Aldo Capitini

Perugia 1899-Perugia 1968

Vita e opere

 
Nato da modesta famiglia, consegue la maturità classica da autodidatta. Vince una borsa di studio alla Scuola Normale Superiore di Pisa, dove si laurea nel 1928 e discute l’anno seguente la tesi di perfezionamento in Lettere con Attilio Momigliano. Chiamato da Gentile come economo e assistente-educatore degli studenti nel 1930, si forma nel colto ambiente antifascista pisano e nel crogiuolo culturale del neoidealismo italiano, da cui si distaccherà maturando originali posizioni filosofiche e libero-religiose, anche grazie alle suggestioni del pensiero e dell’azione etico-politica di Gandhi. Allontanato dalla Normale nel 1933 per il suo rifiuto di iscriversi al Partito Nazionale Fascista, sarà con Guido Calogero tra i fondatori del movimento liberalsocialista. Nel 1937 esce, auspice Benedetto Croce, il suo primo importante lavoro, Elementi di un’esperienza religiosa. Si distinguerà nell’attivismo antifascista per la sua persuasione nonviolenta e l’orizzonte etico-religioso in cui assume significato il suo impegno politico, civile, educativo. Nel dopoguerra fu reintegrato alla Normale e nominato fino al ’46 commissario dell’Università per Stranieri di Perugia. Risalgono a questo periodo i suoi primi incarichi di docenza, cattedre di Filosofia Morale e Pedagogia, a Pisa. Nel 1956 ottiene per concorso la cattedra di Pedagogia presso l’Università di Cagliari, dove rimarrà fino al 1965, quando riuscirà a rientrare nella sua Perugia per svolgere il medesimo insegnamento. Significativo il suo ruolo di protagonista della ricostruzione democratica e civile dell’Italia postbellica: promosse uno dei più interessanti progetti di democrazia popolare dal basso, i Centri di Orientamento sociale; elaborò con originalità, sulla scorta dell’esempio gandhiano, una prospettiva filosofico-religiosa ed etico-politica nonviolenta che ne fa tuttora un riferimento a livello europeo; maturò il suo liberalsocialismo e il suo radicalismo democratico nell’idea utopico-profetica di “omnicrazia”, un modello di democrazia partecipativa ancora attuale; partecipò alle battaglie culturali in difesa della scuola pubblica, della libertà di insegnamento, dell’obiezione di coscienza al servizio militare. Notevole il suo impegno per una riforma religiosa in Italia, in direzione antiautoritaria, antidogmatica e antimitologica, non per costituire nuove denominazioni ma, come scrisse più tardi, per “dare nuova forma alla vita religiosa”, una forma aperta. Nell’ottobre del 1946 indice il primo “Convegno sul problema religioso attuale”; nell’aprile 1947 costituisce con Ferdinando Tartaglia il “Movimento di religione”, nel ’48 egli stesso apre il “Primo congresso per la riforma religiosa in Italia”. Nonostante il disinteresse dimostrato dagli ambienti potenzialmente coinvolti dalle sue proposte, Capitini non desisterà dal suo proposito, fondando a Perugia nel ’52, con l’educatrice quacchera Emma Thomas, il Centro di Orientamento religioso, una sorta di cenacolo di riflessione e coscientizzazione in direzione della religione aperta, libero da ingerenze ecclesiastiche e politiche, la cui attività rimase viva sino alla scomparsa di Capitini. Nel 1961 promuove la nascita del Movimento nonviolento e la prima marcia per la pace Perugia-Assisi. Ebbe una fitta trama di relazioni con molti dei maggiori intellettuali del tempo, testimoniata dal suo nutrito epistolario. Le sue maggiori opere a carattere filosofico-religioso, oltre alla citata, sono Religione aperta (1955) e La compresenza dei morti e dei viventi (1966).
 

