Bernardino Varisco

Chiari, 20 aprile 1850 - Chiari, 21 ottobre 1933

Vita e opere

Figlio di Carlo (preside del Ginnasio di Chiari) e di Giulia Bonatelli (sorella del celebre filosofo spiritualista bresciano, F. Bonatelli), crebbe in un clima patriottico e cattolico. Ospite del Collegio Nazionale di Torino, conseguì la licenza al Liceo Cavour (fu suo docente C. Cantoni). Si iscrisse poi al Politecnico della stessa città e, successivamente, all’università di Padova, dove si laureò nel 1873 in Ingegneria civile e architettura. A questo periodo risalgono le primissime pubblicazioni, di argomento scientifico, Intorno ad alcuni principi di meccanica (1871) e il Saggio sulla teorica dei rapporti (1872). A Padova conobbe Natalina Müller, che divenne sua giovanissima sposa nel 1874 e, pochi anni dopo, gli diede due figlie, Giulia e Maria (la prima delle quali rimarrà col padre fino alla fine, costituendo un prezioso punto di riferimento per tutta la famiglia e, soprattutto, per Bernardino, afflitto da invalidante miopia, nonché caratterizzato da un carattere ombroso e introverso). Gli anni seguenti non furono sereni: alle ristrettezze economiche, che cercò di affrontare dedicandosi all’insegnamento della matematica presso l’Istituto tecnico di Porto Maurizio, si accompagnò il rapido deperimento della moglie (morirà nel 1881). Negli anni ’80 proseguì la produzione e la docenza in ambito matematico-scientifico e, dopo un secondo matrimonio conclusosi in pochi mesi con una separazione, Varisco si spostò da Porto Maurizio a Jesi e, infine, a Bergamo, avvicinandosi a F. Bonatelli. Fu l’influsso di quest’ultimo a condurlo alla filosofia, del cui nascente interesse sono testimonianza le opere edite tra il 1891 e il 1895, come le Ricerche intorno ai principi fondamentali del pensiero, Ricerche intorno ai principi fondamentali del ragionamento, i brevi saggi Sul problema della conoscenza, Verità di fatto e verità di ragione e la memoria La necessità logica. Risale al 1901 la pubblicazione dell’opera che gli dette fama a livello nazionale, Scienza e opinioni (per la quale, nel 1900, fu giudicato vincitore ex-aequo con F. De Sarlo del premio bandito dall’Accademia dei Lincei) e che gli valse, per la prossimità al positivismo, gli apprezzamenti di R. Ardigò e la disapprovazione di Bonatelli. Nel novembre 1901 Varisco ottenne dal Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione la libera docenza all’Università di Pavia (dietro favorevole giudizio di Cantoni e di G. Bovio) e, nel 1906, ebbe la cattedra di teoretica all’Università di Roma. Sono gli anni della composizione delle opere maggiori dal punto di vista speculativo, anni in cui si ebbero il superamento dell’iniziale positivismo, l’avvicinamento a posizioni idealistiche (un idealismo critico o “ideal-realismo”, lontano, nei suoi aspetti essenziali, dal neo-hegelismo, in generale, e da quello gentiliano, nello specifico) e l’elaborazione di un’originale concezione metafisica monadologica del soggetto e dell’“essere”: I massimi problemi (19101; 19142) e Conosci te stesso (1912). Abbandonò l’insegnamento accademico nel 1925, per sopraggiunti limiti di età. Malgrado molteplici difficoltà dovute alle condizioni psicofisiche, in questi anni pubblicò svariati contributi su periodici, tra cui “Logos” (rivista internazionale la cui edizione italiana era diretta da Varisco stesso e A. Bonucci), nonché alcuni saggi, tra i quali vanno ricordati, le Linee di filosofia critica (1925), i Discorsi politici (1926) e il Sommario di filosofia (1928). Nel frattempo, una certa vicinanza al nazionalismo del neo-nato movimento fascista (un accordo che si limitava tuttavia ad aspetti generali, quali l’esaltazione dell’indipendenza della Patria, il rinvigorimento dell’Italia e un suo rilancio a livello internazionale), lo portò a collaborare con “L’Idea nazionale”, periodico nato nel 1911, e gli valse la nomina a Senatore del Regno nel 1928. Passò gli ultimi anni di vita ad approntare l’opera che racchiude la versione conclusiva del suo teismo, Dall’uomo a Dio, pubblicata postuma nel 1939, ad opera del nipote, G. Alliney, e di E. Castelli. Si spegnerà il 21 ottobre del 1933, dopo un logoramento psicofisico senile iniziato alcuni mesi prima.

