Gianni Vattimo
Torino, 4 gennaio 1936 – Rivoli, 19 settembre 2023
Vita e opere
Gianteresio (detto Gianni) Vattimo, secondogenito di padre calabrese e di madre valsusina, studiò al Liceo Classico Gioberti di Torino e fu attivo negli anni del liceo nella Gioventù Studentesca di Azione Cattolica, influenzato da J. Maritain, E. Mounier e G. Bernanos, visse i suoi anni di Liceo e di Università come un cattolico militante secondo lo stile sociale del cattolicesimo piemontese. Fu allievo di L. Pareyson e compagno di studi di U. Eco, cui rimase amico per tutta la vita, si laureò nel 1959 con una tesi sulla teoria del fare di Aristotele, concepita sulla base della teoria pareysoniana della formatività. Negli anni Cinquanta collaborò ai programmi culturali della nascente RAI insieme a Eco e F. Colombo. Dopo aver trascorso periodi di specializzazione ad Heidelberg con K. Löwith e H.-G. Gadamer, divenne nel 1964 professore incaricato e dal 1969 ordinario di Estetica all’Università di Torino, di cui fu preside nei turbolenti anni Settanta. Dal 1982 al 2008 fu ordinario di Filosofia Teoretica presso la stessa Università, di cui divenne professore emerito dopo il pensionamento. Ha insegnato come visiting professor nelle principali università americane e tedesche ed è stato direttore della "Rivista di Estetica" e di "Tròpos", nonché editorialista per i principali quotidiani italiani, "La Stampa", "La Repubblica" e del settimanale "L’Espresso". Per la sua attività scientifica ha ricevuto la laurea honoris causa presso le Università di La Plata, Palermo, Madrid, Lima. Intensa è stata anche la sua attività politica, prima nel Partito Radicale, poi nei Democratici di Sinistra (PDS) e nell’Italia dei Valori (IdV), per i quali è stato parlamentare europeo per due legislature: 1999-2004 (V) e 2011-2016 (VII). Affetto negli ultimi anni dalla malattia di Parkinson, Vattimo è morto nell’ospedale di Rivoli il 19 settembre 2023.
Il pensiero filosofico-religioso
La produzione di Vattimo a partire dagli anni Settanta si è occupata del ripensamento della tradizione filosofica nietzscheana e heideggeriana, interpretando la filosofia occidentale come la presa di congedo da un fondamento rigido, impositivo, tacitante, e si è orientata verso una concezione “debole” della filosofia, che sapesse cogliere la rilevanza etica del fenomeno dell’interpretazione (Etica dell’interpretazione, 1989) e le prospettive di emancipazione offerte dalla progressiva informatizzazione della società (La società trasparente, 1989). È intorno alla metà degli anni Novanta che la sua produzione si rivolge espressamente a temi filosofico religiosi, inaugurando una personale “filosofia (della) religione” (Tecnica ed esistenza. Una mappa filosofica del Novecento, 1997, p. 112), in cui il pensiero non solo si occupa della religione come suo oggetto tematico, ma ritrova in essa il significato del suo essere ermeneutica della fatticità storica ed esistenziale (un’ontologia religiosa dell’attualità). Vattimo propone in Credere di credere (1996) un’interpretazione del cristianesimo come l’abbandono dei fondamenti metafisici del sapere filosofico-religioso (l’onto-teologia) in direzione di un pensiero che sappia dare il primato a un’etica di ispirazione cristiana, radicata nella tolleranza e nella non-violenza; il primato dell’etica (la charitas) sulla metafisica (l’ens qua ens) rimane per Vattimo essenziale nel solco dei filosofi religiosi del Novecento come E. Levinas, R. Girard, P. Ricoeur. Insieme ad altri filosofi contemporanei come J. Derrida o J.