Alessandro Bausani
Roma 1921 - Roma 1988
Vita e opere
Fin da giovanissimo imparò molte lingue e si appassionò in particolare alla civiltà islamica, soprattutto negli sviluppi in Persia, nel subcontinente indiano e nella penisola indocinese. Nella nativa Roma poté approfondire le proprie competenze con maestri di un rigoroso approccio scientifico all’islamistica, quali M. Guidi, G. Levi Della Vida, E. Rossi, F. Gabrieli. Soprattutto a Guidi Bausani si sentì particolarmente vicino perché vi vedeva coniugata in modo peculiare la precisione storico-filologica con un interesse specifico per la dimensione propriamente religiosa (cfr. Cinquant’anni di islamistica, 1971). A Roma, Bausani frequentò anche l’ambiente della storia generale delle religioni raggruppato attorno alla rivista Studi e Materiali di Storia delle Religioni di R. Pettazzoni. Proprio per la collana di testi religiosi diretta da quest’ultimo, Bausani, poco più che trentenne, compì una traduzione rimasta classica del Corano (1955). Anche dal persiano Bausani tradusse importanti opere, come le Quartine di Omar Khayyam (1956), le Sette principesse di Nezami di Ganjè (1967), le poesie mistiche di Gialal al-Din Rumi (1980). Della Persia ricostruì inoltre la storia generale (1962), quella letteraria (1960, in collaborazione con A. Pagliaro) e quella religiosa, quest’ultima in un ampio volume (1958) che parte da Zaratustra e arriva alle ultime religioni nate in seno all’Islam sciita.
Proprio in una di queste ultime, la fede Bahá’í, un movimento religioso sorto nell’Ottocento e resosi autonomo e indipendente rispetto allo stesso Islam e per questo perseguitato dalle autorità del luogo, Bausani trovò una religione che a suo avviso poteva rispondere al meglio alle esigenze dell’attuale “ciclo storico”. Divennero dunque per lui religiosamente centrali i testi del precursore di questa fede, il Báb, 1819-1850, del suo fondatore, Bahá’u’lláh, 1817-1892, e dei successivi maestri ʻAbdu'l-Bahá, 1844-1921, e Shoghi Effendi, 1897-1957. Già del 1950 è il primo articolo di Bausani sulla fede Bahá’í, alla quale era giunto dopo alcuni anni di intensa crisi religiosa, partendo da un cattolicesimo fortemente vissuto in famiglia e passando anche per un confronto con il comunismo cattolico (cfr. l'intervista concessa a Greco 1979). Una particolare interlocuzione intrattenne pure, in ambito italiano, con la figura di A. Capitini (cfr. Bausani 1975).
Alle sue molte pubblicazioni, Bausani accompagnò la docenza universitaria, che tenne, a cominciare dalla metà degli anni Cinquanta, all’Istituto Orientale di Napoli e alla Sapienza di Roma. Fu, inoltre, membro di importanti istituzioni accademiche, tra cui quella dei Lincei, e presiedette l’Associazione italiana di storia delle religioni dal ’68 alla morte.
Tra i suoi lavori, si segnalano ancora le traduzioni da Avicenna (1956), dai testi zoroastriani (1957), da M. Iqbal (1952, 1965), nonché studi religiosi e letterari che coinvolgono l’Afghanistan, il Pakistan, il Sud-est asiatico, e un fortunato volume di sintesi sull’Islam. Viaggiò molto nelle regioni oggetto dei suoi studi e sue opere sono tradotte e conosciute anche all’estero. La grande attività traduttoria e di mediazione culturale fu accompagnata, fra l’altro, da studi di linguistica e uno dei suoi libri è dedicato alle lingue inventate (1974). L’interesse per le lingue, anche nei loro registri più umili, nonché l’attaccamento che egli, pur grande viaggiatore, sentiva per la propria città, si vedono, inoltre, in una particolare impresa traduttoria, compiuta alla fine degli anni Quaranta e uscita postuma: La bbona notizia, versione in vernacolo romanesco del Vangelo di Matteo.
