Gustavo Bontadini

Milano 1903-Milano 1990

 

Vita e opere

 
Tra i primi ad iscriversi alla neo costituita Università Cattolica di Milano, Bontadini si laurea in Filosofia nel 1925 con una tesi sulla Metafisica dell’esperienza (sotto la supervisione, per certi versi critica, di  A. Masnovo). A soli tre anni dalla laurea ottiene una prima docenza in Cattolica e, l’anno successivo, sarà il più giovane partecipante al Congresso Nazionale di Filosofia, passato alla storia per lo scontro che vide contrapposti i cattolici capeggiati da Gemelli e gli attualisti guidati da Gentile. Nel 1936 consegue la libera docenza; due anni più tardi pubblica il Saggio di una metafisica dell’esperienza, una versione fortemente rimaneggiata del suo lavoro di tesi. Nel 1940, pur mantenendo la collaborazione con l’Università Cattolica, viene chiamato ad insegnare ad Urbino; qui, due anni dopo, pubblica una raccolta di saggi dal titolo Studi sull’idealismo. Serie prima (1923-35). Nel 1944 Bontadini torna a Milano, insegnando per qualche tempo alla Statale. Sono questi gli anni dell’occupazione nazifascista, durante i quali partecipa alla redazione della rivista clandestina “L’Uomo”. Nel primo dopoguerra il filosofo milanese dà alla stampe una seconda raccolta di saggi dal titolo Dall’attualismo al problematicismo (1946), cui faranno immediatamente seguito gli Studi di filosofia dell’età cartesiana (1947).
Vinto il concorso a cattedra per Filosofia Teoretica, dal 1947 al 1951 Bontadini viene chiamato a Pavia, dove avrà modo di conoscere il suo allievo più caro: quell’Emanuele Severino che diventerà, dapprima, suo assistente e, in seguito, suo strenuo avversario. Sono questi gli anni in cui, su iniziativa di Carlo Giacon, prendono avvio i convegni filosofici di Gallarate, ai quali Bontadini partecipa da protagonista. Del 1951 Bontadini torna a Milano; l’anno successivo, ottenuta la promozione ad ordinario, sale sulla cattedra che fu del suo maestro Masnovo, rimanendovi stabilmente fino al 1973. Sono questi gli anni della maturità, nel corso dei quali prende corpo il suo progetto di rigorizzazione della metafisica classica. In questo periodo Bontadini si dedica anche ad un’opera di alta divulgazione dirigendo, dal 1954 al 1973, l’Educatore italiano (rivista rivolta ai maestri elementari); gli Appunti di filosofia, editi nel 1972, raccolgono gli interventi di quegli anni e offrono un’efficace sintesi del suo pensiero. Il 1964 – anno in cui Severino pubblica il celebre Ritornare a Parmenide, avviando il suo scontro con la Chiesa e la presa di distanza dalla lezione del maestro – segna uno spartiacque nella biografia del filosofo milanese, dando avvio a quella che alcuni interpreti definiscono come “la svolta” dell’ultimo Bontadini. Due anni dopo escono gli Studi di filosofia moderna (in cui vengono raccolti i lavori già pubblicati nei precedenti volumi di Studi di filosofia dell’età cartesiana e Indagine di struttura sullo gnoseologismo moderno). Del 1971 sono invece i due fondamentali volumi delle Conversazioni di metafisica, che raccolgono i maggiori contributi teoretici elaborati in oltre vent’anni di ricerca. A settant’anni Bontadini lascia la cattedra di Filosofia Teoretica a Sofia Vanni Rovighi, anch’essa allieva di Masnovo, proseguendo però l’attività di insegnamento grazie all’attivazione di un corso libero di Istituzioni di Filosofia. Nel 1975 esce la sua ultima raccolta di saggi dal titolo Metafisca e deellenizzaizone (dove è incluso il saggio Per una teoria del fondamento, suo ideale testamento filosofico). 
Alla scuola del maestro milanese si formarono in molti; tra essi, accanto al già citato Emanuele Severino, ricordiamo: Evandro Agazzi, Giuseppe Barzagi, Adriano Bausola, Gianfranco Dalmasso, Umberto Galeazzi, Angelo Gnemmi, Italo Mancini, Angelo Marchesi, Virgilio Melchiorre, Luisa Muraro, Anelo Scola, Franco Totaro, Padre Davide Maria Turoldo, Carmelo Vigna, Marcello Zanatta.
 

