Vittorio Sainati

Pisa, 1926 – Pisa 2003

Vita e opere

 
Vittorio Sainati fu allievo di Armando Carlini, al quale dedicò nel 1961 un volume comprensivo pubblicato dalle Edizioni di «Filosofia» di Torino. Da Carlini Sainati ereditò, da un lato, l’impostazione antidogmatica e l’attrazione per un cristianesimo non riducibile a formule metafisiche e, dall’altro, la predilezione per alcuni autori della storia del pensiero: soprattutto Aristotele e Locke. Di Locke Sainati tradusse per esempio il Primo abbozzo del Saggio sull’intelligenza umana (Bari 1951; poi, in edizione separata, Roma-Bari 1985), in appendice alla traduzione carliniana del Saggio. Di Aristotele, di cui Carlini aveva tradotto presso Laterza la Metafisica, Sainati pubblicò un’antologia commentata dell’Organon (Firenze 1971).
Vittorio era figlio di Augusto Sainati, insigne studioso di letteratura italiana. Anche seguendo i suggerimenti del padre egli si laureò prima in Lettere e poi in Filosofia all’Università di Pisa, frequentando i corsi della Scuola Normale Superiore. Questo duplice interesse disciplinare lo condusse nella prima fase della sua ricerca a studi estetologici, che si concretizzarono nel libro L’Estetica di Benedetto Croce. Dall’intuizione visiva all’intuizione catartica (Firenze 1953).
Dopo un periodo d’insegnamento nei Licei, Sainati iniziò la sua attività di docente all’Università di Pisa come professore prima di Storia della filosofia medievale, poi di Filosofia morale e Storia della logica, infine di Filosofia teoretica. Non deve stupire la molteplicità delle sue competenze. Si tratta infatti di una caratteristica del suo stile di ricerca, caratterizzato da una spiccata interdisciplinarità unita a un estremo rigore scientifico.
Sul versante della storia della filosofia medievale Sainati seguì Carlini in un approccio al pensiero di Tommaso d’Aquino ben diverso da quello neoscolastico (si veda in proposito la reiterata polemica di Carlini con Olgiati). In conseguenza di ciò elaborò un’interpretazione contestualizzante dell’Aquinate che gli consentì di mettere in luce il mutamento del paradigma epistemologico tomista rispetto ai modelli teologici precedenti e ai dibattiti dell’epoca sulla natura divina (cfr. Il problema della teologia nell’età di S. Tommaso, Messina-Firenze 1977; nuova edizione Pisa 2011).
Per quanto riguarda invece la storia della logica, Sainati sviluppò lungo un arco di decenni, seguendo l’impostazione dell’Aristotele di Werner Jaeger, una rilettura in chiave genetico-evolutiva dell’intero Organon, capace di mostrare la genesi e lo sviluppo della logica aristotelica, nonché di far emergere le diverse stratificazioni presenti nei diversi trattati dello stesso Organon. Si vedano la sua Storia dell’“Organon” aristotelico, I, Dai “Topici” al “De Interpretatione”, Firenze 1968; seconda edizione ampliata, Pisa 2011; II, L’Analitica, Parte I: La crisi epistemologica della Topica, Firenze 1973; nonché i saggi raccolti nella prima sezione di Logica e filosofia, Pisa 2000). Molti di questi testi sono presenti anche in traduzione tedesca.
La riflessione più propriamente teorica di Sainati in ambito morale, politico e filosofico-religioso si svolse infine in relazione, anche, a un impegno pubblico sempre attento, limpido e costruttivamente critico nei confronti delle situazioni consolidate. Ne sono testimonianza sia la sua giovanile attività politica negli anni della ricostruzione post-bellica, sia l’impegno, in ambito cattolico, durante il Concilio Vaticano II e nel periodo post-conciliare, sia una serie di controversie che lo opposero anche a filosofi e teologi tutt’altro che conservatori, come Luigi Pareyson, Severino Dianich e Claude Geffré: incalzati da Sainati nella misura in cui sembravano arrestarsi nel trarre le conseguenze più radicali dalle loro tesi. Di tutto ciò sono testimonianza, oltre agli scritti di carattere filosofico-religioso contenuti in Credere, oggi (Roma 1997), i saggi alla fine raccolti nel volume Dall’idealismo all’ermeneutica (Pisa 2000; in particolare, per una trattazione di alcuni temi filosofico-politici, si veda il testo su Libertà, potere e autorità, già pubblicato a Genova nel 1979).
 