-Luc Nancy (La religione, 1995), Vattimo parla di un ritorno di Dio nella società secolarizzata, dopo la caduta delle ideologie novecentesche (in primis il marxismo postsovietico e lo scientismo positivista), anche se la religione, che ritorna secondo Vattimo, non è la metafisica teologica ed essenzialista del cattolicesimo filosofico, ma piuttosto la secolarizzazione del principio divino nel fenomeno dell’incarnazione, in cui la divinità si dà con la storia e nella storia, e non al di fuori di essa. La morte di Dio nietzscheana e la secolarizzazione delle religioni storiche e monoteiste non devono essere considerate all’interno di una sorta di nichilismo reattivo e nostalgico, che rimane orfano dei valori cristiani che ormai non sono più creduti e vissuti, ma come la possibilità stessa di un nuovo inizio per la religione. La fine postmetafisica delle filosofie assolute segna anche la fine delle metafisiche che hanno identificato Dio come la struttura eterna dell’essere, mentre rimane ancora attuale per Vattimo la concezione cristiana e agostiniana della storia di Dio come l’accadere della verità in una molteplicità di fatti storici e teleologici: Dio si dà e diviene nella storia, come pensava lo Schelling dei Weltalter e lo Heidegger dei Beiträge, e non gli rimane estraneo, quasi fosse il Deus absconditus della tradizione pagana. Una volta liquidata la metafisica, e anche la metafisica onto-teologica, non resta altro secondo Vattimo che riscoprire il Dio della Bibbia, un Dio che si offre a noi nell’esperienza ermeneutica della lettura e dell’ascolto, e che in questa stessa relazionalità egli stesso diviene, si trasforma, abbandonando la sua struttura arcaica e di dominio. Anche la Chiesa secondo Vattimo deve essere pensata non più come una struttura legislativa garante della correttezza delle interpretazioni, ma come una comunità di ascolto e di interpretazione, in cui i credenti a vicenda leggono e ascoltano il messaggio cristiano, in un costante confronto comunitario. Secolarizzando la filosofia dalle teorie antireligiose come il marxismo, lo storicismo e il positivismo scientista, è possibile riscoprire il dialogo tra il pensiero e la religione, che aveva caratterizzato la tradizione occidentale fin dall’età patristica: “Se non c’è più una filosofia (storicista, come lo hegelismo e il marxismo; o positivistica, come le varie forme di scientismo) che ritiene di poter dimostrare la non esistenza di Dio, noi siamo di nuovo liberi di ascoltare la parola della Scrittura” (Dopo la cristianità. Per un cristianesimo non religioso, p. 9). Emancipando la filosofia e il cristianesimo dalle sue strutture di potere, dalla necessità di farsi garanti del controllo razionale su strutture e forme universali, è possibile riscoprire la molteplicità del messaggio cristiano nelle differenti interpretazioni storiche, che ci sono state tramandate e che costituiscono la realtà storica del nostro orizzonte etico. C’è, quindi, la possibilità per Vattimo di riscoprire la molteplicità dell’esperienza religiosa cristiana dopo la fine della cristianità intesa come la legittimazione religiosa delle strutture di potere. Nello scritto Il futuro della religione (2005), composto insieme a R. Rorty, Vattimo inizia dalla constatazione che dopo l’avvento del decostruzionismo e dell’ermeneutica nichilista la religione non è morta, ma torna sempre di nuovo a essere partecipe del dibattito pubblico. Quindi, non è possibile credere che si possa un giorno espungerla da questo dibattito sulla base di una consapevolezza tecnica e scientifica, ma non si può fare altro che fare i conti con la religione. Essa, infatti, si fa portatrice di significative istanze esistenziali che possono ricevere il loro autentico significato nella presa di coscienza della continuità con il messaggio biblico ed evangelico: “È molto più ragionevole pensare che la nostra esistenza dipende da Dio perché qui e oggi non riusciamo a parlare la nostra lingua e a vivere la nostra storicità senza rispondere al messaggio trasmessoci dalla Bibbia” (iv, p. 56). E all’interno di questo messaggio l’uomo odierno riscopre la necessità di porsi all’ascolto dell’altro e concepisce il suo desiderio di verità non più come adeguazione progressiva a una verità che sempre di più sfugge alla scienza, così come alla filosofia, ma come fedeltà all’altro e alla sua domanda di essere accolto e accettato: “La sola verità che la Scrittura ci rivela, quella che, nel corso del tempo, non può subire nessuna demitizzazione – giacché non è un enunciato sperimentale, logico, metafisico, ma è un