Il pensiero filosofico-religioso

 
 
Bontadini non amava intrattenersi in dibattiti teologico-esegetici e preferiva separare in modo molto netto il discorso filosofico, condotto con gli strumenti della pura ragione, dalle personali convinzioni di fede. Tuttavia, egli riconosceva una grande importanza speculativa alla fede, in quanto essa connota in modo significativo lo stile di ricerca (gli interessi, le ansie) del metafisico.
Formatosi in un’epoca dominata da un approccio prevalentemente positivista e da un diffuso laicismo, l’itinerario filosofico di quello che verrà ricordato come uno dei grandi maestri di metafisica del Novecento si caratterizza per il costante sforzo di armonizzare fede religiosa ed esigenza razionale. Nella sua autopresentazione concorsuale del 1947, così descrive il proprio approccio al filosofare: "La vocazione del Bontadini andò connessa all’incontro di fede religiosa cattolica e l’esigenza razionale. Il tema originariamente imposto fu perciò quello della mediazione razionale della fede". Poco oltre lo stesso Bontadini chiarisce le coordinate culturali entro le quali s’iscriveva quell’esigenza di mediazione tra fede e ragione: "il positivismo dei suoi maestri liceali; l’idealismo (così nella forma immanentistica come in quella trascendentistica) incontrato nel periodo universitario; i successivi sviluppi della filosofia contemporanea".
L’itinerario speculativo di Gustavo Bontadini può essere suddiviso i quattro fasi iniziali: il periodo giovanile, fideista e problematicista; il successivo recupero della tradizione classica, che segna l’inizio della sua produzione matura e che è caratterizzato da una impostazione dilemmatica del “discorso breve di metafisica”; il progressivo passaggio da una metafisica dilemmatica ad una dialettica antinomica, contrassegnata dall’affermazione circa la apparente contraddittorietà del divenire; infine il radicalizzarsi dell’impostazione antinomica, incentrata sull’affermazione della contraddittorietà reale del divenire. Di seguito se ne offre una ricostruzione essenziale.
I primi anni del suo cammino speculativo furono dedicati ad una valorizzazione dell’attualismo di Gentile che, emendato dalle sue “superfetazioni retoriche”, viene accolto nella sua verità metodologica, ovvero nell’affermazione critica dell’identità intenzionale di essere e pensiero (cfr. Valutazione analitica e valutazione dialettica della filosofia moderna, ora in Studi sull’idealismo). 
Fare i conti con l’idealismo significa, per il giovane Bontadini, superare la presupposta alterità di essere e pensiero (tipica della filosofia moderna), riscattare criticamente il realismo aristotelico-tomista e riaprire la possibilità di una metafisica dell’essere. Mostrando la contraddittorietà del presupposto gnoseologicistico, l’idealismo ha infatti riaperto – a dispetto del divieto a procedere kantiano – lo spazio di possibilità per una metafisica dell’essere (cfr. Idealismo e immanentismo, ora in Conversazioni di metafisica, vol. 1). La dimostrazione razionale dell’esistenza di Dio, tuttavia, viene intesa come un compito ancora da realizzare, non risultando ai suoi occhi pienamente soddisfacente la proposta elaborata in seno alla tradizione classica (cfr. Abbozzo di una critica dell’idealismo immanente, ora in Studi sull’idealismo). A suo avviso, infatti, solo assumendo – come un postulato indimostrato – la razionalità del reale si può giungere all’affermazione di un Fondamento trascendente (cfr. Saggio di una metafisica dell’esperienza). Da un punto di vista rigorosamente teoretico Bontadini si trova quindi in una situazione di stallo (ch’egli definisce nei termini di un “problematicismo situazionale”); si tratta pertanto di capire in che modo poter affermare, in modo incontrovertibile, la disequazione tra esperienza diveniente (U.d.E) e totalità del reale.
A partire dalla metà degli anni Trenta, Bontadini avvia un progressivo ripensamento della metafisica classica che lo condurrà a riconoscere la verità del magistero masnoviano, la cui proposta metafisica si radicava nel riconoscimento nell’impossibilità che l’essere possa essere originariamente limitato dal non essere (cfr. Realismo gnoseologico e metafisica dell’essere, ora in Studi sull’idealismo). È perché il divenire, qualora concepito quale realtà originaria, si dimostra incapace di rendere ragione di sé – e quindi “fa problema”, rappresentando un dilemma per la ragione – che siamo forzati ad affermare l’esistenza dell’assoluto indiveniente (cfr. Dal problematicismo alla metafisica). Il riscatto del postulato circa la razionalità del reale si realizza pertanto dall’incontro tra idealismo (assunto nella sua verità metodologica) e tomismo (inteso come valorizzazione del carattere eteronomo riconosciuto al divenire).