Il pensiero filosofico-religioso

 
Nella prospettiva teorica di Vittorio Sainati la filosofia viene esplicitamente a proporsi come “filosofia di”. Con tale locuzione è sottolineato il carattere niente affatto assoluto e autoreferenziale del discorso filosofico, nella misura in cui esso strutturalmente rinvia, per il suo proprio sviluppo, all’interpretazione degli altri ambiti del sapere. Per un verso, si tratta del modo in cui trova espressione quell’intenzione antimetafisica che costituisce la cifra costante della riflessione sainatiana fin dalle prime prove giovanili (si veda ad esempio il saggio del 1951 su Il mito dell’assoluto e la problematica dell’esistenza). Nella fattispecie la polemica antimetafisica riguarda, all’inizio, gli esiti di un certo idealismo da epigoni o le astrazioni dogmatiche di un neotomismo ormai devitalizzato, per poi estendersi a ogni asserto non radicato nell’esperienza della vita. Per altro verso, però, l’ambito delle discipline a cui l’indagine filosofica sainatiana si rivolge risulta molteplice, in relazione anche alle sue articolate competenze: dall’opera letteraria alla ricerca scientifica, dalla logica formale all’indagine teologica. Ne consegue che, per Sainati, il filosofare deve assumere una ben precisa configurazione ermeneutica, cioè dev’essere un’interpretazione critica di quell’esistenza umana che si esprime in molteplici forme. Come viene detto in una pagina di Credere, oggi: la filosofia “è funzione ermeneutica di riferimento dei contesti esperienziali e linguistici alle determinazioni fenomenologiche dell’esistenza” (p.17).
In questa cornice si sviluppa la “filosofia della teologia” elaborata da Sainati o, più specificamente, la sua “critica della ragione teologica”. Essa prende l’avvio, in sintesi, da una duplice premessa. Da un lato, si tratta di essere consapevoli dell’impossibilità, per il sapere filosofico, di porsi come una totalità autosufficiente, di costituire una “filosofia della filosofia” chiusa in se stessa: ciò che renderebbe impossibile anche lo sviluppo di un’autentica filosofia della religione. Dall’altro lato, però, bisogna capire che la stessa teologia non può a sua volta istituirsi come una scienza assoluta, che si fonda esclusivamente sulle forme del logo apofantico ereditate dal pensiero classico e sulla concezione corrispondentistica della verità a esso collegata: perché allora la stessa teologia finirebbe per essere astratta e dogmatica. In sintesi, è necessario prendere atto, come Sainati afferma nel saggio Cattolicesimo e filosofia, dell’irreversibile crisi della pretesa di assolutezza che filosofia e teologia avevano condiviso nel passato, nonché dell’“avvenuta catarsi del loro rispettivo patrimonio enunciativo da ogni forma di condizionamento ontologico di tipo greco” (p. 12).
Di fronte a ciò la via d’uscita da questa crisi – che si riflette d’altronde in una sempre più ampia crisi di senso che affetta l’essere umano in generale – non solo comporta un’opera di reiterata e radicale “de-mitizzazione” delle categorie attraverso le quali il kerygma si è venuto via via esprimendo. Implica soprattutto un’attività di vera e propria “trans-mitizzazione”, e richiede un sempre rinnovato impegno in tal senso. L’indagine filosofica è chiamata cioè a esperire e a esercitare la capacità di cogliere e di prefigurare creativamente sempre nuove espressioni di quell’evento che risulta portatore di sempre nuove possibilità per il credente.
Tutto questo, nell’ottica di Sainati, può essere compiuto seguendo il percorso dell’interpretazione. Non si tratta unicamente d’interpretare sempre e di nuovo il testo sacro, cercando di recuperare in esso quell’ulteriorità che, come viene detto in un saggio a ciò dedicato, “urge nel dictum del testo” (cfr. il saggio Oltre il dictum del testo, p. 6). Si tratta soprattutto di sviluppare, anche su di un piano epistemologico, un’ermeneutica alternativa, capace d’interagire criticamente sui propri processi e in grado di confrontarsi con la stessa crisi di senso che caratterizza il nostro tempo. In tal modo una filosofia della religione rinnovata, intesa davvero come critica e ricostruzione delle possibilità della ragione teologica, può davvero esser capace d’incidere attivamente sull’esistenza credente e di fornire le condizioni di possibilità per una sua consapevole e adeguata espressione.
La riflessione filosofico-religiosa di Sainati, anche con riferimento ai dibattiti in precedenza menzionati, che ulteriormente la stimolarono, s’intrecciò con gli sviluppi del pensiero cristiano soprattutto in epoca post-conciliare. Ne sono testimonianza, per esempio, sia alcuni dei saggi contenuti nel volume in suo onore, significativamente intitolato Logica e teologia (1997: in particolare quelli di Severino Dianich, Filippo Costa e Giovanni Moretto), sia quelli raccolti nel fascicolo di “Teoria” intitolato A partire da Vittorio Sainati (2005: soprattutto i testi di Giampiero Bof e Piergiorgio Grassi). Un tentativo di sviluppo di alcune tematiche del pensiero di Sainati è stato poi compiuto da chi scrive, sia con i suoi testi di filosofia della religione (ad esempio Introduzione alla filosofia della religione, Roma-Bari 1996, e Filosofia delle religioni, Roma 2012), sia con il suo più generale progetto di una “filosofia della relazione”. Si veda a quest’ultimo proposito la trilogia Paradossi del senso (Brescia 2002); TeorEtica (Brescia 2010); RelAzione (Brescia 2016), nonché il più recente Etica e ambiguità. Una filosofia della coerenza (Brescia 2021). A Vittorio Sainati, infine, è dedicato dal 2006, grazie al supporto della famiglia e delle Edizioni ETS, un Premio di filosofia rivolto a giovani studiosi di discipline filosofiche.
 
