Armando Carlini
Napoli 1878 - Pisa 1959
Vita e opere
Armando Carlini nasce a Napoli il 9 agosto 1878 da Clemente Carlini e da Teresa Guglielmini. Frequentò il liceo nel seminario arcivescovile di Bologna fino al 1896 quando raggiunse la madre a Roma. Qui frequentò, per soli due anni, la Facoltà di Lettere e filosofia. Successivamente tornò a Bologna per utilizzare una borsa di studio universitaria e lì risentì molto dell’ambiente repubblicano restando colpito dalla figura di Giuseppe Mazzini. Successivamente si allontanò mentalmente e culturalmente dal mazzinismo e dagli ambienti repubblicani.
Carlini si laureò nel 1902 in Lettere con una tesi sull’Africa del Petrarca diretta da Giosuè Carducci. Nel medesimo anno conseguì il Dottorato in filosofia con una tesi concernente il sistema filosofico presente nella Divina Commedia di Dante Alighieri, diretto da un cattolico di grande competenza storico-filosofica, in particolare platonica, quale Francesco Acri.
Insegnò lettere prima a Iesi e successivamente a Foggia, Cesena, Trani, Parma e Pisa. A Foggia avviene l’incontro con Giuseppe Lombardo Radice che gli diede da leggere l’Estetica del Croce: lettura che gli farà comprendere la sua “vocazione” per la filosofia. A Pisa frequenta le lezioni di Gentile col quale stringe un rapporto di stima e collaborazione intenso tanto che nel 1917 diverrà docente incaricato di Filosofia teoretica. Dal 1922 fu nominato ordinario della medesima cattedra. Le pubblicazioni più importanti saranno tutte del periodo pisano. Già dagli anni Venti fu in contatto personale con Heidegger e assistette, fra l'altro, al celeberrimo confronto di Davos tra quest'ultimo e Cassirer.
Nel 1932 avviene una grave tragedia familiare: la morte all’età di soli 12 anni della figlia Grazia Maria per aver ingerito dei funghi avvelenati. Questo lutto segnò, come si può immaginare, la vita del Carlini e gli fece approfondire ancora di più il suo senso e la sua ricerca religiosa del Cristianesimo. A questo è legato soprattutto il testo su La religiosità dell’arte e della filosofia del 1932 di cui la seconda parte è l’unione di interventi e prolusioni precedenti il tragico evento; mentre la parte dedicata all’arte è proprio la parte scritta dopo la morte della figlia.
Fu Rettore dell’università di Pisa dal 1927 fino al 1935, mentre dal 1934 fino al 1939 divenne deputato dell’allora Camera dei fasci. Al fascismo aveva aderito formalmente dal 1923 spinto, secondo il suo biografo Vittorio Sainati, dal fervore riformistico del Gentile in relazione alla sua azione come ministro dell’Istruzione, cosa che gli costò la rottura dell’amicizia con il Croce.
Dal 1939 al 1945 si ritirò a vita solitaria e dal 1944 al 1945 si rifugiò, dopo la disfatta del regime fascista, fra i monti della Garfagnana. Nel 1945 venne collocato a riposo dall’Università ma non smise la sua attività culturale che continuò fino a poco prima della morte che avvenne a Pisa il 30 settembre 1959. Tra gli allievi, va nominato in primo luogo il già citato Sainati, che ne studiò in modo intenso le tematiche e sviluppò a propria volta un'originale prospettiva filosofico-religiosa.
Il pensiero filosofico-religioso
La prima opera originale importante del Carlini è La vita dello spirito, pubblicata nel 1921. Qui inizia la sua rilettura dell’attualismo gentiliano per fare emergere gli aspetti esistenziali insiti in tale pensiero sottolineandone la positività – legata al senso di dinamismo e di concretezza – e criticandone la troppa astrattezza legata all’esaltazione della ragione a discapito della vita a cui il Gentile, secondo la rilettura carliniana, non era sufficientemente attento: troppo l’affidarsi alla sola logica presente nel pensiero gentiliano.