Ben presto, però, Bontadini si accorge che per rendere realmente cogente l’affermazione del fondamento trascendente deve riuscire a render ragione di una apparente contraddizione che emerge confrontando il referto della verità fenomenologica con quello della verità logica (cfr. L’attualità della metafisica classica, ora in Conversazioni di metafisica, vol. 1). In questa nuova fase del suo cammino speculativo Bontadini non riflette più su un dilemma che vede contrapposto il vero (da guadagnare) e il falso (da smascherare), bensì si trova a gestire una antinomia tra due verità che sembrano confliggere in modo irriducibile. Da un lato la verità fenomenologica che testimonia la realtà del divenire (in quanto, ad ogni battito, consta il non-essere di un qualche essere) e, dall’altro, la verità del logos parmenideo che impone di predicare l’indivenienza dell’essere in quanto tale. Per sciogliere il dilemma metafisico bisogna quindi sanare questa apparente antinomia: "L’invenzione del metafisico – scrive Bontadini – consiste nel concepire una realtà non diveniente, da cui il divenire stesso proceda e derivi. Una realtà non diveniente: cioè una realtà che non avvera in sé il paradosso del divenire. Da cui il divenire proceda: cosicché anche il divenire in se stesso risulti sanato, in virtù di questa condizione trascendente, in quanto la responsabilità della limitazione dell’ente mobile non risalirebbe più all’impotente non-essere, ma precisamente all’Essere, nelle cui mani è il dominio del divenire" (cfr. Il principio della metafisica, ora in Dal problematicismo alla metafisica).
La riflessione dell’ultimo Bontadini è segnata dal dialogo serrato con Severino e dal tentativo di ricondurlo nell’alveo della tradizione (e della fede). Pur perseguendo dichiaratamente l’intento di “salvare i fenomeni” (cfr. Sozein ta fainomena, ora in Conversazioni di metafisica, vol. 1), Bontadini finisce, però, per concordare con l’ex studente sull’immutabilità dell’essere, di ogni essere. Il divenire viene così ad assumere un volto realmente contraddittorio e il teorema metafisico è chiamato ora a sanare tale contraddizione reale (cfr. Sull’aspetto dialettico della dimostrazione dell’esistenza di Dio, ora Conversazioni di metafisica, cit., vol. 2). Per un verso, osserva Bontadini, noi sappiamo, originariamente, che l’essere non può essere contraddittorio, eppure registriamo il conflitto reale tra il dettato del logos (il quale esprime la verità dell’essere: la sua immobilità, la sua indivenienza) e il dettato dell’esperienza (dizione della verità fenomenologica, la quale ne attesta il divenire). Per uscire dell’antinomia, dato che in essa non è possibile sostare, occorre allora introdurre quella condizione (ragion sufficiente) capace di sanare la contraddizione. Questo è precisamente il compito affidato all’invenzione metafisica: "Il teorema – o Principio di creazione – ha sotto di sé i due protocolli che sappiamo: la constatazione del divenire, da un lato, e la denuncia della sua contraddittorietà, dall’altro. Due protocolli che fanno capo, rispettivamente, ai due piloni del fondamento: l’esperienza e il principio di non contraddizione (primo principio). I due protocolli sono tra loro in contraddizione, e tuttavia godono entrambi del titolo di verità (ossia del valore o positività teoretica) appunto perché imposti dai rispettivi piloni del fondamento. Sono verità, però, che in quanto prese nell’antinomia (antinomia dell’esperienza e del logo), si trovano a dover lottare contro un’imputazione di falsità. Giacché l’esperienza oppugna la verità del logo e il logo quella dell’esperienza" (Per una teoria del fondamento, ora in Metafisica e deellenizzazione).
Quest’ultima tappa della riflessione bontadininana sarà oggetto di numerose critiche, soprattutto dal fronte amico dei metafisici (cfr. Grion 2008, pp. 305-316).
 
