Pietro Piovani

Napoli 1922 - Napoli 1980

Vita e opere

Si forma all'università della città natale sotto la guida del filosofo G. Capograssi. È autore di un originale indirizzo di ricerca filosofica che muove i primi passi già all'indomani della tragica conclusione della Seconda guerra mondiale, e le cui tracce sono ravvisabili precisamente nell'elaborazione della propria caratterizzazione etico-politica, presto approdata alle ragioni del liberalismo democratico, e definitivamente orientata dalla necessità di ripensare il valore dell'individuo nel suo farsi persona. Gli anni che vanno dal 1953 al 1963 lo vedono insegnare Filosofia del Diritto presso le università di Trieste, Firenze e Roma, per poi divenire titolare delle cattedre di Storia delle Dottrine Politiche, Storia della Filosofia Morale e Filosofia Morale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Napoli “Federico II”. Ricopre incarichi accademici di valore (tra questi quello di direttore, insieme a E.P. Lamanna, della “Collana di Filosofia” delle Edizioni Morano; quello di fondatore, presso in Centro Nazionale di Ricerche, del Centro di Studi Vichiani; quello di co-fondatore, nel 1975, dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli). Nel 1972 diviene membro dell’Accademia dei Lincei. Muore a soli 58 anni.

Piovani è un autore molto prolifico, la cui totalità delle pubblicazioni è custodita presso la “Fondazione Pietro Piovani per gli Studi Vichiani” (presso la Società Nazionale di Scienze, Lettere e Arti di Napoli), insieme agli studi dedicati al suo pensiero. Nonostante l’ampiezza di tale produzione, risulta possibile indicare alcune opere fondamentali: a partire dalla pubblicazione de Normatività e società (Napoli, 1949) e Linee di una filosofia del diritto (Padova, 1958), si assiste– nell’ambito della produzione di Piovani – a un sempre più evidente spostamento dell’attenzione verso tematiche di carattere filosofico, come mostrano le successive pubblicazioni Giusnaturalismo ed etica moderna (Bari, 1961), Filosofia e storia delle idee (Bari, 1965), Conoscenza storica e coscienza morale (Napoli, 1966), Principi di una filosofia della morale (Napoli, 1972) e Oggettivazione etica e assenzialismo, pubblicato postumo nel 1981. Nel 1989 è stato pubblicato un volume che raccoglie alcuni testi, il cui titolo è Posizioni e trasposizioni etiche.

Il pensiero filosofico-religioso

Per Piovani, la “questione” della religione può essere compresa solo a partire dalla disintegrazione della concezione del mondo vigente durante Medioevo. Il venire meno di tale ordine genera un passaggio a quella tappa che egli definisce come “disordine moderno” (Giusnaturalismo ed etica moderna). Tale disordine mette in crisi precisamente la costituzione della riflessione sulla realtà come ordine orientato e strutturato a partire dalla figura di Dio come principio supremo di ogni ontologia. Secondo il filosofo napoletano, il pensiero è orientato verso tale concezione del divino da un dato primario: l’uomo si riconosce esistente precisamente in quanto collocato nel continuo rischio della non esistenza (Oggettivazione etica e assenzialismo). L’uomo risulta, così, l’essere in qualche modo alla ricerca della sua stessa natura in quanto non collocato in maniera completamente calzante nel mondo, nel quale invece le altre specie sembrano possedere un “posto” ben preciso.

Di qui la ricerca, per il pensiero, di una stabilità che, in realtà, lo stesso sviluppo della riflessione filosofica e delle altre discipline scientifiche mostrano fallace. Secondo Piovani, è proprio lo spavento generantesi a partire dalla possibilità di smettere d’esistere che conduce la riflessione umana alla tematizzazione della morte, e tale tematizzazione rimanda alla dimensione religiosa: «Il problema del “mistero” è questa tematizzazione: è l’oggetto specifico dell’esperienza religiosa (dove non c’è rapporto col misterioso non c’è religione in senso proprio)» (Oggettivazione etica e assenzialismo, p. 80). La religione, così, corrisponderebbe al primo processo di razionalizzazione di quell’universo mitico nel quale oramai all’uomo diviene impossibile soggiornare. Si tratterrebbe, infatti, proprio di un “ordinare” la labirintica massa di indicazioni (spesso anche contraddittorie) presenti nell’universo mitico secondo una capacità di classificazione che dà inizio a quella tensione che si conosce come contrapposizione tra logos e mythos.