Altra opera importante è La religione dell’arte e della filosofia, in cui l’allontanamento dall’idealismo assoluto prosegue e si rilegge il problema religioso insito nella dimensione estetica e quindi del sentire umano. Qui continua l’attenzione alla vita, anche negli aspetti legati al senso estetico e alla corporeità, per rileggervi l’esigenza di Dio e dunque della religione. La seconda parte, dedicata alla filosofia e composta da interventi fatti dal Carlini in varie occasioni legate all’ambito universitario, inizia l’approfondimento – che seguirà successivamente e in modo sempre più intenso – della relazione tra fede e ragione, pensiero e religione studiandone la relazione e le rispettive autonomie.
Altra opera rilevante è Il mito del realismo del 1936. È il testo dove si avvertono forti gli influssi di Kierkegaard e Heidegger assieme a una presa di distanza ulteriore dall’idealismo di Gentile e Croce. Qui lo spiritualismo carliniano desidera approfondire ed esplicare maggiormente il legame che sussiste fra l’uomo e il mondo dando maggiore indipendenza a quest’ultimo per poter superare le posizioni idealistiche da cui pure era partito. L’espressione peculiare di “mito del realismo” è una reazione alle posizioni positivistiche secondo le quali il mondo è la realtà vera e originaria alla luce della quale l’uomo può comprendere la propria identità. Carlini riconosce al mondo una sua consistenza ontologica alla luce della corporeità intesa come sentimento fondamentale, così che la corporeità viene riletta come il tramite dell’uomo per entrare nel mondo. Il sentimento fondamentale – di rosminiana memoria – è quello che si presenta nella modificazione degli organi di senso: sensazioni appartenenti al mondo contingente dell’esperienza e che danno il senso del reale come mondo, danno il senso all’uomo di “svegliarsi” nel mondo in anima e corpo. Questo realismo è diverso da quello positivistico sopraccennato. Se l’uomo non può essere riletto come semplice realtà naturale, è perché trova la sua identità nel problema di se stesso a se stesso e in relazione a Dio in una acquisizione dell’esistenza come valore che si estrinseca in relazione al mondo così che nel problema del reale si pensa e vive il problema di se stessi: questa è la “mitologicità” del reale.
Lineamenti di una concezione realistica dello spirito è l’opera considerata dall’autore medesimo come la più matura dal punto di vista speculativo e fu pubblicata, capitolo per capitolo, sulla rivista Logos dal 1938 al 1942. In questa opera continua lo sviluppo della direzione intrapresa verso una critica in senso realistico dell’idealismo. Nell’ambito di questo testo viene sottolineata la problematicità relativa al contrasto fra interiorità ed esteriorità o fra pensiero critico e fede: un contrasto che non indica tanto una contraddizione logica risolvibile – come nell’idealismo – nel dinamismo del pensiero. È, piuttosto, una contraddizione che costituisce la vita dell’atto umano e quindi non è da sopprimere ma da ravvivare per rilanciare continuamente il dinamismo della vita con tutto quello che questo significa. Carlini cerca di dare, in correlazione al percorso di allontanamento dall’idealismo già iniziato, una luce diversa al tema della corporeità per spiegare la esistenzializzazione del trascendentale in relazione al mondo (io in relazione all’esteriorità) e a se stesso (interiorità) per scoprire la ricchezza della propria identità nella irriducibilità dell’io al mondo; e in relazione a Dio, al Dio interiore che eleva l’uomo all’interno dell’uomo stesso.