Luca Grion
 

Biblio-sitografia

 

Opere principali

 

Opera omnia

  • Saggio di una metafisica dell’esperienza (1938), introduzione di V. Melchiorre, Milano 1995.
  • Studi sull’idealismo (1942), introduzione di E. Severino, Milano 1995.
  • Dall’attualismo al problematicismo (1946), introduzione di C. Vigna, Milano 1996.
  • Dal problematicismo alla metafisica (1952), introduzione di P. Faggiotto, Milano 1996.
  • Studi di filosofia moderna (1966), introduzione di E. Agazzi, Milano 1996 [raccoglie, quasi integralmente, i volumi Studi di filosofia dell’età cartesiana (1947) e Indagini di struttura sul gnoseologismo moderno (1952)].
  • Conversazioni di metafisica (1971), introduzione di A. Bausola, Milano 1995 [2 tomi].
  • Metafisica e deellenizzazione (1975), introduzione di A. Ghisalberti, Milano 1996.
  • Appunti di filosofia (1989), introduzione di F. Rivetti Barbò, Milano 1996.

Saggi

  • L’idealismo e i neoscolastici, «Giornale Critico della Filosofia Italiana», 1926, 6, pp. 463-465.
  • Relazioni reali e relazioni ideali, «Rivista di filosofia neoscolastica», 1928, 1, pp. 42-53.
  • Una discussione intorno al carattere fondamentale della filosofia scolastica, «Rivista di filosofia neoscolastica», 1928, 2-3, pp. 167-168.
  • Il VII congresso nazionale di filosofia. Roma Maggio 1929, «Rivista di filosofia neoscolastica», 1929, 3-4, pp. 323-356.
  • Idealismo e realismo in Relazioni e comunicazioni presentate al X Congresso nazionale di filosofia, «Rivista di filosofia neoscolastica», 1935, supplemento al vol. XXVII, pp. 1-19.
  • Osservazione sulla critica empiristica del concetto di sostanza, «Rivista di filosofia neoscolastica», 1938, 4, pp. 353-356.
  • Intorno ad una esigenza fondamentale della filosofia neoscolastica, «Rivista di filosofia neoscolastica», 1940, 1, pp. 77-86.
  • A proposito dei concetti di «realismo» e di «fenomenismo», «Rivista di filosofia neoscolastica», 1940, 5, pp. 353-366.
  • La neoscolastica come dottrina moderna, «Rivista di filosofia neoscolastica», 1942, 2, pp. 108-115
  • Problematicità e trascendenza (Risposta a Cesare Luporini), «Giornale Critico della Filosofia Italiana», 1942, 3-4, pp. 200-213.
  • Echi del convegno «Immanenza e trascendenza. Lettera aperta a G.E. Bariè, «Il pensiero», 1956, 2, pp. 286-313.
  • Metafisica dell’esperienza o esperienza metafisica?, «Teoresi», 1963, 3-4, pp. 291-297.
  • Fuochi incrociati sopra la Chiesa. Lettera aperta a Ugo Spirito, «Giornale Critico della Filosofia Italiana», 1973, 1, pp. 114-130.
  • Cinquantaquattr’anni in Cattolica: memoria / non è peccato fin che giova, «Vita e Pensiero», 1975, 3-4, pp. 188-192.
  • A proposito della fondazione della metafisica. Risposta a F. Biasutti, «Verifiche», 1977, 6, pp. 232-239.
  • Fede, scienza, cultura in una università cattolica, «Vita e Pensiero», 1978, 3, pp. 27-42.
  • Gli elementi di filosofia di Sofia Vanni Rovighi, «Rivista di filosofia neoscolastica», 1978, 1-2, pp. 303-308.
  • Sulla contraddittorietà del divenire. Conversazione col professor F. Biasutti, «Verifiche», 1978, 2, pp. 197-200.
  • Nostalgia dell’eterno, «Vita e Pensiero», 1979, 4, pp. 28-39.
  • Dissensi e consensi sulla metafisica classica, «Rivista di filoso fia neoscolastica», 1979, 1, pp. 176-191.
  • Lettera a Severino, «Spirali», 1980, 7, pp. 30-34.
  • Religione e ragione, «Vita e Pensiero», 1980, 7-8, pp. 13-18.
  • Per continuare un dialogo, «Rivista di filosofia neoscolastica», 1983, 1, pp. 110-118.