appello pratico – è la verità dell’amore, della caritas” (ivi, p. 53). Abbandonata la visione “sacrificale” e mitologica della religione, per cui la comunità violenta scarica sulla vittima che ritiene colpevole la propria violenza “divina” (Verità o fede debole? Dialogo con René Girard su cristianesimo e relativismo, 2006), il cristianesimo ha il compito storico e destinale di inaugurare un nuovo modo, postmetafisico, di pensare Dio e la divinità. Può Dio ancora essere pensato come il fondamento metafisico e violento del mondo che impone all’uomo le sue leggi ancora “umane troppo umane”? Il Dio nell’epoca della secolarizzazione ha
abbandonato il suo profilo di potere per assumere quello di una possibilità buona, che lascia essere il mondo nella sua alterità e libertà. Vattimo sostiene, quindi, una visione orizzontale di Dio, per cui il Dio Padre si dà completamente nella kénosis del Figlio, rinunciando alla sua pretesa di assolutezza, onnipotenza, onniscienza; egli diventa il Dio con noi, l’Emmanuele, che si affianca all’umanità nel suo
cammino storico. “Sono convinto, dice Vattimo, che anche la mia posizione ha molte difficoltà perché la trascendenza verticale viene in qualche modo sacrificata. Avendo letto anche Ernst Bloch, sposo una trascendenza orizzontale, secondo la quale Dio è colui che si annuncia come il futuro autentico dell’umanità” (Dio: la possibilità buona. Un colloquio sulla soglia tra filosofia e teologia, 2009, p. 85). Questa lettura etica e orizzontale di Dio si approfondisce durante gli anni Duemila attraverso il ripensamento della propria provenienza politica. Si può, si chiede Vattimo, ritornare a un comunismo in chiave evangelica dopo la fine nel 1989 del marxismo di Stato? Ritornare al comunismo non-marxista, ma piuttosto ermeneutico (Comunismo ermeneutico, 2014), significa per Vattimo riscoprire nel cuore delle società tecnologicamente avanzate una fondamentale esigenza di equità (Ecce comu. Come si ri-diventa ciò che si era, 2007). È dalla radice cristiana che nasce per Vattimo l’opzione per i poveri e gli emarginati, che corrisponde all’abbandono della metafisica come la filosofia del potere tecnocratico delle élites occidentali: “I am Christian, therefore I am communist” (Only Weak Communism Can Save Us, intervista con Ian Nagus, "Montly Review", 5 gennaio 2013). L’aspirazione cristiana a un mondo più giusto, più libero dal potere e dalla oppressione, è ciò che il pensiero di Vattimo degli ultimi anni lascia in eredità alla filosofia contemporanea.
Pierfrancesco Stagi
Bibliografia
Opere principali
Nel 2009 è stata pubblicata un’edizione completa di scritti di Gianni Vattimo con il titolo Scritti filosofici e politici, Introduzione di A. Gnoli, Presentazione di G. Chiurazzi, Milano 2021. È presentata la riedizione di 17 opere tra le più significative del filosofo, insieme ad alcune introduzioni/postille e saggi. L’archivio di Gianni Vattimo è conservato presso Archives at the General Library of Pompeu Fabra University, Barcelona, Dipòsit de les Aigües Building. Tra le principali opere pubblicate si segnalano:
- Il concetto di fare in Aristotele, Torino, 1961.
- Essere, storia e linguaggio in Heidegger, Torino, 1963.
- Ipotesi su Nietzsche, Torino, 1967.
- Poesia e ontologia, Milano, 1967
- Schleiermacher filosofo dell’interpretazione, Milano, 1968.
- Introduzione a Heidegger, Roma–Bari, 1971.
- Il soggetto e la maschera, Milano, 1974.
- Estetica moderna, Bologna, 1977.
- Introduzione all’estetica, Pisa, 1977.
- Introduzione a Friedrich Nietzsche, La gaia scienza, Torino, 1979, pp. VII-XXVIII.
- Le avventure della differenza, Milano, 1980.
- Al di là del soggetto. Nietzsche, Heidegger e l’ermeneutica, Milano, 1981.
- Dialettica, differenza, pensiero debole, in G. Vattimo e P.A. Rovatti (a cura di), Il pensiero debole, Milano, 1983, pp. 12-28
- Introduzione a Nietzsche, Roma–Bari, 1985.
- La fine della modernità, Milano, 1985.
- Filosofia ’86, Roma–Bari, 1987.
- Metafisica, violenza, secolarizzazione, in G. Vattimo (a cura di), Filosofia ’86, Roma–Bari, 1987, pp. 71–94.