Il pensiero filosofico-religioso

 

Come ha osservato Norberto Bobbio, Capitini non fu un filosofo accademico ma certamente la sua figura e la sua opera occupano un posto singolarissimo nella storia della spiritualità italiana. Ha introdotto nella cultura del nostro paese la nonviolenza, calco della ahimsa gandhiana, come concetto, stile di vita e di convivenza, progetto di trasformazione delle strutture della società e dell’intera realtà, sviluppandola con lucida consapevolezza intellettuale e originale sensibilità religiosa. Decisivo per la sua formazione nell’alveo della cultura neoidealista, ma anche aperta alle novità vociane, al pensiero di Michelstaedter e di Martinetti, entro un kantismo morale innervato dalle drammatiche tensioni leopardiane, e quindi ad un confronto con le problematiche esistenzialiste, che si stavano allora introducendo in Italia, l’incontro con la figura e l’opera di Gandhi. In particolare per la stretta correlazione che questi poneva e testimoniava tra liberazione religiosa e liberazione sociale e politica, per l’enfasi sulla coerenza tra fini e mezzi, sulla necessità etica di incarnare i valori incondizionati vissuti in una prassi storica di superamento della violenza nelle relazioni sociali e politiche e per una nuova convivialità nella relazione tra l’umano e gli altri viventi. Capitini aggiunse alla concezione gandhiana un’ulteriore apertura a quella che, per suggestione di Tartaglia, definì “tramutazione” della realtà di fatto, soggetta alla violenza, al dolore e alla morte, in una “realtà liberata” da questi limiti ontologici. L’idea generativa di “apertura” scandisce il ritmo del suo pensare e sentire l’urgenza di questa tramutazione complessiva di società e realtà. La stessa nonviolenza è da lui definita “apertura all’esistenza, alla libertà e allo sviluppo di ogni vivente, umano e non umano”, e il termine ricorrerà a dare la sua cifra anche accanto a “rivoluzione”, a “educazione” e soprattutto varrà a contrassegnare la sua originale proposta di “religione aperta”. Sebbene siano facilmente riconoscibili richiami o assonanze bergsoniane o addirittura popperiane, l’apertura di Capitini ha una matrice prettamente etico-religiosa: essa muove da una sorta di ribellione ontologica all’inaccettabilità morale della realtà di fatto, storica e naturale, ed esprime la tensione ad un suo superamento, tuttavia inconcludibile, pena il ricadere nella ‘chiusura’ di fronte all’esistente. Ed è da questa ansia di liberazione religiosa, come osservò Lamberto Borghi, che trae motivo e vigore la sua stessa ansia di liberazione sociale, secondo le forme della persuasione e dell’azione nonviolenta, diffusa e partecipata ‘dal basso’, per una nuova convivialità affacciata sull’orizzonte regolativo di una effettiva “omnicrazia” o potere di tutti. Le incrostazioni mitologiche, dogmatiche, ritualistiche delle religioni storiche non possono far velo, secondo Capitini, alla centralità antropologica dell’apertura religiosa e alle sue virtualità di senso non ancora realizzate. Nella sua fenomenologia della religiosità aperta Capitini individua, dopo il rifiuto di accettare la realtà di fatto come blocco chiuso e immutabile, l’apertura alla viva concretezza dell’altro, il ‘tu’, umano e non umano, al suo libero sviluppo potenzialmente inesauribile nella “storia di tutti”, alla quale ognuno aggiunge la sua incomparabile originalità e apporta valori inediti. Nell’apertura l’altro è avvertito compartecipe, intimo a me come me stesso, e ciò costituisce una relazione dialogica, allargata a comprendere i vivi e i morti, che ci fa ciò che siamo e potremo essere. Vivendo questa apertura religiosa, precisa Capitini, si comprende che il nostro vero io non è l’individuale e singolo, ma la realtà di tutti, o compresenza dei morti e dei viventi, aperta alla realtà liberata. Questa apertura accogliente e propulsiva – assoluta, disarmata gratuità dell’essere per l’altro – riassume per Capitini il senso religioso essenziale della nonviolenza e ‘salva’ l’atto religioso dalla mitologia e dalla chiusura dogmatica. L’ulteriore movimento, già accennato, è rappresentato dall’apertura alla possibilità di una “realtà liberata”, all’altrimenti di questa realtà che “merita di finire”; apertura sostenuta da una soggettiva “persuasione” dagli accenti michelstaedteriani piuttosto che fondata sull’atto di fede in una trascendenza obiettiva. La “realtà liberata” assume per Capitini il valore di una “ipotesi” sulla quale pur tutto investire, destinata a mantenere la prassi inesauribilmente tesa all’altrimenti e a quell’ “impossibile” al cui servizio, kierkegaardianamente, è posta la persuasione religiosa medesima. Attore di questa liberazione della realtà è, per Capitini, l’azione corale della compresenza dei morti e dei viventi, per la quale tutto ciò che vive coopera alla costruzione dei valori che danno la disdetta alla chiusura, alla violenza e alla morte, “consumando” la realtà insufficiente in un processo che comprende la rivoluzione sociale nonviolenta e la realizzazione di una “nuova socialità”, rinnovata convivenza nonviolenta tra gli umani e tra di loro e la totalità dei viventi, ma che va ancora oltre, verso orizzonti inediti di tramutazione ontologica della realtà. Il principio dialettico hegeliano, costruito sulla dinamica del superamento, sebbene contrassegni la realtà di fatto, non vige in questa altra realtà non meno concreta, la compresenza, il cui dinamismo non implica l’oltrepassamento, ma la “aggiunta”, il porre accanto ad un elemento precedente un altro, che non lo sopprime, aprendo piuttosto un ulteriore orizzonte prima inedito, secondo una dialettica di incremento il cui fine infinito è appunto la “realtà liberata”. Il kantiano “regno dei fini” appare religiosamente transignificato in un “vero Corpo mistico aperto” (Antifascismo tra i giovani, 1966). Qui, nella compresenza, Dio stesso appare e si lascia dire. Non si parte da lui: così non adoreremmo che una idea, circoscritta anch’essa, ancora una volta, nella “realtà finiente”. Si muove, invece, dai “tutti”. “Essi esistono, ci sono”, indubitabilmente, nota Capitini. E “qui è Dio come fonte del loro essere”; nella loro attività egli appare come “fonte del valore”; nella loro interiorità Dio “si manifesta, si rivela”; nel loro tendere ad una liberazione profonda, intima ed ultima, Dio “dispiega la realtà liberata che comprende tutti” (Religione aperta, 1955). E’ questa la “tramutazione teistica” (Il problema religioso attuale, 1948): nell’atto religioso aperto ai tutti e alla liberazione di tutti incontriamo “una presenza che possiamo chiamare Dio”, che sentiamo e ritroviamo “ad ogni grado dello svolgersi dei tutti” e che di questo dinamismo compresenziale “costituisce l’intrinseco movimento ed apertura” (Religione aperta, 1955). Questa, in estrema sintesi, la “forma aperta” della vita religiosa proposta e testimoniata da Capitini. Proposta che offre solo “principi pratici, direttive d’azione, da assumere volontariamente”, che non pone “la salvezza in un credo, ma in un agire”: il risultato di “ricerche condotte umilmente, e attentamente e attraverso impegni pratici” (Religione aperta, 1955). Sebbene Norberto Bobbio abbia sempre considerato Capitini tra i suoi maestri e nell’ambito del pensiero e della prassi della nonviolenza egli sia un riferimento riconosciuto e imprescindibile, il complesso del suo pensiero filosofico-religioso, pur analizzato e apprezzato da autorevoli studiosi come Claudio Cesa, non ha trovato allievi che ne abbiano continuato e sviluppato con originalità le linee maestre. Il pedagogista Lamberto Borghi (1907-2000) ha in certo modo dato seguito alla tensione profetico-religiosa di Capitini nell’ambito dell’educazione. Tra i più attenti e acuti interpreti del suo pensiero filosofico-religioso, con un lavoro di anni, il filosofo morale Mario Martini.