Il pensiero sulla religione
“Il religioso è”, ha scritto Bausani in un articolo del 1977 (ora in Bausani 2a ed. 2008), “colui che, malgrado tutto, insiste ancora nel negare una simmetria assoluta nell’universo, che ancora crede che esista, al limite, un qualche senso privilegiato” (Bausani 2a ed. 2008, p. 35). Tale “senso privilegiato”, inoltre, rende - ecco l’altro aspetto che Bausani sottolinea nella religione - niente non dotato di senso e valore: “l’unica possibile definizione di religione, che permette l’inserzione di tutte quelle che tali generalmente sono considerate, non esclusi atteggiamenti religiosi come quelli di certo buddhismo che uno educato alla cristiana chiamerebbe ‘atei’, mi sembra questa: ‘religione è quella attitudine umana per la quale anche ciò che per i non religiosi è nulla viene integrato in un sistema universale acquistando pertanto valore’. Esempi: Dio per il non religioso è espressione priva di significato mentre per il religioso è il Valore (assoluto); il morto per il non religioso non ha alcun valore ma il religioso prega per i morti o li considera compresenti e collaboratori insieme con i viventi alla costruzione di un nuovo mondo; il pazzo incurabile per il non religioso è un non valore, per il religioso ha anche egli una funzione cosmica”, citando Cor I, 26-27: “Dio ha scelto le cose ignobili del mondo, e le cose sprezzate, anzi le cose che non sono, per ridurre al niente le cose che sono, affinché nessuna carne si glori al cospetto di Dio” (Bausani 1975, p. 330, corsivo suo; pressoché uguale definizione, con medesima citazione paolina, in Bausani 2a ed. 2008, p. 5).
Il “senso privilegiato” nelle più diverse religioni, prosegue Bausani, si presenta storicamente in due fondamentali modalità diverse: o “è concentrato tutto in un punto fuori del mondo che possiede ogni valore, che si chiami Allah o YHWH o altro, con conseguente desacralizzazione della natura e demitologizzazione”, oppure “è, direi, sciolto nella natura e nelle cose con conseguente rifiuto del ‘tempo’ e della ‘storia’” (Bausani 1975, p. 335). Il “senso privilegiato” si presenta, dunque, in entrambe le citate modalità, come “divino nulla” nei confronti del mondo temporale contingente: “Dio ha scelto le cose che non sono”, secondo appunto la definizione paolina, laddove poi, però, - ed ecco la differenza tra le due modalità - “c’è chi dà del tu al nulla (i monoteismi personalistici) e chi considera il divino nulla come un quid che penetra nel mondo e lo attivizza (religioni panteistiche)”: “sono del primo tipo (che dà del tu a Dio) il Cristianesimo, l’Islam, l’Ebraismo, del secondo l’Induismo, il Buddhismo, l’Universismo [cinese], mentre lo Zoroastrismo o Mazdeismo occupa in un certo modo una posizione intermedia” (Bausani 2a ed. 2008, pp. 5-6). Inoltre, scrive ancora Bausani, si possono distinguere “religioni nazionali, in cui si è nati e alle quali praticamente non ci si può convertire, come lo Shintoismo giapponese, la religione pagana greco-romana, l’Induismo, l’Ebraismo, l’attuale Mazdeismo zoroastriano, e altre universaliste che formano cioè delle comunità aperte in cui chiunque può, solo che lo voglia, appartenere, come il Buddhismo, il Cristianesimo e l’Islam. Come si vede, le tipologie non coincidono in quanto il Buddhismo, per esempio, è del tipo monista nella prima tipologia, e sta quindi con l’Induismo, mentre è di tipo universalista nella seconda tipologia e sta quindi con il Cristianesimo e l’Islam” (Bausani 2a ed. 2008, p. 6).
Secondo le tipologie proposte, la Fede Bahá’í appartiene ai “monoteismi personalisti” e “universalisti”, ma, secondo Bausani, resta meno legata delle precedenti religioni di tali modalità ad aspetti dogmatici restrittivi e può quindi meglio rispondere alle esigenze religiose del presente. In particolare, Bausani cita Shoghi Effendi: “la verità religiosa è relativa, non assoluta”, ossia è relativa, chiosa lo studioso italiano, “rispetto al complesso dell’eternità”. La Fede Bahá’i, infatti, “unica fra le religioni ammette che dopo il suo” stesso “ciclo storico ne possano venire altri, più ampi ancora, e che dopo Bahá’u’lláh possano esserci altri profeti” (Bausani 2a ed. 2008, p. 19). In questo modo, secondo Bausani, si mira a una “conciliazione tra storia e religione che finora è fallita” (Ibid.). La fede Baha'i mantiene comunque un approccio personalistico e liberamente comunitario piuttosto che metafisico-teorico ed elitistico alla questione religiosa: “Dio, inconoscibile nella sua essenza, fa conoscere non le sue qualità ma le sue volontà attraverso una serie di personalità umane dette ‘Profeti’ o meglio ‘Manifestazioni’ di Dio. Queste ci dicono quel che Dio vuole che facciamo nei vari cicli in cui sono mandate e non quel che vuole che crediamo di Lui. Questi cicli e queste Manifestazioni sono eternamente venute e eternamente verranno nel mondo, in continuo processo evolutivo, in cui Dio non si stanca di parlare all’uomo” (Bausani 2a ed. 2008, p. 24). “Tutte le religioni sono valide”, scrive ancora Bausani, parlando del credo Baha’i al quale si era convertito, “ma tutte al loro tempo (non, quindi, sincretismo religioso): scopo di queste successive rivelazioni della volontà divina è creare una unità pratica sempre maggiore nel mondo, che rispecchi in esso il fatto teologico dell’unità divina. Così Adamo, Noè, Abramo, Mosè, Cristo, Muhammad e in luoghi dalla nostra tradizione più lontani, Zoroastro, Buddha, Confucio ecc. furono non tanto rivelatori di dottrine, ma pastori di popoli, guidandoli a organizzarsi in forme sempre più ampie di unità” (Bausani 2a ed. 2008, p. 19).