Dispense dei corsi

  • Filosofia Teoretica: appunti del corso sulla “Critica della ragion Pura”, Ch.mo Prof. Gustavo Bontadini, a.a. 1956-57, s.d.
  • Filosofia teoretica. Quaderno di appunti delle lezioni del Chiarissimo Prof. Bontadini, a.a. 1957-58, a cura del Consiglio studentesco interfacoltà, U.C.S.C., Milano, s.d.
  • Appunti di Filosofia Teoretica presi dalle lezioni del Ch.mo Prof. G. Bontadini (a.a. 1958-59), a cura del Consiglio Studentesco Interfacoltà U.C.S.C., [s.n.], Milano 1959.
  • Protologia. Appunti delle lezioni del corso di Filosofia Teoretica dell’a.a. 1963-64, a cura di Peretti M., Milano, s.d.
  • Appunti del corso di Filosofia Teoretica – Prof. Bontadini (Università Cattolica di Milano, a.a. 1965-1966), a cura di Miccinesi M.V., Perrone L., Ghezzi E., [s.n.], Milano 1966.
  • Appunti del corso di Filosofia Teoretica del Ch.mo Prof. G. Bontadini, a.a. 1966-67, a cura di Lanza R., Lucini G.F., [s.n.], Milano 1967.
  • Appunti del corso di Filosofia Teoretica del Ch.mo Prof. G.Bontadini, a.a. 1967-1968, a cura di Lucini C.F., Laguri I., Bindasco M., O.R.S.U.C.
  • Corso di Filosofia Teoretica [tenuto da G. Bontadini], a.a. 1968/69, a cura di Zanatta M., Vita e Pensiero, Milano 1969.
  • Seminario di Apologietica. Corso di Filosofia Teoretica tenuto dal Prof. Gustavo Bontadini, a cura di Coccia N., CELUC, Milano 1971.
  • La filosofia verso la religione, appunti del Seminario di Apologetica per il corso di Istituzioni di Filosofia, a.a. 1976-77, a cura di Lonardi A., Negri L., Gnemmi A., CUSL, Milano, s.d.

 

Scritti sull'autore e il suo pensiero religioso

 