 

Massimo Pomi

 


 

Biblio-sitografia

 

Opere principali

  • Elementi di un’esperienza religiosa, Bari 1937, ivi 1947, Bologna 1990

  • Vita religiosa, Bologna 1942, ivi 1985

  • Atti della presenza aperta, Firenze 1943

  • Saggio sul soggetto della storia, Firenze 1947

  • Esistenza e presenza del soggetto, in Castelli E. (a cura di), L’esistenzialismo, Atti del congresso internazionale di filosofia di Roma, 15-20 novembre 1946, Milano 1948, vol. II, pp. 159-165

  • Il problema religioso attuale, Bologna 1948

  • La realtà di tutti, Pisa 1948, Trapani 1965

  • Il Dio anonimo, in Savio G., Gregory T. (a cura di), Il problema di Dio, Roma 1949, pp. 43-55

  • Italia nonviolenta, Bologna 1949, Perugia 1981

  • Il problema della riforma religiosa in Italia, in Comitato per la Riforma (a cura di), Atti del primo Congresso per la Riforma religiosa in Italia, Roma, 13-15 ottobre 1948, Bologna 1949, pp. 16-22

  • Nuova socialità e riforma religiosa, Torino 1950

  • L’atto di educare, Firenze 1951, Roma 2010

  • Orientamento per una riforma religiosa, Pisa 1952

  • Il fanciullo nella liberazione dell’uomo, Pisa 1953

  • Religione aperta, Modena 1955, Vicenza 1964, Roma-Bari 2011

  • Colloquio corale, Pisa 1956, Napoli 2005

  • Rivoluzione aperta, Milano-Firenze 1956

  • Discuto la religione di Pio XII, Milano-Firenze 1957

  • Aggiunta religiosa all’opposizione, Firenze 1958

  • Danilo Dolci, Manduria 1958

  • Aspetti dell’educazione alla nonviolenza, Pisa 1959

  • Battezzati non credenti, Firenze 1961

  • In cammino per la pace. Documenti e testimonianze sulla Marcia Perugia-Assisi, Torino 1962

  • La nonviolenza oggi, Milano 1962

  • Antifascismo tra i giovani, Trapani 1966

  • La compresenza dei morti e dei viventi, Milano 1966

  • Severità religiosa per il Concilio, Bari 1966

  • Le tecniche della nonviolenza, Milano 1967, ivi 1989, Roma 2009

  • Educazione aperta 1, Firenze 1967

  • Educazione aperta 2, Firenze 1968

  • Cristianesimo e religione aperta nella società di domani, in Prini P. (a cura di), Il Cristianesimo nella società di domani, Atti del convegno internazionale di Perugia, 3-7 maggio 1967, Roma 1968, pp. 209-213

  • Ragioni della nonviolenza, Perugia 1968

  • Attraverso due terzi di secolo, in “La cultura”, 4, 1968, pp. 459-473

  • Il potere di tutti, postumo, Firenze 1969 (contiene Omnicrazia, alcuni articoli tratti dalla rivista “Il potere è di tutti” e le 63 Lettere di religione, con introduzione di Norberto Bobbio e prefazione di Pietro Pinna), Perugia 1999

 

Utili raccolte di scritti sono:

  • Il messaggio di Aldo Capitini, a cura di G. Cacioppo, Manduria 1977

  • Scritti sulla nonviolenza, a cura di L. Schippa, Perugia 1992

  • Scritti filosofici e religiosi, a cura di M. Martini, Perugia 1994, ivi 1998

  • Opposizione e liberazione. Una vita nella nonviolenza, a cura di P. Giacchè, Napoli 2003

  • Le ragioni della nonviolenza. Antologia degli scritti, a cura di M. Martini, Pisa 2004, ivi 2016

  • La religione dell’educazione. Scritti pedagogici di Aldo Capitini, a cura di P. Giacchè, Molfetta 2008

  • Un’alta passione, un’alta visione. Scritti politici 1935-1968, a cura di L. Binni e M. Rossi, Firenze 2016

  • Capitini. Educazione, religione, nonviolenza, a cura di L. Romano, Brescia 2016

 

Bibliografie complessive:

  • Bibliografia di scritti su Aldo Capitini, a cura di L. Zazzerini, Perugia 2007

  • Bibliografia primaria e secondaria di Aldo Capitini (1926-2007), a cura di C. Foppa Pedretti, Milano 2007

  • Nel sito della Fondazione Centro Studi Aldo Capitini di Perugia (https://fondazionealdocapitini.wordpress.com) è pubblicata, per la cura di G. De Veris, una bibliografia degli scritti di Aldo Capitini aggiornata al 30 ottobre 2015, nella quale sono elencate 1.109 pubblicazioni di Capitini fino al 1968, anno della morte, e altre 419 pubblicazioni uscite dal 1969 al 2012

Le carte di Capitini sono conservate presso l’Archivio di Stato di Perugia. La sua biblioteca è disponibile presso la Fondazione nazionale Centro Studi Aldo Capitini di Perugia

 

Scritti sull’autore e il suo pensiero religioso

  • AA.VV., Il pensiero di Aldo Capitini: percorsi di ricerca, a cura di G. Falcicchio e G. Moscati, numero monografico di “Educazione democratica”, 8, 2014

  • AA.VV., Liberalsocialismo e nonviolenza: la religione civile di Aldo Capitini, Quaderni di “Il Ponte”, Firenze 2009