 Il pensiero filosofico-religioso

Nel contesto di una continua e inesausta sistemazione del proprio pensiero, la speculazione di Varisco ebbe come costanti preoccupazioni la questione metafisica (e metafisico-teologica) e l’indagine morale, due binari di un percorso che il pensatore di Chiari cercò di elaborare con una certa coerenza e mantenendo un equilibrio tra le istanze positivistiche, quelle spiritualistiche e, infine, quelle idealistiche. Tale atteggiamento emerge con chiarezza sin dalle prime opere filosofiche degli anni ’90, in cui l’approccio che G. Calogero definiva “empiristico-fenomenologico” e M. Dal Pra, con maggior rigore, chiamava “coscienzialistico”, consentiva a Varisco di rifuggire tanto la metafisica che il positivismo accoglieva abbracciando il punto di vista delle scienze della natura, quanto quella racchiusa nell’ipostatizzazione delle idee (sia essa platonica o hegeliana) o nell’apriorismo e nel trascendentalismo di matrice kantiana: la forte esigenza di un punto di partenza “fattuale” (concetto caro al positivismo, ma rivisitato alla luce della matura psicologia spiritualistica bonatelliana), ossia immediato e inoppugnabile trovò soddisfazione sul piano della coscienza, intesa in senso di insieme di fatti psichici (o “interni”), cioè concrete attività e operazioni (tale è il pensiero, privato di ogni consistenza ontologica) consce (più o meno chiaramente/oscuramente), via via più articolate e astratte/universali (ecco l’origine sperimentale – ma non empirica – delle entità superiori del pensiero, della trama logica erroneamente ritenuta innata o a priori, della conoscenza umana). Questa intenzione di evitare dogmatismi metafisici e di attenersi al piano dei fatti di coscienza si trova anche in Scienza e Opinioni, opera certamente influenzata dal positivismo, ma di ampio respiro, poiché l’Autore “non ammette come vero (come fondamento o sussidio di una ricerca) se non il vero scientifico, e […], coerentemente, non è disposto ad accettare come definitivo un risultato, se non apparisca verificato nel modo stesso con cui verifica i suoi risultati la scienza” (Scienza e opinioni, 1901, p. 35), ma, al contempo, tenendo ben ferma la distinzione tra verità scientifiche o “ciò che consta”, da una parte, e “ciò che è vero”, dall’altra (cui il soggetto dà il proprio assenso per motivi intimi e che non si può escludere alla luce dei risultati delle scienze considerati nella loro storicità), mantiene aperta la possibilità di una riflessione (che abbia senso e valore) sul “soprannaturale”, ossia sulle questioni metafisico-teologiche (l’esistenza di Dio) e morali (la libertà come auto-determinazione del soggetto di contro al meccanicismo cui porterebbero le scienze della natura se assunte in maniera totalizzante). Proprio la necessità di armonizzare le due tipologie di fatti attestati dall’esperienza, ossia i fatti fisici (le cui condizioni risiedono nell’esistenza di particelle atomiche eteree, costitutivi primi del reale, invariabili per massa e forma, in movimento e agenti le une sulle altre mediante urti – così che materia ed energia sono, complessivamente, invariabili) e i fatti psichici (attestati immediatamente dalla coscienza, fatti che accadono “nel” soggetto e non dipendono dalle relazioni “tra” cose e che sono sui generis rispetto ai fatti fisici poiché non riducibili a un unico genere di fatti psichici e non misurabili), porta Varisco, nella seconda parte di Scienza e Opinioni ("Nozioni di psicologia"), ad assumere una posizione animistica (presentata come ipotesi capace di fornire una spiegazione coerente e unitaria del reale nella sua complessità): le particelle eteree sono dotate non solo di caratteri fisici, ma di psichicità, sono cioè “anime”, i cui accadimenti interni o fatti di coscienza corrispondono e sono condizionati dall’insieme degli