Bausani sottolinea inoltre un atteggiamento meno restrittivo della religione Baha'iì verso il Cristianesimo rispetto all’Islam da cui essa proveniva, quasi a vedere nella predicazione di Bahá’u’lláh una sorta di integrazione successiva - a un livello propriamente religioso, non meramente a un livello teorico-riflessivo - tanto di Cristianesimo che di Islam. “Ancor più che nel campo della mistica, ove comunemente si crede riscontrare il maggior avvicinamento e fin la diretta dipendenza dell'Islàm da analoghi fenomeni cristiani”, ha scritto il collega F. Gabrieli, “Bausani scorge una affinità e disponibilità maggiore verso il Cristianesimo nella eterodossia musulmana, lo scisma sciita e le sue estreme propaggini dell'Ismailismo, con le sue tendenze a divinizzare l'umano, al messianismo, alla valorizzazione del dolore e del martirio. La paolina ‘follia della croce’, cui è rimasto totalmente sordo l'Islàm sunnita, potrebbe trovare un parallelo e un'eco solo in queste frange dissidenti”, tra cui appunto “la fede Bahai, che non è più l'Islàm da cui è rampollata, ma ne sviluppa modernisticamente alcuni motivi” (F. Gabrieli, Islàm e Cristianesimo a confronto, «Levante», XIX, 1972, pp. 5-8, qui p. 6).
Omar Brino
Biblio-sitografia
●Ventura A., Bibliografia degli scritti di Alessandro Bausani, in AA.VV. 1981, pp. 7-16.
●Ventura A., Bibliografia degli scritti di Alessandro Bausani, in Scarcia Amoretti-Rostagno L. 1991, pp. XIII-XXVII
Opere principali
- Il Corano, tr. it. e cura A.B., Firenze, 1955; nuova ed., Milano, 1988 (e successive ristampe)
- Omar Khayyam, Quartine (Roba'iyyat), tr. it e cura A.B., Torino 1956
- Ibn Sina (Avicenna), Opera poetica, tr. e cura A.B., Venezia 1956
- Postille a Cor. 2., 248 - 39., 23 - 20., 15, in Studi orientalistici in onore di Giorgio Levi Della Vida, 1956, vol.I, pp. 32-51
- Testi religiosi zoroastriani, trad. it. e cura A.B., 1957
- Note per una tipologia del monoteismo,
- La storia della religioni negli ultimi cinquanta anni, in “Scientia”, 51, 1957, pp. 1-7
- Persia Religiosa: Da Zaratustra a Bahā’u’llāh, Milano, 1959; tr. Religion in Iran, New York, 2000
- Storia delle letterature del Pakistan: Urdu, Pangiābī, Sindhī, Belucī, Pasc’tō, Bengali Pakistana, Milano, 1958; 2a ed., Firenze-Milano, 1968
- La letteratura neopersiana, in A. Pagliaro-A.B., Storia della Letteratura persiana, Milano, 1960, pp. 151-898; 2a ed., Firenze-Milano, 1968
- La religione nell'U.R.S.S., a cura di A.B.; prefazione di E. De Martino, Milano, 1961
- I Persiani, Firenze, 1962 (tr. ingl., The Persians, London, 1971)
- Malesia: Poesie e leggende, a cura di A.B., Milano, 1963
- Can Monotheism be taught? (Further Considerations on the Typology of Monotheism, in “Numen”, 10, 1963, pp. 168-201
- Origine del linguaggio o origine delle lingue attuali?, “Scientia”, 58, 1964, pp. 1-10
- Per una lettura comparata delle lingue islamiche, in Atti del II Congresso di Studi arabi e Islamici, Napoli, 1967, pp. 145-56.