  • AA.VV., Ricordo di Aldo Capitini, in “Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa”, Serie III-vol. V, 1975

  • Altieri R., Aldo Capitini e la non violenza nell’incontro tra religioni orientali e occidentali, in Conio C., Dolcini D. (a cura di), Non violenza e giustizia nei Testi sacri delle religioni orientali, Pisa 1999, pp. 303-312

  • Altieri R., Il programma costruttivo della nonviolenza. Un profilo politico-religioso di Aldo Capitini (Perugia 1899-1868), in “Rassegna di Teologia”, 2, 2002, pp. 199-219

  • Altieri R., La rivoluzione nonviolenta. Per una biografia intellettuale di Aldo Capitini, Pisa 1998, Pisa 2003

  • Altini C., Aldo Capitini, in Enciclopedia Treccani, Appendice VIII, Il contributo italiano alla storia del pensiero. Filosofia, Roma 2012 http://www.treccani.it/enciclopedia/aldo-capitini_%28Il-Contributo-itali...

  • Bertin G. M., La teoria della compresenza di Aldo Capitini, Bertin G. M., Educazione al “cambiamento”, Firenze 1976, pp. 281-287 (ripubblicato in Cacioppo G. (a cura di), Il messaggio di Aldo Capitini, Manduria 1977, pp. 493-496)

  • Binni W., Per Aldo Capitini, in “Il Ponte”, 10, 1968, pp. 1325-1328

  • Bobbio N., Il pensiero di Aldo Capitini. Filosofia, religione, politica, Roma 2011

  • Bobbio N., Il problema della guerra e le vie della pace, Milano 1979

  • Bobbio N., Introduzione, in Capitini A., Il potere di tutti, Firenze 1969, pp. 9-43, Perugia 1999, pp. 9-46

  • Bobbio N., Maestri e compagni. Piero Calamandrei, Aldo Capitini, Eugenio Colorni, Leone Ginzburg, Antonio Giuriolo, Rodolfo Mondolfo, Augusto Monti, Gaetano Salvemini, Firenze 1984, Firenze 1994

  • Bobbio N., Società chiusa e società aperta, in “Il Ponte”, 12, 1946, pp. 1039-1046

  • Borghi L., Educatore della nuova vita, in “Azione nonviolenta”, 11-12, 1968, p. 10

  • Borghi L., Il ricorso religioso, in “Quaderni italiani”, 2, 1942

  • Borghi L., L’idea della pace nel pensiero di Aldo Capitini, in Borghi L., Presente e futuro nell’educazione del nostro tempo, Napoli 1987, pp. 160-168

  • Borghi L., Maestri e problemi dell’educazione, Scandicci 1987

  • Butturini E., La pace giusta. Testimoni e maestri fra ‘800 e ‘900, Verona 1993, Verona 2004

  • Calogero G., Aldo Capitini e la “religione aperta”, in “La Cultura”, 4, 1969, pp. 435-451

  • Calogero G., Apertura e dialogo. Risposta ad Aldo Capitini, in “La Cultura”, 2, 1963, pp. 197-214

  • Calogero G., Difesa del liberalsocialismo. Con alcuni documenti inediti, Roma 1945

  • Calogero G., L’etica del dialogo e i problemi della religione. Seconda risposta ad Aldo Capitini, in “La Cultura”, 6, 1963, pp. 631-652

  • Calogero G., Russel e Capitini, in Calogero G., Quaderno laico, Bari 1967, pp. 174-177

  • Cambi F., Aldo Capitini e la religione dell’antifascismo, in Cambi F., Antifascismo e pedagogia (1930-1945). Momenti e figure, Firenze 1980, pp. 125-149

  • Caracciolo M., Aldo Capitini e Giorgio La Pira. Profeti di pace sul sentiero di Isaia, Lecce 2008

  • Carchia G., Nota di edizione, in Capitini A., Vita religiosa, Bologna 1985

  • Cattaneo G., L’uomo della novità, Milano 1968, Milano 1984, Milano 2002

  • Cavicchi M., Aldo Capitini. Un itinerario di vita e di pensiero, Manduria 2005

  • Cesa C., Il pensiero di Aldo Capitini e la cultura idealistica, in Fondazione Centro Studi Aldo Capitini (a cura di), Elementi dell’esperienza religiosa contemporanea, Scandicci 1991, pp. 1-22