Con Cattolicesimo e pensiero moderno (1953) viene approfondita la filosofia cristiana carliniana con un confronto, serrato e positivo, col pensiero moderno: confronto teso ad affrontare la criticità (come la mentalità pregiudiziale contro i dogmi riletti, dal Carlini, come vie di senso e contenuti importanti e arricchenti per la stessa filosofia) e le positività, mostrando come e quanto la filosofia moderna, nonostante le cadute panteistiche e i “tagli” al senso di Trascendenza compiuti, si fondi e si “abbeveri” al Cristianesimo. L’accoglienza del dogma cristiano viene preparata dal sottolineare come vi sia un mistero nell’esistenza che il razionalismo non riesce né a ridurre, né a eliminare. Occorre, così, riconoscere una “dogmaticità” umana, che parla e promana dall’esistenza: un mistero che né l’idealismo, né l’esistenzialismo, riescono ad illuminare. Su questa “dogmaticità” dell’esistenza si innesta e staglia il dogma cristiano: una verità rivelata che si offre come risposta all’uomo e che sollecita il suo pensiero critico impegnando, assieme, ragione e fede. Altre tematiche approfondite sono la creazione (riflessione che gli permette di distanziarsi ulteriormente da ogni forma di panteismo antico e moderno) e il discorso sulla personalità divina e umana del Dio incarnato. Questo gli permetterà di presentare il Cristianesimo come la religione che fa ricomprendere all’uomo il mondo, distanziandosene e impegnandosi in esso; e che gli permette di “disegnare” un Dio che è Amore. L’ultimo argomento affrontato è quello sul male lasciando svolgere un percorso che è fatto di riflessione su vari pensieri moderni e sul dogma del peccato originale, alla cui luce interpreta la condizione attuale dell’uomo analizzata nella sua negatività.
Le ragioni della fede (1959) è l’ultima opera pubblicata dal Carlini. La strada prospettata è analoga all’opera precedente dove, in scritti più brevi pubblicati per varie occasioni, si ritorna, con un linguaggio più semplice, ad approfondimenti che stanno fra teologia e filosofia, tra fede e ragione concepite in relazione armonica. Continua il confronto, positivo e critico assieme, rispetto sia all’idealismo e sia all’esistenzialismo. Altro argomento affrontato è l’irriducibilità della fede a sentimento, come se non avesse a che fare con la ragione. Ultimo argomento è una riflessione sui sacramenti del Battesimo, Eucaristia, Matrimonio e Confessione.
Settimio Luciano
Bibliografia
Opere principali
- La vita dello spirito, Vallecchi, Firenze 1921.
- Spiritualismo e metafisica, in “Rivista di filosofia neo-scolastica” 3 (1932) 265-278.
- La religiosità dell’arte e della filosofia, Sansoni, Firenze 1934.
- Il mito del realismo, Sansoni, Firenze 1936.
- Lineamenti di una concezione realistica dello spirito, Ed. Perrella, Roma 1942.
- Saggio sul pensiero filosofico e religioso del fascismo, Istituto Nazionale di Cultura fascista, Roma 1947.
- Principi metafisici del mondo storico, Armando Argalia, Urbino 1943.
- Lineamenti di una concezione realistica dello spirito, in Aa.V.v., Filosofi italiani contemporanei, Marzorati, Milano 1944, 183-197.
- Avviamento allo studio della filosofia, Sansoni, Firenze 1950.
- Perché credo, Morcelliana, Brescia 1950.
- Alla ricerca di me stesso, Sansoni, Firenze 1951.
- Filosofia e storia della filosofia, Marzorati, Milano 1951.
- Cattolicesimo e pensiero moderno, Morcelliana, Brescia 1953.
- Contributo e posizione dei cattolici nella filosofia, “Ragguaglio librario” (1954) 149-161.
- Che cos’è la metafisica?, Bocca, Roma 1956.
- Studi gentiliani, Sansoni, Firenze 1958.
- Dalla vita dello spirito al Mito del realismo, Sansoni, Firenze 1959.
- Le ragioni della fede, Morcelliana, Brescia 1959.
Alcuni articoli
- Ancora dello spiritualismo e della metafisica, in “Rivista di filosofia neo-scolastica” 6 (1932) 602-616.
- Una questione sull’ateismo, in “Giornale critico della filosofia italiana” 3 (1932) 207-228.
- Il problema della storia, in Aa.Vv., Il problema della storia, Milano 1944, 149-175.
- Significato e aspetti dell’esistenzialismo, in “La Nuova Antologia” 2 (1947) 186-196.
- Vari significati dell’esistenzialismo, in “La Nuova Antologia”, 3 (1947) 285-301.