accadimenti – urti – tra le particelle stesse. Questo “corpuscolarismo animista” pare dare una consistenza ontologica alla “sostanza psico-fisica” di Ardigò e, al contempo, si affermano l’irriducibilità dei piani psichico e fisico, la centralità della coscienza tanto cara a Bonatelli e la possibilità di una meccanica psichica che spieghi la nascita delle diverse tipologie di contenuti di coscienza (sensazione, sentimento, volontà) e dell’unità di quest’ultima (il “me”, fatto psichico ben distinto dall’anima). Se ne La conoscenza (1904) l’impianto teorico di Scienza e opinioni verrà mantenuto nei punti generali (alle particelle eteree, verranno sostituiti gli “Atomi elettrici, o elettroni” perché maggiormente ancorati nei fatti attestati dalla scienza), è con I massimi problemi (1910) e poi con Conosci te stesso (1912), che i richiami al monadismo leibniziano verranno completamente spogliati di ogni carattere materialistico e il determinismo lascerà il posto a un indeterminismo che fa dei soggetti degli agenti liberi. L’universo è costituito da “monadi”, o “soggetti elementari»”, unità psichiche impartibili, caratterizzate da molteplici stati e atti psichici interni, più o meno consci e più o meno organizzati (nella tassonomia e nel dinamismo che caratterizza le monadi, il culmine è costituito dall’“io”, che porta a emersione/consapevolezza quella struttura unitaria propria dei soggetti elementari anche nella loro forma più rudimentale, o «subcoscienza»). Tali “centri di spontaneità” si determinano reciprocamente (sono co-essenziali) e realmente (grande la differenza con il monadismo leibniziano) nel contesto più generale dell’unicità dell’“essere”. Quest’ultimo aspetto costituisce un punto centrale della metafisica varischiana: l’“essere” non è solo un concetto (qui risiede la presa di distanza dalla speculazione rosminiana), ma l’elemento che caratterizza ogni reale individuale, quell’esistere sempre attivo che è comune a tutte le monadi (al contempo immanente a tutte le cose e trascendente e includente le stesse, indeterminato, universale e fonte di universalità; qui sono racchiuse la duplice polemica, anti-solipsistica e anti-idealistica e, al contempo, l’analogia e la decisa distanza dallo spinozismo). Proprio nell’“essere”, come quid indeterminato in cui si determinano le componenti originarie, risiede la fonte dell’unità dell’universo policentrico (tanto che “universo” sarà uno dei sinonimi di “essere” in Conosci te stesso) e dell’interconnessione causale tra gli atti delle monadi. Una causalità che è fisica e logica, ma che non si traduce in determinismo assoluto, essendo l’irriducibile individualità di ogni monade una fonte di in-determinismo, ossia origine della spontaneità e non-necessitazione dei centri elementari e della loro attività (“a-logicità”; il che rende ogni monade dotata in sé e per sé di valore). Sarà all’interno di Conosci te stesso e, infine, nel postumo Dall’uomo a Dio che si passerà dal pan-enteismo e dal pan-psichismo al teismo e al pan-teismo: in queste due opere l’unicità dell’“essere” assumerà caratteri peculiari e personalistici, divenendo esso stesso una “Unità di coscienza” o “Soggetto Universale Unico”, pensiero sempre in atto, consapevole di sé e di ogni pensamento delle monadi (anche della loro sempre ineliminabile subcoscienza), le quali costituiscono “formazioni”, “pensamenti organizzati” o “creazioni” dell’Assoluto, frutto di spontanea auto-limitazione dello stesso (Dio diviene così al contempo immanente – dato che il divino resta nell’umano in quanto l’umano non è pensabile senza l’unicum divino – e trascendente – perché il divino mantiene un piano di essere e di attività suo proprio e l’auto-limitazione divina – con conseguente riaffermazione dell’indeterminismo di contro a ogni predestinazione – ne è la piena manifestazione). 