  • Cesa C., Il pensiero di Aldo Capitini e la filosofia del neoidealismo, in “Giornale critico della filosofia italiana”, III, 1989, pp. 273-294

  • Cesa C., Ricordi di uno studente della Scuola Normale, in Raffaelli T. (a cura di), Aldo Capitini, persuasione e nonviolenza, numero monografico di “Il Ponte”, 10, 1998, pp. 9-11

  • Ciliberto M., Cantimori e gli eretici. Filosofia, storiografia e politica tra gli anni venti e gli anni trenta, in Bandini B. V. (a cura di), Storia e storiografia. Studi su Delio Cantimori, Roma 1979, pp. 152-193

  • Clemente L. F., Dialettica e aggiunta nel pensiero di Aldo Capitini, Moscati G. (a cura di), Il pensiero e le opere di Aldo Capitini nella coscienza delle nuove generazioni, Bari 2010, pp. 145-164

  • Comune di Perugia, Fondazione Centro Studi Aldo Capitini (a cura di), Aldo Capitini. Libero religioso, rivoluzionario nonviolento, Perugia 1999

  • Contini G., Aldo Capitini I, in “Cultura e Azione”, 29 marzo 1945 (ripubblicato in Contini G., Amicizie, Milano 1991, pp. 33-41)

  • Contini G., Aldo Capitini II, in “Cultura e Azione”, 4 aprile 1945 (ripubblicato in Contini G., Amicizie, Milano 1991, pp. 42-47)

  • Craveri P., Capitini Aldo, in AA.VV., Dizionario biografico degli Italiani, Roma 1975, pp. 554-556  http://www.treccani.it/enciclopedia/aldo-capitini_%28Dizionario-Biografi...

  • Curzi F., Vivere la nonviolenza. La filosofia di Aldo Capitini, Assisi 2004

  • D’Orsi A., Il persuaso. Ritratto di Aldo Capitini, in d’Orsi A., Intellettuali nel Novecento italiano, Torino 2001, pp. 70-145

  • Dal Pra M., Momenti di riflessione sull’esperienza religiosa in Italia tra idealismo e razionalismo critico, in Bazzani F., Rustichelli L. (a cura di), La filosofia contemporanea di fronte all’esperienza religiosa, Parma 1988, pp. 35-78

  • De Sanctis A., Compresenza e omnicrazia in Aldo Capitini, in “Il Pensiero politico”, 1, 1999, pp. 52-67

  • Di Mauro B., L’esistenzialismo religioso di Aldo Capitini, in “Testimonianze”, 10-11, 1994, pp. 27-44

  • Distello A., La crisi praticistica della filosofia italiana contemporanea (Capitini, Cardone, Spirito), in “Ricerche filosofiche”, II, 1953, pp. 1-9

  • Enriques-Agnoletti E., Per Aldo Capitini, in “Il Ponte”, 10, 1968, pp. 1328-1330

  • Falcicchio G. (a cura di), La pedagogia di Aldo Capitini tra profezia e liberazione, Firenze 2008

  • Falcicchio G., Il fanciullo è il figlio della festa. La relazione educativa in Aldo Capitini, in Falcicchio G. (a cura di), La pedagogia di Aldo Capitini tra profezia e liberazione, Firenze 2008, pp. 99-114

  • Ferrarotti F., Considerazioni sull’attualità del pensiero politico e religioso di Aldo Capitini, in “La Critica sociologica”, 111-112, 1994, pp. 251-255

  • Ferrarotti F., Stato laico e religione civile: l’esempio di Aldo Capitini, in “Lettera internazionale”, 86, 2005, pp. 51-52

  • Fofi G., Da Gandhi a Capitini, in Fofi G., Le nozze coi fichi secchi. Storie di un’altra Italia, Napoli 1999, pp. 59-73

  • Fogliardi V., La religione di Aldo Capitini, Bergamo 1982

  • Foppa Pedretti C., Spirito profetico ed educazione in Aldo Capitini. Prospettive filosofiche, religiose e pedagogiche del post-umanesimo e della compresenza, Milano 2005

  • Frassati F. (a cura di), Il contributo dell’Università di Pisa e della Scuola Normale Superiore alla lotta antifascista e alla guerra di liberazione, Pisa 1989