In tale tensione, secondo Piovani, si va costituendo quello che egli stesso definisce come orizzonte cosmologico, nel quale si dà certo l’azione del pensiero razionale ma mai slegato da quell’originario mitico al quale esso stesso tenta di ricondurre ogni dato: si tratterebbe, quindi, di un ordine razionale ma sempre legato a un originario non razionale e, grazie ad esso, unificante. Qualcosa che Piovani cerca di mostrare attraverso le sue ricerche di storia della filosofia, sottolineando la continuità esistente – da questo punto di vista – a partire da quello che è considerato l’inizio della storia del pensiero fino alla fine dell’epoca medioevale. Una continuità che il pensatore napoletano considera espressione di una sostanzializzazione dell’essere, cosa che il pensiero moderno si incaricherà di demistificare. In tale processo può finalmente venir alla luce tutto il valore della persona (categoria già assunta dal pensiero medievale ma che, secondo Piovani, collabora precisamente – in virtù della sua capacità di non lasciarsi classificare in un ordine unificante – al frammentarsi dell’orizzonte cosmologico) e del messaggio cristiano relativo al logos incarnato: «Il Logo incarnato incomincia a essere veduto per quello che è: non continuazione ma rifiuto del Logos erede del Nous» (Posizioni e trasposizioni etiche, p. 215). Una condizione che apre alla possibilità, per la stessa religione, di non dover più rispondere alle necessità dell’ontologia, ma di poter finalmente riflettere la lacerazione dell’esistenza nella sua espressione poliforme della differenza.

Il recupero dell’autentico slancio umanista – che corrisponde alla pienezza del progetto di desostanzializzazione dell’essere – corrisponde alla possibilità dell’affermazione della differenza e, nello stesso tempo, al ricondurre la questione religiosa alla sua completa autenticità. Attraverso lo sviluppo di un pensiero orientato al riconoscimento e all’affermazione del primato etico, che oramai sovrasta quello ontologico, Piovani ricorda che è precisamente attraverso tale primato che l’uomo può finalmente mettersi sulle tracce di Paolo di Tarso e, rinunziando ai tradizionali appoggi cosmologici, può riconoscere il Dio reso perfetto dal patimento. Senza dubbio, non si può affermare che la riflessione di Piovani si caratterizzi come una filosofia della religione in senso confessionale. Ciò nonostante, la problematica della desostanzializzazione dell’essere come caratteristica fondamentale del pensiero moderno, reca con sé una necessaria considerazione relativa alla religione e alla sua autenticità.

Stefano Santasilia

 

Biblio-sitografia

Opere principali

  • Normatività e società, Napoli, 1949.
  • Il significato del principio di effettività, Milano, 1953.
  • Morte (e trasfigurazione?) dell'Università, Napoli, 1969.
  • La teodicea sociale di Rosmini, Padova, 1956; II ed. Brescia, 1997.
  • Linee di una filosofia del diritto, Padova, 1958; II ed. riveduta 1964; III ed. 1968.
  • Giusnaturalismo ed etica moderna, Bari, 1961; II ed. Napoli, 2000.
  • Filosofia e storia delle idee, Bari, 1965; ed. anastatica Roma, 2010.
  • Conoscenza storica e coscienza morale, Napoli, 1966; II ed. 1972.
  • Principi di una filosofia della morale, Napoli, 1972; II ed. 1989.
  • Oggettivazione etica e assenzialismo, a cura di F. Tessitore, Napoli, 1981; II ed. Brescia, 2010.
  • La filosofia nuova di Vico, a cura di F. Tessitore, Napoli, 1990.
  • Per una filosofia della morale, a cura di F. Tessitore, Milano, 2010.

Scritti sull’autore

  • Acocella G., Idee per un'etica sociale. Note in margine al pensiero di Pietro Piovani, Soveria Mannelli, 1997. 
  • Amodio P. (a cura di), Bibliografia degli scritti su Pietro Piovani, 1948-2000, Napoli, 2000.
  • Amodio P., Bibliografia degli scritti su Pietro Piovani (2000-2007), in «Archivio di storia della cultura», XXI (2008);
  • Jervolino D., Logica del concreto ed ermeneutica della vita morale. Newman, Blondel, Piovani, Napoli, 1994.
  • Lissa G., Anti-ontologismo e fondazione etica in Pietro Piovani, Napoli, 2001. 
  • Morrone G., La scuola napoletana di Pietro Piovani: lettura critica e informazione bibliografica, Roma, 2015.
  • Nieddu A.M. (a cura di), Incontri blondellani. Volontà, norma, azione in Maurice Blondel e in Pietro Piovani, Cagliari, 2005.
  • Nieddu A.M., Normatività soggettività storicità: saggio sulla filosofia della morale di Pietro Piovani, Napoli, 2001.
  • Perrucci A., L'etica della responsabilità. Saggio su Pietro Piovani, Napoli, 2007.
  • Tessitore F., La filosofia morale di Giuseppe Capograssi e Pietro Piovani, a cura di M. Papa, Roma, 2022.
  • Tessitore F., Pietro Piovani, Napoli, 1982.
  • Tessitore F., Tra esistenzialismo e storicismo: la filosofia morale di Pietro Piovani, Napoli, 1974.

Siti dedicati

http://www.fondazionepiovani.it/

https://swuv.jimdofree.com/editionen/pietro-piovani-edition/