Adriano Fabris
 

 

Bibilio-sitografia

 
Opere principali
  • L’Estetica di Benedetto Croce. Dall’intuizione visiva all’intuizione catartica, Firenze 1953
  • Armando Carlini, Torino 1961
  • Storia dell’“Organon” aristotelico, I, Dai “Topici” al “De Interpretatione”, Firenze 1968; nuova edizione ampliata, a cura di M. Mariani, Pisa 2011
  • Storia dell’“Organon” aristotelico, II, L’Analitica, Parte I: La crisi epistemologica della Topica, Firenze 1973
  • Il problema della teologia nell’età di S. Tommaso, Messina-Firenze 1977; nuova edizione, a cura di A. Fabris, Pisa 2011
  • Libertà, potere, autorità, Genova 1979
  • Credere, oggi. Cristianesimo e teologia verso il Duemila, Roma 1997 (contiene i saggi: Morte e trasfigurazione della metafisica / Il romanzo dell’identità. Metafisica ed ermeneutica / La decomposizione dell’“interiorità” come categoria filosofica / Fatto e parola. La crisi ermeneutica della teologia neo-tridentina / Metafisica e teologia della parola / Filosofia e teologia kerygmatica / Nichilismo, religione, Vangelo / Il mito cristiano / Precauzioni filosofiche per la teologia del Duemila / Teologia e verità. Il problema della traduzione teologica).
  • Logica e filosofia, Pisa 2000 (contiene i saggi: Tra Parmenide e Protagora. Le premesse storiche della logica greca / La matematica della scuola eudossiana e le origini dell’apodittica aristotelica / La teoria aristotelica dell’apodissi (Introduzione ad An. Post., A) / La sillogistica modale aristotelica: problemi storici e teorici / Per una nuova lettura della sillogistica modale aristotelica / L’epistemologia “fisica” di Aristotele / Sulla logica leibniziana / Leibniz e la verità / Verità e modalità in Leibniz).
  • Idealismo e neohegelismo, Pisa 2000
  • Dall’idealismo all’ermeneutica, Pisa 2000 (contiene i saggi: Il mito dell’assoluto e la problematicità dell’esistenza / La crisi della filosofia contemplativa / La fenomenologia, o la conclusione della filosofia metafisica / Lo “spiritualismo dinastico” e la sua formula dinastica: Carlini-Guzzo-Sciacca / Aspetti e problemi dello spiritualismo di Armando Carlini / Armando Carlini e Ugo Spirito: una concordia (fortemente) discors / Libertà, potere, autorità /Mitologia moralistica e filosofia della logica nel “Sistema di logica” di G. Gentile / Gentile e Gödel / Il ritorno dell’identità nel “Sistema di logica” di G. Gentile / Mito e filosofia nella logica di G. Gentile / Attualismo ed esistenzialismo / Discorso critico sulla teoria della formatività / Ermeneutica e traduzione. Il problema della traduzione filosofica / L’estetica di B. Croce come ermeneutica dell’esperienza letteraria)
  • Cattolicesimo e filosofia, in “Teoria”, XXI, 2001/2, pp. 3-16
  • Oltre il dictum del testo, in “Teoria”, XXIII, 2003/1, pp. 3-14

Scritti sull'autore e il suo pensiero religioso

  •  A. Fabris, G. Fioravanti, E. Moriconi (a cura di), Logica e teologia. Studi in onore di Vittorio Sainati, Pisa 1997
  •  Aa. Vv., A partire da Vittorio Sainati, fascicolo monografico della rivista “Teoria” XXV, 2005/2
  • -L. Gili, L’Aristotele di Vittorio Sainati e l’Aristotele dei contemporanei, in “Teoria” XXXVII, 2007/1, pp. 177-86

Pagine o siti web dedicati

  • A Vittorio Sainati è dedicato un Premio di filosofia rivolto ai giovani studiosi che hanno appena conseguito un dottorato di ricerca. Si veda www.edizioniets.com/premiosainati