  • Galli R., Metafisica pratica della compresenza e concezione escatologica dell’esistenza in Aldo Capitini, Moscati G. (a cura di), Il pensiero e le opere di Aldo Capitini nella coscienza delle nuove generazioni, Bari 2010, pp. 21-38

  • Garin E., Cronache di filosofia italiana (1900-1943), Bari 1955, Bari 1959 (riferimento a Capitini a p. 457)

  • Giuliani L., Capitini, Luporini, Binni: tre interpreti del pensiero leopardiano, in “Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia. Università degli Studi di Perugia”, 4, 2001

  • Granese A., Religiosità, profetismo, laicismo, “post-modernità” nel pensiero e nell’opera di Aldo Capitini, in Falcicchio G. (a cura di), La pedagogia di Aldo Capitini tra profezia e liberazione, Firenze 2008, pp. 63-66

  • Ialenti A., Il pensiero di Aldo Capitini tra filosofia della nonviolenza e omnicrazia, in “Dialegesthai. Rivista telematica di filosofia”, 2014  http://mondodomani.org/dialegesthai/

  • La Rocca C., La persuasione e il rapporto con Michelstaedter, in Raffaelli T. (a cura di), Aldo Capitini, persuasione e nonviolenza, numero monografico di “Il Ponte”, 10, 1998, pp. 199-223

  • Mancini R., L’amore politico. Sulla via della nonviolenza con Gandhi, Capitini e Lévinas, Assisi 2005

  • Martini M., Aldo Capitini e le possibilità religiose della laicità, in “Nuova Antologia”, 608, 2012, pp. 80-90

  • Martini M., Capitini oltre il quarantennio della sua scomparsa. Una rassegna, in “Quaderni dell’Associazione Diomede”, II, 2011, pp. 131-138

  • Martini M., Introduzione, in Capitini A., Scritti filosofici e religiosi, (a cura di M. Martini), Perugia 1994, Perugia 1998, pp. VII-XXXII

  • Martini M., Introduzione. Capitini e l’attualità della nonviolenza, in Capitini A., Le ragioni della nonviolenza. Antologia degli scritti, a cura di M. Martini, Pisa 2004

  • Martini M., L’etica della nonviolenza e l’aggiunta religiosa, in Raffaelli T. (a cura di), Aldo Capitini, persuasione e nonviolenza, numero monografico di “Il Ponte”, 10, 1998, pp. 12-25

  • Martini M., La nonviolenza e il pensiero di Aldo Capitini, in Pieretti A. (a cura di), La filosofia della nonviolenza. Maestri e percorsi nel pensiero moderno e contemporaneo, Assisi 2006, pp. 97-115

  • Martini M., Lo stato attuale degli studi capitiniani, in “Rivista di Storia della Filosofia”, 4, 2008, pp. 791-798

  • Martini M., Moscati G., Mazzini, Capitini, Gandhi: una religione umanitaria per la democrazia, in “Il Pensiero mazziniano”, 4, 2002, pp. 143-151

  • Martini M., Religiosità, ateismo e laicità. La religione aperta, in Tessore D. (a cura di), L’evoluzione della religiosità nell’Italia multiculturale, Roma 2003, pp. 41-50

  • Melodia D., Religione e nonviolenza in Aldo Capitini, in “Azione nonviolenta”, 1, 1994, pp. 15-16

  • Moscati G. (a cura di), Il pensiero e le opere di Aldo Capitini nella coscienza delle nuove generazioni, Bari 2010

  • Moscati G., Presenza alla persona nell’etica di Aldo Capitini. Considerazioni su alcuni scritti “minori”, in “Kykéion”, 7, 2002, pp. 79-93

  • Moscati G., Una realtà da liberare. Radici coevolutive di etica e politica in Aldo Capitini, in Falcicchio G. (a cura di), La pedagogia di Aldo Capitini tra profezia e liberazione, Firenze 2008, pp. 129-142

  • Paolini Merlo S., La teoria della compresenza di Aldo Capitini. Fisionomia logica di una categoria religiosa, in “Itinerari”, 3, 2009

  • Petronio G., Religione di Capitini, in “Paese sera”, 21 novembre 1950

  • Pinna P., “L’infinita apertura dell’anima” in Aldo Capitini, in “Azione nonviolenta”, 3, 2005, pp. 12-17

  • Pironi T., La pedagogia del nuovo di Aldo Capitini. Tra religione ed etica laica, Bologna 1991

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Pagine e siti web dedicati

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