- Filosofia ’87, Roma–Bari, 1988.
- La sécularisation de la pensée, Paris, 1988.
- Etica dell’interpretazione, Torino, 1989.
- Filosofia ’88, Roma–Bari, 1989.
- La società trasparente, Milano, 1989.
- Que peut faire la philosophie de son histoire? Paris, 1989.
- Filosofia al presente, Milano, 1990.
- Filosofia ’89, Roma–Bari, 1990.
- Filosofia ’90, Roma–Bari, 1991.
- Filosofia ’91, Roma–Bari, 1992.
- Ricostruzione della razionalità, in G. Vattimo (a cura di), Filosofia’91, Roma–Bari, pp. 89–103.
- Filosofia ’92, Roma–Bari, 1993.
- Filosofia ’93, Roma–Bari, 1994.
- Oltre l’interpretazione, Roma–Bari, 1994.
- Filosofia ’94, Roma–Bari, 1995.
- Credere di credere, Milano 1996.
- Introduzione, in F. D’Agostini, Analitici e continentali, Milano, 1997, pp. XI-XV.
- Tecnica ed esistenza. Una mappa filosofica del Novecento, Milano, 1997.
- Dialogo con Nietzsche. Saggi 1961–2000, Milano, 2000.
- Introduzione a M. Nacci, Pensare la tecnica. Un secolo di incomprensioni, Roma–Bari, 2000, pp. IX-XVI.
- The Story of a Comma. Gadamer and the Sense of Being, in "Revue internationale de philosophie", 54, 2000, pp. 499–513.
- Vocazione e responsabilità del filosofo, Genova, 2000.
- Dopo la cristianità. Per un cristianesimo non religioso, Milano, 2002.
- Gadamer and the Problem of Ontology, in J. Malpas, U. Arnswald e J. Kertscher (a cura di), Gadamer’s Century, Cambridge, MA, 2002, pp. 299–306.
- Ermeneutica, Milano, 2003.
- Nichilismo ed emancipazione. Etica, politica e diritto, Milano, 2003.
- Il socialismo ossia l’Europa, a cura di G. Iannantuono e M. Cedrini, Torino, 2004.
- Utopia Dispersed, in "Diogenes", 209 (1), 2005, pp. 18–23.
- La vita dell’altro, Lungro di Cosenza, 2006.
- Ecce comu. come si ri-diventa ciò che si era, Roma, 2007.
- ‘Metaphysics and Violence’, in S. Zabala (a cura di), Weakening Philosophy. Essays in Honour of Gianni Vattimo, Montreal, 2007, pp. 400–423.
- Introduzione a R. Rorty, Un’etica per i laici, Torino, 2008, pp. 7–13.
- Prefazione, in A. Martinengo, Introduzione a Reiner Schürmann, Roma, 2008, pp. 7–11.
- Addio alla verità, Milano, 2009.
- Philosophy as Ontology of Actuality. A Biographical Theoretical Interview with Luca Savarino and Federico Vercellone, in "European Journal of Philosophy and Public Debate", 1 (2), 2009, pp. 311–350.
- Introduction to Richard Rorty, An Ethics for Today. Finding Common Ground Between Philosophy and Religion, New York, 2010, pp. 1–5.
- Presentazione a P. Stagi, Il giovane Heidegger, Roma-Teramo, 2010, pp. 9-10.
- Magnificat. Un’idea di montagna, Torino, 2010.
- Della realtà, Milano, 2012.
- Insuperable Contradictions and Events, in M. Marder e S. Zabala (a cura di), Being Shaken. Ontology and the Event, New York, 2014, pp. 70–76.
- Kenotic Sacrifice and Philosophy: Paolo Diego Bubbio, in "Research in Phenomenology", 45 (3), 2015, pp. 431–435.
- Anatheism, Nihilism, and Weak Thought, in R. Kearney e J. Zimmermann (a cura di), Reimagining the Sacred, New York, 2016, pp. 128–148.
- Essere e dintorni, Milano, 2018.
- Scritti filosofici e politici, G. Chiurazzi (a cura di), Milano, 2021.
Opere pubblicate con altri autori
- con Pier Aldo Rovatti (a cura di), Il pensiero debole, Milano, 1983.
- con Jacques Derrida (a cura di), La Religione. Annuario Filosofico Europeo, Roma–Bari, 1995.