- S. Tommaso e il pensiero moderno, in “Giornale di Metafisica” 1 (1947) 1-13.
- Il problema del male nel secolo XVIII, in “Studium” 4 (1947) 201-204.
- “Motivi spirituali dell’esistenzialismo”, in Aa.Vv., Atti del Congresso Internazionale di Filosofia, vol. II, L’esistenzialismo, Castellani, Milano 1948, 167-175.
- Il problema del rapporto tra la scienza e la fede, oggi, in “Responsabilità del sapere” 44 (1955) 365-410.
- Libertà e dogma, in “Città di Vita” 1 (1955) 40-46.
- Persona e personalità spirituale, in “Città di Vita” 6 (1955) 761-771.
- Persona e società, in “I problemi della pedagogia” 5 (1955) 279-285.
- In qual senso la filosofia moderna è una filosofia cristiana, in “Studium” 4 (1959) 231-246.
- Della morte e dell’al di là, abbiamo noi qualche esperienza?, in “Humanitas” 8-9 (1959) 169-181.
Studi sull'autore
- Accardo S., Lo spiritualismo cristiano di Armando Carlini. Una ricostruzione e una testimonianza, in “Studium” 1 (1989) 69-86.
- Antonelli M.T., Il neospiritualismo italiano: Sciacca, Carlini, Guzzo, in “Giornale di Metafisica” 2 (1955) 192-224.
- Antonelli M.T., L’attualismo cristiano di Armando Carlini, in “Giornale di Metafisica” 6 (1960) 703-717.
- Banfi A., La religiosità dell’arte e della filosofia di A. Carlini, in “Archivio di filosofia” 3 (1934).
- Barale M., Trascendentalismo ed esistenzialismo nelle riflessioni di Armando Carlini sulla possibilità di una metafisica, in “Teoria” 2 (2010) 75-84.
- Bogliolo L., Un filosofo cristiano: A. Carlini, in “Salesianum” 1 (1960) 373-383.
- Bontadini G., Filosofia e religione nel pensiero di Armando Carlini, in “Rivista di filosofia neo-scolastica” 2 (1929) 170-183.
- Bontadini G., Le polemiche dell’attualismo. II. Polemiche interne: c) Bosanquet contro Carlini e d) Gentile contro Carlini, in “Rivista di filosofia neo-scolastica” 6 (1925).
- Bontadini G., Lo spiritualismo di A. Carlini, in “Rivista di filosofia neo-scolastica” 3 (1939) 263-293.
- Bontadini G., Lo spiritualismo di A. Carlini, in “Rivista di filosofia neo-scolastica” 2-3 (1940) 173-192.
- Bontadini G., Metafisica e antimetafisica (risposta a A. Carlini), in “Giornale critico della filosofia italiana” 4 (1954) 433-436.
- Bontadini G. Spiritualismo cristiano e metafisica classica, in “Giornale critico della filosofia italiana” 3 (1955) 81-96.
- Calogero G., Risposta ad Armando Carlini, in “Giornale critico della filosofia italiana” 3 (1957), 360-368.
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- Carbonara C., Considerazioni sulla filosofia di A. Carlini, in “Logos” 2 (1937).
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- Messinese L., Pensiero e trascendenza. La disputa Carlini-Olgiati del 1931-1933, Quattro Venti, Urbino 1990.
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- Sainati V., Armando Carlini e Ugo Spirito: una concordia fortemente discors, in “Annali della Fondazione Spirito” (1994) 171-183.
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- Sainati V., Aspetti e problemi dello spiritualismo di Armando Carlini, in “Giornale critico della filosofia italiana” 1 (1960) 126-137.
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- Sciacca M.F., Dall’Attualismo allo spiritualismo critico (1931-1938), Marzorati, Milano 1961, 108-112; 459-495; 526-528.
- Stefanini L., Discordia concors… (risposta al prof. Carlini), in “Giornale critico della filosofia italiana” 2 (1951) 293-297.
- Zagami O., Dall’attualismo al personalismo: l’esperienza filosofica di Armando Carlini, (Università degli studi di Milano, tesi di laurea), Milano 1990.
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