  • Bausola A., Conversazioni di metafisica, «Rivista di filosofia neoscolastica», 1971, 5-6, pp. 646-654.
  • Bausola A., Gustavo Bontadini, «Vita e Pensiero», 1990, 6, pp. 402-408.
  • Bergamaschi A,, Intervista a Gustavo Bontadini, in Vigna 2008, pp. 317-343.
  • Berti E., A proposito delle «tesi per una metafisica dell’esperienza», estratto da Metafisica oggi, XXXVII Convegno del Centro Studi Filosofici di Gallarate, Brescia 1983, pp. 194-291.
  • Berti E., Contraddittorietà, apparenza o problematicità del divenire, «Studium», 1978, 4, pp. 809-819.
  • Biasutti F., Il problema della metafisica nel pensiero di G. Bontadini, «Verifiche», 1976, 4, pp. 358-387.
  • Biasutti F., Ancora sul problema della metafisica. Risposta a Bontadini, «Verifiche», 1977, 3, pp. 604-613.
  • Boccanegra A., Salvare il divenire, «Rivista di filosofia neoscolastica», 1966, 1, pp. 91-101 [segue Postilla di Bontadini, pp. 102-105].
  • Boccanegra A., Salvare il divenire. Poscritto, «Rivista di filosofia neoscolastica», 1966, 6, pp. 653-677 [segue Postilla di Bontadini, p. 678].
  • Boccanegra A., Salvare il divenire. Secondo poscritto, «Rivista di filosofia neoscolastica», 1967, 3, pp. 372-375 [segue Postilla di Bontadini, pp. 376-377].
  • Bolognesi G., L’umorismo cristiano di un metafisico impertinente, «Presenza», 1990, 2, pp. 3-4.
  • Bonetti I., L’essere di Tommaso non è così, «Rivista di filosofia neoscolastica», 1967, 4-5, pp. 588-601.
  • Carlini A., Metafisica ed antimetafisica (Lettera a Gustavo Bontadini), «Giornale critico della filosofia italiana», 1954, 3, pp. 426-432 (con una risposta di Gustavo Bontadini alle pp. 433-436) e pp. 436-438
  • Carlomagno F. (a cura di), Scritti di filosofia in onore di G. Bontadini, 2 voll., Milano 1975.
  • Capelli V., La metafisica di Gustavo Bontadini, Roma 2009
  • Cappuccio A.M., Gustavo Bontadini tra gli idealisti, Soveria Mannelli 2015.
  • Conio C., La filosofia di G. Bontadini, «Filosofia e vita», 1969, 3, pp. 4-20.
  • Corradi E., L'interpretazione bontadiniana della filosofia contemporanea, «Filosofia e vita», 1969, 3, pp. 47-58.
  • Cristaldi M., Metafisica neoclassica, come?, «Teoresi», 1964, 3-4, pp. 225-268.
  • Cristaldi R.V., Gustavo Bontadini. Pensieri e ricordi, «Giornale di Metafisica», 1991, 1, pp. 109-119.
  • Faggiotto P., Osservazioni sulla metafisica dell’esperienza di Gustavo Bontadini, «Giornale critico della filosofia ltaliana», 1952, 4, pp. 507-521 (segue la Postilla di Gustavo Bontadini, pp. 521-522), poi in Id., Esperienza e metafisica. Saggi sulla filosofia italiana contemporanea, Padova 1959, pp. 1-27.
  • Faggiotto P., L’idea dell’Assoluto nella metafisica dell’esperienza, «Giornale critico della filosofia italiana», 1953, 4, pp. 531-536 (segue la Postilla di Gustavo Bontadini, pp. 536-538), poi in Id., Esperienza e metafisica, cit., pp. 29-41.
  • Faggiotto P., Il problema dei divenire nella metafisica dell’esperienza, «Giornale critico della filosofia italiana», 1954, 4, pp. 571-578 (segue la Postilla di Gustavo Bontadini, pp. 578-583), poi in Esperienza e metafisica. Saggi sulla filosofia italiana, Padova 1959, pp. 43-65.
  • Faggiotto P., Metafisica dell’esperienza e realismo immediato, «Giornale critico della filosofia italiana», 1956, l, pp. 104-112 (segue la Postilla di Gustavo Bontadini, pp. 113-122), poi in Esperienza e metafisica, cit., pp. 67-98.
  • Faggiotto P., Il valore ontologico dei principio di ragion sufficiente, «Studia Patavina», 1968, 2, pp. 290-298 (segue la Postilla di Gustavo Bontadini, pp. 299-301), poi in Id., Per una metafisica dell’esperienza integrale, Torino 1983, pp. 159-171.
  • Faggiotto P., L’integrazione teoretica dell’esperienza, «Studia Patavina», 1968, 3, pp. 449-456 (segue la Postilla di Gustavo Bontadini, pp. 457-460), poi in Id., Per una metafisica dell’esperienza integrale, cit., pp. 173-184.
  • Faggiotto P., La prova dialettica dell’esistenza di Dio, «Studia Patavina», 1968, l, pp. 59-72 (segue la Postilla di Gustavo Bontadini, pp. 73-80), poi in Id., Per una metafisica dell’esperienza integrate, cit., pp. 135-157.
  • Faggiotto P., Metafisica classica e principio di ragion sufficiente (risposta a Gustavo Bontadini), «Rivista di filosofia neoscolastica», 1980, 2, pp. 341-344, poi in Per una metafisica dell’esperienza integrale, cit., pp. 185-190.
  • Faggiotto P., L’essere come atto (risposta a Bontadini), «Rivista di filosofia neoscolastica, 1982, 1, pp. 109-115 [Appendice di Bontadini: Risposta a Faggiotto e ad altri amici, pp. 115-125].
  • Giannini G., Gustavo Bontadini e l’interpretazione del pensiero moderno, «Filosofia e vita», 1969, 3, pp. 21-40
  • Gnemmi A., La protologia nel pensiero di Gustavo Bontadini, Trento 1976
  • Gnemmi A., Recensione de «Saggio per una metafisica dell’esperienza» di Bontadini, «Rivista di filosofia neoscolastica», 1980, 2, pp. 371-375.
  • Goggi G., Bontadini e la metafisica dell’esperienza, in Vigna 2008, pp. 225-290.
  • Goggi G., Bontadini Severino e il ritorno a Parmenide, in Penzo G. (opera diretta da), Filosofie nel tempo. Storia filosofica del pensiero occidentale e orientale, Milano 2002, 3° vol., tomo II, pp. 1915-1941
  • Goggi G., Dal diveniente all’immutabile, Venezia 2003
  • Gregoretti P., L’esperienza: dalla fenomenologia al senso. Contributo allo studio di Gustavo Bontadini (edizione provvisoria), Trieste 2000.
  • Grion L., Le regioni dell’anima. Il rapporto tra fede e ragione a partire dal pensiero di G. Bontadini, in Antika in Krščanstvo: spor ali sprava?(Antiquity and Christianity: conflict or conciliation?), Acta comparatvistica Slovenica (Facoltà di Filosofia dellʼUniversità di Ljubljana), Ljubljana 2008, pp. 97-113
  • Grion L., Dal cielo della metafisica alla storicità della vita, «Idee», 64, 2007, pp.169-185
  • Grion L., La vita come problema metafisico. Riflessioni sul pensiero di Gustavo Bontadini, Milano 2008.