- con Jacques Derrida, Diritto, Giustizia e Interpretazione. Annuario filosofico europeo, Roma–Bari, 1998.
- con Wolfgang Welsch (a cura di), Medien–Welten–Wirklichkeiten, München, 1998.
- con Enrique Dussel e Guillermo Hoyos, La postmodernidad a debite, a cura di L. Tovar. Bogotá, 2002.
- con Martin G. Weiss, Die Stärken des schwachen Denkens, in M. G. Weiss (a cura di), Gianni Vattimo. Einführung, Vienna, 2003, pp. 171–83.
- con Richard Rorty, Il futuro della religione. Solidarietà, carità, ironia, a cura di S. Zabala, Milano, 2005.
- con René Girard, Verità o fede debole. Dialogo su cristianesimo e relativismo, Milano, 2006.
- con Paolo Flores D’Arcais e Michel Onfray, Atei o Credenti? Roma, 2007.
- con Dario Antiseri, Ragione filosofica e fede religiosa nell’era postmoderna, Soveria Mannelli (CZ), 2008.
- con Carmelo Dotolo, Su Dio: la possibilità buona. Un colloquio sulla soglia tra filosofia e teologia, a cura di G. Giorgio, Soveria Mannelli (CZ), 2009.
- con René Girard, Christianity, Truth, and Weakening Faith, a cura di P. Antonello, New York, 2010.
- con Piergiorgio Paterlini, Non essere Dio, Milano, 2010.
- con Giovanni Ruggeri e Pierangelo Sequeri, Interrogazioni sul cristianesimo. Cosa possiamo ancora attenderci dal Vangelo? Roma, 2013.
- con Santiago Zabala, Comunismo Ermeneutico, Milano 2013.
Scritti sull'autore
- Azzarà, Giuseppe Stefano, Un Nietzsche italiano. Gianni Vattimo e le avventure dell’oltreuomo rivoluzionario, Roma, 2011.
- Benso, Silvia, Emancipation and the Future of the Utopian. On Vattimo’s Philosophy of History, in Silvia Benso and Brian Schroeder (a cura di), Between Nihilism and Politics. The Hermeneutics of Gianni Vattimo, Albany, 2010, pp. 203–219.
- Benso, Silvia, and Brian Schroeder (a cura di), Between Nihilism and Politics. The Hermeneutics of Gianni Vattimo, Albany, 2010.
- Birmingham, Peg, Love’s Law? The Principle of Anarchy in a Weakened Communism, in Silvia Mazzini e Owen Glyn-Williams (a cura di), Making Communism Hermeneutical. Reading Vattimo and Zabala, Cham, 2017, pp. 53–62.
- Borradori, Giovanna, Recoding Metaphysics. The New Italian Philosophy, Evanston, 1988.
- Bubbio, Paolo Diego, Sacrifice in the Post-Kantian Tradition. Perspectivism, Intersubjectivity, and Recognition, Albany, 2014.
- Carchia, Gianni e Maurizio Ferraris (a cura di), Interpretazione ed emancipazione. Studi in onore di Gianni Vattimo, Milano, 1996.
- Chiurazzi, Gaetano (a cura di), Pensare l’attualità, cambiare il mondo. Riflessioni sul pensiero di Gianni Vattimo, Milano, 2008.
- Coralluzzo, Francesco, Oltre il relativismo. Comprendere e superare le ragioni di Nietzsche, Heidegger e Vattimo, Roma, 2013.
- D’Agostini, Franca, Logica ermeneutica. dialettica, ricorsività, nichilismo, in Gianni Carchia e Maurizio Ferraris (a cura di), Interpretazione ed emancipazione. Studi in onore di Gianni Vattimo, Milano, 1996, pp. 151–177.
- D’Agostini, Franca, Analitici e continentali. Guida alla filosofia degli ultimi trent’anni, Milano, 1997.
- D’Agostini, Franca, Introduction. The Strong Reasons for Weak Thought, in Gianni Vattimo, The Responsibility of the Philosopher, New York, 2010, pp. 1–45.
- D’Agostini, Franca, Vattimo’s Theory of Truth, in Silvia Benso e Brian Schroeder (a cura di), Between Nihilism and Politics. The Hermeneutics of Gianni Vattimo, Albany, 2010, pp. 33–45.
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