- Nezami di Ganjè, Le sette principesse, Bari, 1967; nuova ed. Milano, 1982
- Le letterature del sud-est asiatico: Birmana, siamese, laotiana, cambogiana, vietnamita, giavanese, malese-indonesiana, filippina, Firenze-Milano, 1970
- L'Islam non arabo, in Storia delle religioni, fondata da P. Tacchi Venturi, ed. interamente rifatta e ampliata diretta da G. Castellani, vol. V, Torino, 1970-1971, pp. 179-211
- Religioni nuove sorte dall’Islam, in Storia delle religioni, fondata da P. Tacchi Venturi, ed. interamente rifatta e ampliata diretta da G. Castellani, vol. V, Torino, 1970-1971, pp. 213-274
- Cinquant’anni di islamistica, in AA.VV, Studi sul Vicino Oriente in Italia dal 1921 al 1970, Roma, 1971, vol. 2, pp. 1-26
- L’Iran e la sua tradizione millenaria, Roma, 1971
- A. Pigafetta, L’Indonesia nella relazione di viaggio di Antonio Pigafetta, a cura di A.B., Roma, 1972
- Buddha, Chiasso, 1973.
- Islam in India. Tipologia di un contatto, Roma, 1973.
- Islam e Cristianesimo: divergenze e convergenze di fondo, in Tavola rotonda sul tema: Cristianesimo e Islamismo (Roma 17-16 aprile 1972), Roma, 1974, pp. 7-27
- Le lingue inventate, Roma, 1974
- Islam as an essential part of Western Culture, in Studies on Islam: A Symposium on Islamic Studies organized in cooperation with the Accademia dei Lincei in Rome, Amsterdam-London, 1974, pp. 19-36
- L’esperienza religiosa in Capitini, in “Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa”, Classe di Lettere e Filosofia, 1975, pp. 329-337
- L’Enciclopedia dei Fratelli della Puritā, Riassunto, con Introduzione e breve commento, dei 52 Trattati o Epistole degli Ikhwān as-Safāʾ, Napoli, 1978
- Gialal ad Din Rumi, Poesie mistiche, tr. it. e cura A.B., Milano, 1980
- L’Islam, Milano, 1980
- Saggi sulla fede Bahāʾi, Roma, 1991, 2a ed., ivi, 2008
- La Bbona Notizia. Vangelo di Matteo, nella versione romanesca di A. B., Recco (Genova), 1992; nuova ed. Roma 2015
- Il pazzo sacro nell'islam: saggi di storia estetica, letteraria e religiosa, a cura di M. Pistoso, Milano, 2000
Scritti sull'autore
- AA.VV., La bisaccia dello Sheikh. Omaggio ad Alessandro Bausani islamista nel sessantesimo compleanno, “Quaderni del seminario di Iranistica, Uralo-Altaistica e Caucasologia dell’Università degli Studi di Venezia”, 19, 1981
- A.A.V.V, Un ricordo che non si spegne. Scritti di docenti e collaboratori dell’Istituto Universitario Orientale di Napoli in memoria di Alessandro Bausani, Napoli, 1995
- A.A.V.V., In memoria di Alessandro Bausani nel decennale della morte, “Oriente Moderno”, 57 (78), 1998, pp. 421-529
- Astori D., con la collaborazione di Di Matteo S., Stirparo S., Alessandro Bausani (1921-1988) fra orientalismo, interlinguistica e fede Baha’i. A 30 anni dalla morte, Parma, 2019
- Gabrieli G., Profilo di Alessandro Bausani, in Scarcia Amoretti-Rostagno 1991, vol. 1, pp. IX-XII, poi in Id.,Orientalisti del Novecento, Roma, 1993, pp. 170-182
- Greco G., Da Cristo a Marx a Bahá’u’lláh, in “Gente”, 10 marzo, 1979, pp. 52-58 (intervista a A. B.)
- Lo Iacono C. (a cura di), Il retaggio culturale di Alessandro Bausani a un trentennio dalla sua morte: Roma, 11-12 ottobre 2019, Roma, 2021
- Moscati S., Ricordo di Alessandro Bausani, “Rivista di Studi Orientali”, 66, 1993, pp. 197-199.
- Piemontese A.M., Cinquant’anni di persianologia, in AA.VV., Gli sul Vicino Oriente in Italia dal 1921 al 1970, Roma, 1971, vol. 2, pp. 307-408
- Pistoso M., Introduzione, in A.B., Il pazzo sacro nell’Islam, 2000, pp. 7-14
- Poggi V., Preti a colloquio con Alessandro Bausani, “Rivista di Studi Orientali”, 66, 1993, pp. 201-208.
- Savi J. L’esperienza religiosa di Alessandro Bausani, Roma, 2008
- Scarcia Amoretti B., Alessandro Bausani, https://www.iranicaonline.org/articles/bausani-alessandro-prolific-italian-orientalist-in-several-fields
- Scarcia Amoretti B., Rostagno L. (a cura di), Yād-nāma. In memoria di Alessandro Bausani, vol. I (Islamistica), vol. II (Storia della scienza, linguistica, letteratura), Roma, 1991
- Ventura A., Alessandro Bausani islamista (1921-1988): ricordo nel primo anniversario della morte, “Islam”, 8, 1989, pp. 5-13