 Davide Poggi

 

Biblio-sitografia

Opere principali

  • Ricerche intorno ai principi fondamentali del pensiero, “Atti del R. Istituto Veneto di Scienze, lettere ed arti”, serie VII, tomo III, 1891-1892, pp. 125-233;
  • Ricerche intorno ai principi fondamentali del ragionamento, “Atti del R. Istituto Veneto di Scienze, lettere ed arti”, serie VII, tomo IV, 1892-1893, pp. 109-204, 413-476.
  • Sul problema della conoscenza, Bergamo 1893.
  • Verità di fatto e verità di ragione, Padova 1893.
  • La necessità logica, “Atti della Reale Accademia di scienze morali e politiche di Napoli”, 27, 1894-1895, pp. 3-167.
  • Scienza e opinioni, Roma 1901.
  • La conoscenza, Pavia 1904.
  • I massimi problemi, Milano 1910 (traduzione inglese: The Great Problems, ad opera di Lodge R.C., London 1914). 
  • Conosci te stesso, Milano 1912 (traduzione inglese: Know Thyself, ad opera di Salvadori G., London 1915). 
  • Linee di filosofia critica, Roma 1925. 
  • Discorsi politici, Roma 1926.
  • Sommario di filosofia, Roma 1928.
  • Dall’uomo a Dio, a cura di G. Alliney e E. Castelli, Padova 1939.

Scritti sull'autore e il suo pensiero religioso

  • Alliney G., Varisco, Milano 1943.
  • Calogero G-, La filosofia di Bernardino Varisco, Messina-Firenze 1950.
  • Carabellese P., L’Essere e il problema religioso – A proposito di "Conosci te stesso" di Bernardino Varisco, Bari 1914. 
  • Carabellese P., Il pensiero di Bernardino Varisco, “Giornale critico della filosofia italiana”, anno VII, fascicolo IV, 1926, pp. 276-285. 
  • Dollo C., Momenti e problemi dello spiritualismo (Varisco – Carabellese – Carlini – Le Senne), Padova 1967, pp. 9-85.
  • Drago P.C., La filosofia di Bernardino Varisco, Firenze 1944.
  • Ferrari M. (a cura di), Lettere a Bernardino Varisco (1867-1931), Firenze 1982
  • Ferrari M. (a cura di), Bernardino Varisco e la cultura filosofica italiana tra positivismo e idealismo (Atti del Convegno tenutosi a Chiari – Brescia, dall’8 al 10 dicembre 1983), Chiari 1985.
  • Garin E., Cronache di filosofia italiana (1900-1943), Bari 19551, pp. 124-150 (poi ripubblicato in Id., Cronache di filosofia italiana [1900-1960], vol. 1 [di 2], Roma-Bari 1997 [19661], pp. 113-136).
  • Geretto M., L’essere e le sue determinazioni. Sulla monadologia di Bernardino Varisco, Milano-Udine 2016.
  • Levi A., Il pensiero filosofico di Bernardino Varisco, “Rivista trimestrale di studi filosofici e religiosi”, 1920.
  • Librizzi C., Il pensiero di Bernardino Varisco, Padova 1942.
  • Minozzi B., Il problema della persona in Bernardino Varisco, in V. Melchiorre (a cura di), L’idea di persona, Milano 1996, pp. 239-260.
  • Moretti-Costanzi T., L’importanza di Bernardino Varisco nel pensiero contemporaneo, in Id., Opere, a cura di E. Mirri e M. Moschini, Milano 2009, pp. 2061-2069.
  • Valenza P., Il teismo come superamento del solipsismo in Bernardino Varisco, in P. Pagani, S. D’Agostino, P. Bettineschi (a cura di), La metafisica in Italia tra le due guerre, Roma 2012, pp. 383-401.