  • Grion L., Bontadini vs. Severino, in Vigna 2008, pp. 417-479.
  • Grion L., Biografia di Gustavo Bontadini, in Vigna 2008, pp. 495-502.
  • Grion L., Gustavo Bontadini, Città del Vaticano 2012
  • Grion L., La critica di Cornelio Fabro ad Emanuele Severino e alle sue “radici milanesi” in De Anna G. (a cura di), Verità e libertà. Saggi sul pensiero di Cornelio Fabro, Napoli 2012, pp. 171-191.
  • Grion L., La critica di Gustavo Bontadini al New Realism anglo-americano, in “Hermeneutica”, 2014, pp. 227-242
  • La Via V., La questione tra me e Gustavo Bontadini, «Teoresi», 1979, 1, pp. 225-228.
  • La Via V., Unità dell’esperienza e problema della metafisica, «Teoresi», 1948, 3-4, pp. 198-200.
  • Latora S., Gustavo Bontadini. Un metafisico per vocazione, «Sapienza», 1990, 4, pp. 441-443.
  • Luporini C., Recensione del Saggio di una metafisica dell’esperienza, «Giornale Critico della Filosofia Italiana», 1938, 1, pp. 89-91.

  • Luporini C., Idealismo e immanentismo. Postille ad una metafisica dell’esperienza, «Giornale critico della filosofia italiana», 1940, 1, pp. 42-56.
  • Luporini C., Problematicità e trascendenza. Replica, «Giornale critico della filosofia italiana», 1942, 3-4, pp. 213-216.
  • Mancini I., Il pensiero filosofico di G. Bontadini come problema e teoria dell’Assoluto, «La Scuola Cattolica», 1957, 6, pp. 401-438.
  • Mancini I., Il primato della metafisica. In memoria di Gustavo Bontadini, «Bollettino della Società Filosofica Italiana», 1990, pp. 23-30 [ora in Id., Frammenti su Dio, Brescia 2000, pp. 21-31].
  • Mancini I., La neoscolastica durante gli anni del fascismo, in Faracovi Pompeo O. (a cura di), Tendenze della filosofia italiana negli anni del fascismo, Livorno 1985, pp. 263-291.
  • Marchesi A., L’indagine bontadiniana sulla filosofia dell’età moderna, «Filosofia e vita», 1969, 3, pp. 41-46.
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