plurali. 

Gli asseriti rapporti metafisici e astorici di scolastici e neoscolastici lasciano dunque il campo in Eco ad una pluralità storica di codici che si intrecciano e si valutano a vicenda, nelle forme più varie costruite da ognuno li metta in atto negli scambi con gli altri (importante è in Eco il confronto con la semiotica pragmaticista di Ch.S. Peirce). Tra queste forme vi è anche una “religiosità laica”, come la propria, fondata sul “senso del limite”, e “di ciò che ci supera”, senza necessariamente configurare, appunto, “una divinità personale e previdente” (Ibid., p. 70).

Sempre nel dialogo con Martini, Eco non apprezza “una opposizione secca tra chi crede in un Dio trascendente e chi non crede in alcun principio sovraindividuale” e, ricordando Spinoza, scrive che “anche dalla visione di una grande e unica Sostanza cosmica in cui un giorno saremo riassorbiti, può emergere una visione della tolleranza e della benevolenza, proprio perché all'equilibrio e all'armonia dell'unica Sostanza siamo tutti interessati. Lo siamo perché in qualche modo pensiamo che è impossibile che questa Sostanza non venga arricchita o deformata da quello che nei millenni anche noi abbiamo fatto” (Ibid., p. 80).

Da un punto di vista civile, Eco avversa quello che definisce il pericoloso “millenarismo disperato”, sia esso di tipo religioso o meno, che si verifica “ogni qual volta la fine dei tempi viene vista come inevitabile, e qualsiasi speranza cede il posto a una celebrazione della fine della storia, o all'appello a un ritorno a una Tradizione intemporale e arcaica, che nessun atto di volontà e nessuna riflessione, non dico razionale, ma ragionevole, potrà mai arricchire” (Ibid., p. 12; cfr. anche A passo di gambero, 2006; Costruire il nemico e altri scritti occasionali, 2011;  Sulle spalle dei giganti, 2017, e Intellectual Autobiography, in Beardsworth S., Auxier R.E. 2017).

Omar Brino

 

Biblio-sitografia

 

Opere principali

 

  • Il problema estetico in San Tommaso, Torino 1970, ora in Eco 2012.

  • Sviluppo dell'estetica medievale, in Momenti e problemi di storia dell'estetica, I, Dall'antichità classica al Barocco, Milano 1959, pp. 115-229.

  • Opera aperta. Forma e indeterminazione nelle poetiche contemporanee, Milano 1962 (ed. riv. ivi 1976).

  • Diario Minimo, Milano 1963.

  • Apocalittici e integrati, Milano 1964.

  • Le poetiche di Joyce. Dalla "Summa" al "Finnegans Wake", Milano 1966 (ed. modificata sulla base della seconda parte di Eco, 1962).

  • La Struttura Assente, Milano 1968.

  • Il segno, ilano 1973.

  • Il costume di casa. Evidenze e misteri dell'ideologia italiana, Milano 1973.

  • Trattato di semiotica generale,Milano 1975.

  • Il Superuomo di massa. Studi sul romanzo popolare, Milano 1976.

  • Come si fa una tesi di laurea, Milano 1977.

  • Dalla periferia dell'impero, Milano 1977.

  • Lector in fabula, Milano 1979.

  • Il nome della rosa, Milano 1980.

  • Sette anni di desiderio, Milano 1983.

  • Semiotica e filosofia del linguaggio, Milano 1984.

  • Sugli specchi e altri saggi, Milano 1985.

  • Il pendolo di Foucault, Milano 1988.

  • I limiti dell'interpretazione, Milano 1990.

  • Il secondo diario minimo, Milano 1992.

  • La ricerca della lingua perfetta nella cultura europea, Roma-Bari 1993.

  • Six Walks in the Fictional Woods, Cambridge MA 1994.

  • L'isola del giorno prima, Milano 1994.

  • Ur Fascism, in “The New York Review of Books”, June 22, 1995.

  • In cosa crede chi non crede? (con Carlo Maria Martini e altri intervenuti), Roma 1996 (ried. Milano 2014).

  • Cinque scritti morali, Milano 1997 (contiene anche la versione italiana di Eco 1995).

  • Kant e l'ornitorinco, Milano 1997.

  • Serendipities: Language and Lunacy, New York 1988.

  • La bustina di Minerva, Milano 1999.

  • Baudolino, Bompiani, Milano 2000.

  • Sulla letteratura,  Milano 2002.

  • Dire quasi la stessa cosa. Esperienze di traduzione, Milano 2003.

  • La misteriosa fiamma della regina Loana. Romanzo illustrato,  Milano 2004.

  • Nel segno della parola, con D. Del Giudice e G. Ravasi, a cura e con un saggio di I. Dionigi, Milano 2005.

  • A passo di gambero. Guerre calde e populismo mediatico, Milano 2006.

  • Dall'albero al labirinto: studi storici sul segno e l'interpretazione, Milano 2007. 

  • La  vertigine della lista, Rizzoli, Milano 2009.

  • Il cimitero di Praga, Bompiani, Milano 2010.

  • Costruire il nemico e altri scritti occasionali, Milano 2011.

  • Scritti sul pensiero medievale, Milano 2012.

  • Storia delle terre e dei luoghi leggendari, Milano 2013.

  • Numero zero, Milano 2015.

  • Pape Satàn Aleppe: Cronache di una società liquida, Milano 2016.

  • Sulle spalle dei giganti, Milano 2017.

  • Intellectual Autobiography, in Beardsworth S., Auxier R.E. 2017.

  • Sulla televisione. Scritti 1956-2015, A cura di G. Marrone, Milano 2018.

  • Sull'arte. Scritti dal 1955 al 2016, a cura di V. Trione, Milano 2022.

 

Scritti sull'autore 

 

La bibliografia mondiale sull’autore è molto vasta, si indicano qui solo alcuni volumi recenti in cui si possono trovare anche riferimenti aggiornati

 

  • Beardsworth S., Auxier R.E. (eds.), The Philosophy of Umberto Eco, Library of Living Philosophers Book 35, Chicago and LaSalle IL 2017.

  • Beardsworth S., Auxier R.E. (a cura di), La filosofia di Umberto Eco con la sua «Autobiografia intellettuale», Milano 2021 (tr. di Beardsworth, Auxier 2017).

  • Crapis C., Crapis G., Umberto Eco e la politica culturale della Sinistra, Milano 2022

  • Dal Sasso D., Ferraris M., Volli E., Rethinking Philosophy, Semiotics, and the Arts with Umberto Eco, numero monografico della “Rivista di estetica”, 76, 2021.

  • Hoha B., Umberto Eco’s Semiotics: Theory, Methodology and Poetics, Cambridge 2022.

  • Schilling E. (Hg.), Umberto Eco-Handbuch. Leben – Werk – Wirkung, Stuttgart 2021.

  • Traini Stefano, Le avventure intellettuali di Umberto Eco, Milano 2021.

 

On line interviste su questioni religiose:

 

http://archivio.fondazionecarlomariamartini.it/fcmm-web/video/detail/IT-FCMM-AV0001-000020/umberto-eco.html?currentNumber=0&startPage=0

 

https://www.youtube.com/watch?v=pP0vVmM9zrg